quali versioni conoscete della casa di Fontane Bianche?

Un interessante articolo sulla Sicilia di oggi:
"Strada Ognina, anni Ottanta: periodo di feste e discoteche all’aperto, periodo di vacanze.
Un gruppo di ragazzi, dai quindici ai vent’anni, con i motorini, il sì, il Bravo, il Ciao, tirano l’acceleratore per fare più in fretta.
Il vento caldo sulle magliette appiccicate dalla velocità: qualcuno grida agli altri di suonare il clacson tre volte
perché la «casa dei fantasmi» lo impone.
Uno di loro non lo fa, schiantandosi immediatamente dopo sul terriccio: la ruota scoppia, qualche graffio e contusioni sparse, per fortuna niente di grave; ma la superstizione: quella sì rimbalzò nella mente dell’infortunato che non sapeva o semplicemente aveva deciso di non dare retta alla leggenda.
Una villa ottocentesca, si dice appartenuta in tempi più recenti alla famiglia Giaracà; un edificio dalle finestre
ampie, dal cortile interno più un ballatoio che danno alla campagna sul retro; un posto che, come tanti in Sicilia, nel corso degli anni è stato vittima e carnefice di eventi spiacevoli.
Carnefice perché additato come storico luogo siracusano portatore di ielle stradali.
Vittima perché attentato dal vandalismo più estremo, dall’immondizia accumulata agli scempi dei vetri rotti e delle scritte deturpanti.
La leggenda più accreditata vuole che nell’Ottocento il proprietario della villa e del terreno circostante amasse più di ogni altra cosa la sua unigenita.
Che questa si fosse innamorata di un militare di ventura, e che al Cavaliere, il padre, non andasse giù la scelta
della figlia.
La storia, a questo punto, va a offuscarsi.
Si tramanda, in ogni caso, come i due amanti a un certo punto morissero e che il Cavaliere, spinto da insopprimibili dolore e rabbia, gettasse una maledizione a chiunque, passando di fronte alla sua dimora, non lo
onorasse con un rispettoso saluto, che nel tempo fu tradotto in tre colpi di clacson.
Un’altra versione della leggenda vede la casa abitata da tre sorelle, le quali, rimaste per troppi anni nubili, e quindi esacerbate da tale subìta condizione, avrebbero gettato una maledizione a chiunque passasse senza
adempiere alla nota «riverenza».
Ad ogni modo, tanti sono stati gli spiacevoli episodi che fino ai primi anni Novanta hanno visto coinvolti i passanti.
Per lo più incidenti che venivano attribuiti al mancato strombettare, tutt’oggi ancora udito
(e insomma..molto meno!) in quel tratto della strada provinciale 104."