di fiorenzo il 16 lug 2008 09:15
Contraffazione, eBay non è responsabile
EBay non è responsabile della merce che passa per la propria piattaforma: non è tenuta a verificare che si tratti di prodotti contraffatti, non spetta all'azienda tutelare gli interessi dei grandi marchi. Perlomeno di quello di Tiffany & CO.
A deciderlo, il giudice Richard Sullivan della corte federale di Manhattan. La diatriba legale che ha contrapposto eBay al colosso del gioiello si trascina dal 2004: Tiffany scaricava su eBay l'onere di vigilare sui falsi, la accusava di agevolare il mercato delle imitazioni consentendo che vi si scambiassero merci contraffatte per il 73 per cento del totale e distribuendo pubblicità ingannevoli coinvolgendo, senza aver fatto richiesta, il marchio di Tiffany. EBay rigettava l'accusa di sfruttamento indebito del marchio e prometteva collaborazione e annullamento delle aste a patto che fossero i produttori degli originali a segnalare la presenza dei falsi. Tiffany ha combattuto un'aspra battaglia, ha richiesto che la piattaforma di aste modificasse le proprie regole interne, che iniziasse ad impersonare il ruolo di poliziotto abbandonando la neutralità del semplice intermediario: in caso contrario, la piattaforma sarebbe stata ritenuta responsabile della violazione del marchio registrato che identifica la gioielleria, in virtù delle percentuali che guadagna sugli affari che vi si concludono.
Ma il giudice Sullivan ha decretato che la richiesta e l'accusa del gioielliere non sono legittime: la pubblicità di eBay non è ingannevole ma semplice fair use e "Tiffany deve caricarsi dell'onere di proteggere il proprio marchio" inoltrando le segnalazioni a cui eBay già provvede a dare seguito rimuovendo dal proprio servizio i falsi. Da eBay hanno dichiarato che lo scorso anno si sono stati sospesi 50mila venditori accusati di contraffazione e banditi dal servizio 40mila venditori recidivi: Rob Chesnut, a capo della divisione legale di eBay, ha assicurato che l'azienda "combatte aggressivamente la contraffazione non solo per assolvere alle proprie limitate responsabilità, ma anche perché la contraffazione ha effetti negativi sulla community degli utenti".
Punto Informatico
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