Sciopero dei consumi per dire "basta ai rincari"
13/09/2007
Per un giorno via dalle tavole, e dai carrelli della spesa, il cibo prediletto dagli italiani. Il 13 settembre sarà dedicato a una protesta silenziosa: lo sciopero della pastasciutta.
Un sacrificio per tanti che servirà però a dare un chiaro segnale a negozianti e aziende: basta con i rincari e le speculazioni.
L'iniziativa, annunciata già a fine agosto, è stata fortemente voluta dalle associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Federconsumatori, Codacons.
Nella capitale la giornata di protesta si aprirà alle 10.30 a Montecitorio, in concomitanza con le altre piazze italiane: ai cittadini verranno distribuiti pasta, pane e latte, un gesto simbolico contro la tanto temuta “stangata”.
Non solo niente pasta, ma anche consumi ridotti al minimo indispensabile per l’intera giornata.
“Tra le richieste di questo nostro sciopero della spesa – ha spiegato Carlo Pileri, presidente di Adoc - che non si ferma ai prodotti alimentari, ma si allarga alla questione delle assicurazioni, delle banche, al rischio mutui, sollecitiamo la trasformazione in decreto legge del provvedimento Bersani giacente in Senato, dove si affrontano, tra l’altro, questioni condivise in tema di accise e carburanti e di maggiore competitività del settore”.
Dai campi alla tavola, i prezzi dei prodotti decollano a causa di ricarichi superiori al 900% e lo "sciopero della spesa" si propone di “mettere al centro dell’attenzione anche il lavoro degli agricoltori e del made in Italy, chiedendo un cambiamento di rotta che sia in grado di rilanciare l’economia e i consumi, per far quindi respirare i bilanci familiari”.
Ma quanto costerà questo settembre nero? Per Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori i rincari saranno di circa mille euro, senza contare alcune grandi città come Milano o Roma dove gli incrementi dei prezzi dei taxi, dei biglietti autobus e metro e quelli dei treni, oltre a piccoli incrementi (ticket d’ingresso nelle città) renderanno più “salato” il peso sui cittadini, che potrebbero pagare 2mila euro in più.
Non solo la pasta quindi tra i prodotti “banditi”. Telefono Blu Consumatori ha indetto una manifestazione contro il carovita dallo slogan semplice e chiaro: “Lo sciopero inizia dal mattino ... niente caffé e niente cappuccino”.
"Il caffè lo facciamo a casa il giorno 13 - ha dichiarato il presidente dell'Associazione Pier Orsoni - e nei giorni successivi andremo a berlo solo dove costa meno. Il consiglio è dunque: chi farà i prezzi buoni sarà premiato, gli altri no. I responsabili non sono solo i gestori dei bar, ma soprattutto la distribuzione, che vorrebbe un aumento medio di 10 centesimi, una richiesta priva di ogni motivazione".

Fonte : ALICE NOTIZIE