IL TERREMOTO DEI SILENZI
Ad Augusta c' è stato il terremoto, ma fuori di Augusta non si è saputo.
Un'attenta campagna di disinformazione, di silenzio e di non-verità ha coperto il dramma di una Città rimasta sola, con cinquemila senzatetto, con metà delle chiese e delle scuole inagibili, che debbono sopperire con turni alle esigenze di fedeli e studenti.
Non sono stati risparmiati neanche altri edifici pubblici; la circolazione è impazzita.
Sola Augusta lo è stata da sempre, ma in questo caso occorre dire che a qualcuno, amministratori compresi, questa solitudine ha giovato: pur essendoci una base operativa della Marina Militare forte di almeno duemila effettivi, i primi mezzi dell' esercito sono spuntati solo dopo una settimana, mentre altrove, in altre occasioni, dopo 48 ore i mezzi dell'esercito erano già operanti.
Vi siete mai chiesti perché 12.000 senzatetto non fanno notizia? Perché 12 morti son "pochi"?
Perché l' epicentro è stato artificiosamente spostato 55 Km più a sud?
Perché stampa e Tv sono andate a Carlentini?
Perché del terremoto di Augusta nessuno sa niente?
E' ovvio: perché di fronte all' opinione pubblica Augusta non deve esistere, oppure tutto deve apparire normale, anche se ad Augusta si sta consumando una tragedia per "interessi di Stato".
Il porto di Augusta con le sue 4.100 navi che vi transitano ogni anno, con i 36.000.000 di tonnellate di merci varie che vi transitano, con i suoi 1.200 miliardi l' anno di diritti doganali che fa entrare gratis nelle casse dell' erario, rappresenta un polo economico non indifferente.
Ma c'è dell'altro: attorno al porto di Augusta sono state concentrate le industrie chimiche e petrolchimiche più inquinanti, quelle industrie che forniscono materiali di consumo per l' intera Italia, l' Europa e il Nord-Africa e che fruttano allo Stato altri 20.000 miliardi l'anno.
Una Città che deve apparire normale anche di fronte alla più evidente emergenza.
Una città che non deve fare notizia, ma che deve rendere allo Stato in termini di denaro e di merci, anche se questi sono macchiati di sangue e di sudore.
Ad Augusta il polo petrolchimico ha portato il benessere, ma il benessere ha portato l'inquinamento e l' inquinamento ha portato la morte all' ecosistema, e i danni alla salute di chi vive dentro o a ridosso delle fabbriche.
Per questo benessere ad Augusta il cancro uccide un abitante su tre;
per questo benessere i pesci del mare di Augusta sono morti a migliaia di tonnellate;
per questo benessere i bambini di Augusta nascono malati;
per questo benessere la gente di Augusta è da decenni alle prese con malattie allergiche dell' apparato respiratorio e della pelle.
Per questo benessere il lavoro ad Augusta, paradosalmente non serve per vivere, ma per morire.
Per questo il terremoto ha avuto epicentro prima a Noto e poi a Carlentini, per questi motivi nessuna Autorità politica nazionale si è fatta vedere ad Augusta e dintorni dopo il terremoto, ad eccezione del Ministro per la Protezione civile Lattanzio il quale, a Siracusa, ha dichiarato che «quando hanno saputo del terremoto in questa zona hanno temuto il peggio».
Poi ci ha pensato la "guerra del Golfo" a stendere un' altra cortina di silenzio su una tragedia, per quest' altra volta, solo sfiorata.
E così ancora una volta Augusta è stata lasciata sola, in mano ad una amministrazione inesistente, dove i pseudo amministratori, impegnati nel protagonismo personale, nel dopo-terremoto, lasceranno la loro impronta negativa anche in questo dramma.
Per loro, pur nella tragedia, una coperta in più, un dolce, un pacco dono, una stufa, un giocattolo, rappresentano sempre una merce di scambio per un voto alle prossime elezioni.
E subito dall' alto si sono premurati di parlare di soldi, di ricostruzione: una ricostruzione da realizzare in tempi brevissimi: un discorso sulla ricostruzione che appare troppo rapida e sospetta.
Tratto da http://www.lasvolta.net/tds/index1.htm
L'articolo è un pò vecchio, ma per chi, come me, l'ha vissuto, credo sia importante leggerlo...per non dimenticare!!!Chissà cosa realmente abbiamo rischiato quel giorno...chissà cosa rischiano siracusa, priolo, melilli, augusta tutti i giorni...per ciò che mi hanno raccontato all'università noi abbiamo il polo industriale più grande d'Italia (ricordo 18 km di industrie...non vorrei dire fesserie!) ed uno dei più grandi d'Europa. Il più alto tasso di bambini nati malformati in Europa ed uno dei più alti tassi di microcitoma polmonare....a questo punto il rischio sismico diventa forse l'ultimo dei problemi!!!!