Emergenza in Sicilia: palme secolari minacciate da un coleottero
La vita delle splendide palme, esotico tratto distintivo della Sicilia, da tre anni è minacciata da un piccolo coleottero che sembra non demordere.
Ebbene, in soli tre anni, ben 30.000 di queste palme, nelle zone di Palermo, Trapani e Catania sono state colpite da quello che ormai è noto come “killer delle palme”: il punteruolo rosso.
La notizia aggrava una situazione già drammatica per la quale la Regione Sicilia ha appena chiesto lo stato di calamità. Se questa venisse accordata, il passo successivo sarebbe quello di chiedere al Governo centrale la dichiarazione dello stato di emergenza, per poter fronteggiare la situazione con mezzi e risorse adeguate.
Il punteruolo rosso è un coleottero che attacca alcuni tipi di piante in silenzio, in quanto scava gallerie all’interno, con una spiccata preferenza per le palme di sesso maschile: ai primi sintomi evidenti (perdita dell’apice vegetativo e portamento a ombrello delle foglie), l’infestazione è già in stato avanzato e non si può più fare niente.
In 20-30 giorni, con un attacco massiccio, può uccidere una palma di notevoli dimensioni, ma può anche impiegare 4-8 mesi
La dendrochirurgia, ad esempio, pur avendo salvato parecchie decine di palme, ha mostrato i suoi limiti: questa tecnica, importata dalla Spagna, prevede l’asportazione delle foglie malate, la pulitura integrale dell’apice e l’eventuale rimozione delle larve superficiali, ma per molte palme trattate in questo modo non c’è stato nulla da fare.
Sono stati provati anche altri metodi, come l’endoterapia, che consiste in iniezioni di abamectina, un composto diluito, ottenuto da un batterio presente nel terreno, che agisce sul sistema nervoso di molti insetti. Ma anche in questo caso il successo è garantito solo per piccoli insetti.
C’è anche chi sta cercando di contrastare il punteruolo attraverso degli insetti antagonisti, mentre l’ultimo tentativo è studiare la mappa genetica per leggere il Dna del coleottero e ricostruirne la provenienza o la variazione tra individui che attaccano la stessa palma.
Naturalmente non si possono cospargere le piante e le città di prodotti chimici altamente inquinanti e nocivi alla salute per debellare gli attacchi del punteruolo rosso, quindi la tendenza è quella di utilizzare metodi biologici ed avere la collaborazione dei privati.
Il risvolto di quello che è stato definito un vero e proprio disastro ambientale e paesaggistico naturalmente è costituito dagli ingenti danni economici: circa 20.000 euro per la perdita di una palma di 20 metri, circa 1.000 euro il costo medio per l’abbattimento (poi termodistruzione o biotriturazione).
Oltre a ciò, fino a cinque anni fa la Phoenix canariensis era la palma più venduta in Sicilia, mentre adesso le regione, leader nella produzione, sta accusando il colpo. La vendita delle canariensi era la più in voga perché queste crescono in modo facile e rapido, ma purtroppo sono anche quelle preferite dal punteruolo per le fibre e i tessuti più dolci di altre palme.
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