ADN KRONOS
26 NOVEMBRE 2007
Massimo Perla: ''E' inammissibile e ingiustificabile''
Uccide cane per 'arte', dalla Mussolini a Franca Valeri è unanime la condanna
Mentre infuria la polemica sul web, artisti, politici e giornalisti si indignano di fronte alla ''pseudo opera'' di Guillermo Habacuc Vargas. La leader di Azione sociale: ''Merita il carcere''. Mimun: ''Non ci vedo
Roma, 26 nov. (Ign) - ''Merita di andare in carcere'', ''E' un pazzo''. E' unanime lo sdegno di fronte alla ''pseudo opera'' di Guillermo Habacuc Vargas che avrebbe legato in un angolo della sala dove esponeva un cane randagio lasciandolo morire di fame e di sete (guarda lafotogallery e il video).
Così mentre infuria la polemica sul web, anche politici, attori, giornalisti e allevatori di cani hanno detto la loro su una notizia che ha indignato amanti degli animali e non solo di tutto il mondo.
Non ha dubbi Franca Valeri, nota attrice teatrale e televisiva, il cui amore per gli animali è noto. Un amore condiviso con gli amici e colleghi, tra i quali Totò, e che l’ha portata a fondare l’Associazione Franca Valeri a Trevignano. “C’è poco da dire: è un pazzo, un delinquente che merita la galera”, è il suo commento.
“Per un atto di violenza del genere si deve pagare con la galera''. Anche Alessandra Mussolini, che ha da poco perso il suo amato cane, Vargas merita il carcere. ''Non si può uccidere un animale nel nome dell’arte: è troppo comodo. Questa persona non se la può cavare semplicemente con delle scuse”, sottolinea la leader di Azione sociale.
“L’uomo si dimostra spesso inferiore agli animali'', dice Paola Ferrari, giornalista sportiva della Rai, che ha tre cani. ''Non c’è scusante per chi fa violenza nei confronti degli animali. Non ci sono motivazioni per far soffrire così un essere vivente. Il cane è indifeso, si affida all’uomo che ne è responsabile'', aggiunge. ''In Italia per la protezione ancora c’è molto da fare, mentre molto è stato fatto per sensibilizzare le persone contro l’abbandono”, afferma poi la giornalista.
A trovare ''odiose questo tipo di manifestazioni'' è Clemente Mimun, direttore del TG5. ''Ricordo di una Biennale a Venezia in cui un down veniva inserito in un’’opera’ – si fa per dire – d’arte. Sinceramente non ci vedo l’aspetto artistico, solo crudeltà”, aggiunge.
“Nessuna forma d’arte può passare per la morte di un animale'', commenta Massimo Perla, educatore ed allevatore di cani. ''E’ paradossalmente meno oltraggioso un cinese che mangia un cane, visto che si tratta di un atto che fa parte della sua cultura'', aggiunge. ''Sottoporre un animale a una tortura – perché affamarlo e legarlo a una corda è una tortura – è inammissibile e ingiustificabile”, sottolinea.