IL TIRRENO
12 SETTEMBRE 2007
Dopo il morso alla bambina di 3 anni
Abbattere quel cane? Non si può
I veterinari: "Abbiamo precise regole da seguire. Ci vorrebbe una forzatura..."
Pierpaolo Poggianti
LIVORNO. «L’abbattimento di un animale? Solo in caso di malattia in fase terminale che provochi inutile sofferenza. Io, personalmente, non ucciderei in nessun caso un animale sano, ma, in teoria, potrei decidere di farlo se lo ritenessi un pericolo per la comunità». Fiammetta Sandri, segretario dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Livorno, prova a far luce su una vicenda che ha spaccato in due l’opinione pubblica. Il caso della bambina morsa più volte dal cane di famiglia ha sollevato, infatti, un dibattito tra chi si schiera per la difesa della tranquillità domestica e chi, invece, tutela a oltranza il diritto alla vita dell’animale.
La legge sta nel mezzo. Non prevede l’uccisione per i “morsicatori”, ma lascia i veterinari liberi di fare le loro valutazioni.
- Quando capitano queste cose - racconta ancora Sandri - noi abbiamo precise procedure da seguire. O riscontriamo un’effettiva pericolosità dell’animale o non possiamo fare niente. L’abbattimento è una risorsa estrema, che, ogni dottore, può rifiutarsi di effettuare in base ai propri principi -.
Provvedimenti legislativi, quindi, ma anche molta etica dietro alle scelte dei medici. - Chi fa questo mestiere - ammette Raffaello Fazzini, veterinario della clinica “Campo di Marte” ed ex responsabile del centro addestramento cinofilo dei carabinieri di Firenze - lo fa per passione e amore degli animali. Per questo difficilmente si trova un medico compiacente che si assuma la responsabilità di uccidere un cane sano. Nel caso specifico, poi, siamo di fronte a un esemplare di una razza non aggressiva e di taglia media. Ci sono mille altri modi per renderlo inoffensivo senza ricorrere a rimedi estremi -.
Il carattere di un cane, come quello dell’uomo, si forma nei primi anni di vita e una buona educazione può anticipare molti problemi comportamentali. «Anche successivamente, però, ci sono altre soluzioni - racconta Sandri - per evitare l’iniezione letale. A volte possono bastare alcune sedute con un educatore, in altri casi è la famiglia a non essere adatta al cane e quindi è sufficiente cambiare affidamento. Altrimenti rimane la possibilità del canile che è sempre meglio dell’abbattimento. -
Ultima possibilità rimane la soppressione che viene generalmente effettuata con una iniezione, dopo l’anestesia generale, di un farmaco che blocca i centri respiratori. Bastano un centinaio di euro e il “gioco” è fatto. - Il problema è anche questo - continua Sandri - che è un intervento alla portata di tutti e quindi affrontato senza troppo pensieri. A volte i padroni riflettono molto di più su un intervento per salvare il cane, ma che magari è più impegnativo e costoso. Si tratta solo di trovare qualcuno con pochi scrupoli. Poi basterà un certificato da inviare all’Asl firmato da veterinario e padrone per “archiviare” la pratica -.
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IL TIRRENO
12 SETTEMBRE 2007
Il Padre
"Non lo voglio più in casa mia invece sono costretto a tenerlo"
Altri otto giorni per la valutazione del servizio veterinario
LIVORNO. Sta meglio la bambina di tre anni azzannata al volto domenica sera dal cane di famiglia. «Il dolore le sta passando - racconta il padre - e pian piano ha ricominciato a mangiare. Dovrà ancora stringere i denti, ma il peggio, spero, è alle spalle».
Il ricordo dell’aggressione è ancora fresco e la sua posizione nei confronti dell’animale è rimasta la stessa, non tornerà mai in casa.
- Non capisco come ci si possa ritrovare in questa assurda situazione - continua - sono costretto a tenere in casa l’animale che ha ferito ripetutamente mia figlia, oltre a sua zia e sua nonna. L’alternativa è ricorrere a metodi illegali o veterinari compiacenti, ma io non voglio fare niente contro la legge-.
Già dopo il primo attacco alla bambina, che si era risolto con un grosso spavento e un graffio profondo e vicino all’occhio, il padre aveva chiesto, infatti, la soppressione del cane. - Il veterinario mi aveva risposto che sarebbero potuti intervenire solo dopo un’evidente e ripetuta prova della pericolosità. In pratica, serviva un’altra aggressione. Ma dal 2004 è cambiata la legge per la tutela degli animali, le procedure si sono allungate e, nonostante i ripetuti morsi, il nostro cane non viene ancora considerato pericoloso. Deve succedere una disgrazia? Non mi sembra neanche giusto che io debba accollarmi le spese per il mantenimento del nostro Pinscher dopo tutto quello che ci ha fatto. Oltre il danno, pure la beffa -.
Il problema è legato alla classificazione dell’animale. Il cane è un Pinscher, una razza simile al dobermann, ma non considerata pericolosa sia per la taglia, media, sia per il comportamento, generalmente tranquillo.
- Io capisco tutte le cautele e le valutazioni fatte dai veterinari - continua il padre - capisco anche che ci possono essere state delle responsabilità nell’educazione dell’animale e che possa avere reagito per gelosia nei confronti di mia figlia, ma possibile che nessuno capisca le mie ragioni nel non volere più quel cane in casa?-
P. Pog.
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IL TIRRENO
12 SETTEMBRE 2007
L’ASL REPLICA
"Non abbiamo alcun titolo per intervenire"
LIVORNO. In merito alla notizia pubblicata sulla morsicatura subita da una bambina da parte del proprio cane desideriamo comunicare al genitore dell’interessata, e al giornale stesso che l’Azienda sanitaria locale non ha il minimo titolo, se non in casi particolari, in tema di autorizzazione all’abbattimento di un animale. Il servizio veterinario può abbattere un animale, infatti, solo su disposizione della Magistratura o tenerlo sotto osservazione per i dieci giorni successivi a una morsicatura per poi decidere come comportarsi.
L’interessato aveva tre strade a disposizione. Poteva, prima di tutto, rivolgersi ad un qualsiasi veterinario privato il quale poteva disporre, se concorde sulla pericolosità, la soppressione del Pinscher, animali tradizionalmente tranquilli e di piccola taglia. Seconda possibilità era l’affidamento dell’animale a un canile privato pagando, però, quanto necessario al mantenimento dello stesso. Oppure, altra soluzione, poteva rivolgersi ad una tra quelle associazioni animaliste che spesso si fanno lodevolmente carico del problema. Azienda USL 6 Livorno