di antoniorandazzo il 07 lug 2008 10:14
E per allargare le conoscenze con opinioni diverse ecco a Voi la lettera pubblicata sulla Sicilia di oggi da uno dei tanti siracusani che sono abituati a pensare con la loro testa.(scannarizzata e trasformata in file per rendere un servizio completo, come sono abituato a fare)
Difendiamo i nostri tesori
«Chi vuole comprare il teatro Greco dì Siracusa?». Sembra questa la proposta dell'assessore regionale ai Beni culturali Antonello Antinoro. Privatizzare i più bei monumenti della Sicilia, tra cui anche il Teatro Greco di Siracusa, è una proposta che va subito rigettata. I beni culturali della nostra città non appartengono solo alla Sicilia o all'Italia, ma sono patrimonio di tutta l'Umanità. Affidare a imprenditori la gestione dei beni culturali, esclusivamente allo scopo di fare cassa, potrebbe comportare conseguenze disastrose e irrimediabili. Innanzitutto, questa idea, falsamente innovatrice, apparirebbe ai cittadini come una rinuncia da pane dell'Ente Pubblico al proprio dovere di difendere, tutelare e promuovere i beni culturali e ambientali che appartengono a tutti. Infatti, come detta la Legge regionale n. 80 del 1977 eNorme per la tutela, la valorizzazione e l'uso sociale dei beni culturali ed ambientali della Regione Siciliana», l'obiettivo della Regione non è solo quello della tutela e della conservazione del patrimonio storico-artistico dell'Isola, ma è anche quello di favorire la loro fruizione sociale, in quanto bene collettivo. Inoltre, il Teatro Greco di Siracusa, così come tutti gli altri siti archeologici e ambientali siciliani di incommensurabile valore, non può e non deve essere ceduto a privati, perché necessita di una gestione che va ben oltre le logiche di profitto, in quanto richiede una continua cura che i privati non possono garantite. In verità, quale soggetto privato si addosserebbe i bisogni della collettività?
Risulta difficile credere che la gestione privata di questi gioielli garantisca la reale salvaguarda e la fruizione pubblica. Anzi, attualmente, accade spesso che la gestione da parte di privati di specifici servizi lasci molte persone insoddisfatte. Inoltre, un cattivo uso di questi beni rischierebbe di compromettere seriamente la conservazione e l'integrità di questi beni, facendo progressivamente perdere il proprio valore archeologico, storico, artistico, cul¬turale, ambientale e turistico. L'afflusso non regolato ai siti e ai palazzi, le concessioni d'uso improprie o non adeguatamente controllate, l'esercizio di servizi a scopo di lucro e la creazione di eventi per attirare i visitatori, sono a volte pericolosi per l'integrità dei beni. Per evitare tutto ciò, occorre che la Regione con il più alto numero di dipendenti (circa 20 mila) definisca, facendo operare al meglio i propri dipendenti, un serio progetto di valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale siciliano. Bisogna salvaguardare non solo i beni culturali, intesi come beni monumentali o archeologici, ma anche i nostri tesori paesaggistici e ambientali, spesso sottovalutati, per valorizzare al massimo il turismo nel nostro territorio. A tale scopo, rivolgo un appello in particolare all'Assessore regionale al Turismo, Giambattista Bufardeci, già sindaco di Siracusa, al quale chiedo di agire con fermezza allo scopo di incrementare il turismo nella nostra città e in tutta la Sicilia, valorizzando i beni culturali e ambientali, e promuovendo la bellezza del paesaggio attraverso una politica seria di riqualificazione dell'intero territorio.
FAUSTO CAMPISI