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Immigrati soccorsi e rimpatriati.Vergogna tutta italiana

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Immigrati soccorsi e rimpatriati.Vergogna tutta italiana

Messaggiodi antoniorandazzo il 09 mag 2009 18:41

Copio e incollo.
Dal quotidiano La Repubblica" del (9 maggio 2009)
Parlano i militari delle motovedette italiane che hanno riportato in Libia i migranti
Solo un giovane del Mali è riuscito a nascondersi ed è sbarcato a Lampedusa: "Miracolato"
"Ho eseguito gli ordini ma mi vergogno
Quei disperati ci chiedevano aiuto"
dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO

"Ho eseguito gli ordini ma mi vergogno Quei disperati ci chiedevano aiuto"
LAMPEDUSA - "È l'ordine più infame che abbia mai eseguito. Non ci ho dormito, al solo pensiero di quei disgraziati", dice uno degli esecutori del "respingimento". "Dopo aver capito di essere stati riportati in Libia - aggiunge - ci urlavano: "Fratelli aiutateci". Ma non potevamo fare nulla, gli ordini erano quelli di accompagnarli in Libia e l'abbiamo fatto. Non racconterò ai miei figli quello che ho fatto, me ne vergogno".

Parlano i militari delle motovedette italiane - quella della Guardia di Finanza, la "Gf 106" e quella della Capitaneria di porto, la "Cpp 282" - appena rientrati dalla missione rimpatrio. Sono stati loro a riportare in Libia oltre 200 extracomunitari, tra i quali 40 donne (3 incinte) e 3 bambini, dopo averli soccorsi mercoledì scorso nel Canale di Sicilia. Un "successo", lo ha definito il ministro Maroni, che finanzieri e marinai delle due motovedette non condividono anche se hanno eseguito quegli ordini. Niente nomi naturalmente, i marinai delle due motovedette rischierebbero quanto meno una punizione se non peggio. Ma molti non nascondono il loro sdegno per quello che hanno vissuto e dovuto fare. "Eravamo impegnati in altre operazioni - dicono fiamme gialle e marinai della capitaneria - poi improvvisamente è arrivato l'ordine di andare a soccorrere quelle tre imbarcazioni, di trasbordarli sulle nostre motovedette e di riportarli in Libia".

Non è stato facile, a bordo di quelle carrette del mare c'erano donne incinte, tre bambini e tutti gli altri che avevano tentato di raggiungere Lampedusa. "Molti stavano male, alcuni avevano delle gravi ustioni, le donne incinte erano quelle che ci preoccupavano di più, ma non potevamo fare nulla, gli ordini erano quelli e li abbiamo eseguiti. Quando li abbiamo presi a bordo dai tre barconi ci hanno ringraziato per averli salvati. In quel momento, sapendo che dovevamo respingerli, il cuore mi è diventato piccolo piccolo. Non potevo dirgli che li stavamo portando di nuovo nell'inferno dal quale erano scappatati a rischio della vita".

A bordo hanno anche pregato Dio ed Allah che li aveva risparmiati dal deserto, dalle torture e dalla difficile navigazione verso Lampedusa. Ma si sbagliavano, Roma aveva deciso che dovevano essere rispediti in Libia. "Nessuno di loro lo aveva capito, ci chiedevano come mai impiegavamo tanto tempo per arrivare a Lampedusa, rispondevamo dicendo bugie, rassicurandoli".

La bugia non è durata molto, poco prima dell'alba qualcuno ha notato che le luci che vedevano da lontano non erano quelle di Lampedusa ma quelle di Tripoli. Alla fine i marinai italiani sono stati costretti a spiegare: "Non è stato facile dire a tutta quella gente che li avevamo riportati da dove erano partiti. Erano stanchi, avevano navigato con i barconi per cinque giorni, senza cibo e senza acqua. Non hanno avuto la forza di ribellarsi, piangevano, le donne si stringevano i loro figli al petto e dai loro occhi uscivano lacrime di disperazione".

Lo sbarco a Tripoli è avvenuto poco dopo le sette del mattino: "Vederli scendere ci ha ferito tantissimo. Ci gridavano: "Fratelli italiani aiutateci, non ci abbandonate"". Li hanno dovuti abbandonare, invece, li hanno lasciati al porto di Tripoli dove c'erano i militari libici che li aspettavano. Sulla banchina c'erano anche i volontari delle organizzazioni umanitarie del Cir e dell'Onu, ma non hanno potuto far nulla, si sono limitati a contare quei disperati che a fatica, scendevano dalla passerelle delle motovedette per tornare nell'inferno dal quale erano scappati. Le donne sono state separate dagli uomini e portati in "centri d'accoglienza" vicino Tripoli. Non si sa che fine faranno.
Solo uno è riuscito a sfuggire al rimpatrio. Un ventenne del Mali che aveva intuito cosa stava succedendo a bordo e si era nascosto sotto un telone. Ha messo la testa fuori solo quando la motovedetta della Finanza è attraccata a Lampedusa, ha aspettato che a bordo non ci fosse più nessuno e poi è sceso anche lui. È stato rintracciato mentre passeggiava nelle strade dell'isola ed ha subito confessato. Adesso si trova nel centro della base Loran di Lampedusa. Un miracolato.

Mi associo al sentimento di vergogna per questo atto infame commesso con ordini di chi governa condizionato da leghisti di bassa lega e razzisti. Vergogna per loro e per tutti i razzisti ovunque si trovino, compresi alcuni dei nostri utenti benpensanti.
Amen
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Re: Immigrati soccorsi e rimpatriati.Vergogna tutta italiana

Messaggiodi antoniorandazzo il 10 mag 2009 16:09

Copio e incollo questo messaggio che ho ricevuto:
barconi dei disperati
Cari Rita e Carlo, ma cosa ci aspettiamo da un governo, da una classe politica in genere e da una società civile intorpidita ed addormentata? Si accetta senza fiatare che 227 disgraziati vengano difatti condannati a morte o ad atroci sofferenze, così come si accetta che si spendano 12 miliardi di euro per 131 aerei...altro che ricostruzione in Abruzzo....Mi vergogno del nostro governo, ma mi aspetterei di più da noi, dall'opposizione parlamentare o meno, dalla Chiesa e dalle religioni in genere....per es. un presidio silenzioso e non violento giorno e notte davanti la prefettura di Siracusa fino a quando il governo non dichiarerà che non respingerà più barconi di disperati, magari decidendo di comprare un aereo in meno e con quei fondi finanziare l'integrazione di migliaia di stranieri....

e ancora:
Leggete ...

Scosso dagli ultimi provvedimenti governativi di respingimento
degli stranieri che cercano rifugio in Italia, e dopo avere letto i racconti di
profughi dalla Libia, ho scritto la seguente e-mail titolata "Cosa avete
fatto?" alla segreteria del Ministro degli interni e al sito del Governo:

Sig.
Ministro degli interni e Ministri del Governo, vi rendete conto di
quello che
avete fatto a 227 disperati che cercavano rifugio nel nostro
paese? Sapete dove
sono ora? Mi viene da dire che li avete rimandati
"all'inferno"!
Avete mai
letto i racconti dei profughi scampati ai trattamenti disumani in
Libia?
(vedete l'allegato che riporta anche un articolo di oggi)
Non so se credete nel
Vangelo. Comunque mi pare venuto il momento di
ricordare le parole di quel Gesù
che fu rifiutato e crocifisso, che è
risorto, siede alla destra del Padre e
verrà a giudicarci: ". Via, lontano
da me, maledetti, nel fuoco eterno. Perché
ho avuto fame e non mi avete
dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete
dato da bere; ero forestiero
e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete
vestito, malato e in carcere e
non mi avete visitato."
Meditate!

Pierangelo
Monti
Good Samaritan ONLUS
Ivrea

e altro ancora:
RESPINGIMENTI IN LIBIA 8/5/09
? Il respingimento in Libia di centinaia di persone provenienti dall’Africa è la misura di quanto barbara stia sempre più diventando la civiltà di cui siamo andati tanto fieri. Di mostri terribili l’Europa ne ha sempre partoriti. Basti solo pensare al secolo scorso: fascismo, nazismo, stalinismo, antisemitismo eccetera eccetera. Ma il virus letale pare che sia inestinguibile e continua a ridurre a simulacri di cartone semi di autentica civiltà quali furono la civiltà greca, il cristianesimo, il rinascimento, l’illuminismo.
? E in questa Europa che in realtà è sempre stata capace di produrre ed esportare sfruttamenti e colonialismi, l’Italia si distingue sempre più per l’imbarbarimento dei suoi costumi prima e delle sue leggi poi in tema di accoglienza di persone che fuggono dalla fame o dalla violenza.
? Con il respingimento in Libia dei disperati delle carrette di mare l’Italia viola la convenzione di Ginevra.
? La Libia che quella convenzione non ha firmato, non garantisce assolutamente la dignità e addirittura la vita di coloro che sono respinti.
? I Paesi da cui provengono quei poveracci, se se li vedono recapitare a casa, ovviamente gliela fanno pagare.
? E non è da dimenticare che l’Italia in ogni caso non si è mai data una legge organica che regola la materia del diritto di asilo.
? L’ Italia, si dice , è un paese che condanna il razzismo. Sono però sempre più inquietanti le espressioni delle forze di governo relative agli stranieri (ultima, quella che ci arriva da Milano riguardo i posti riservati ai milanesi su tram e metrò, penultima la richiesta di denunziare i genitori non regolari che iscrivono i figli a scuola, terzultima la richiesta di denunziare i clandestini che si rivolgono al nostro sistema sanitario ).
? Se a questo aggiungiamo che lo sfruttamento degli immigrati è prassi consolidata specialmente dalle nostre parti (vedi la…normalità del lavoro in nero), che gli si affittano locali a prezzi esosi pur trattandosi di stamberghe, che vengono dipinti come portatori di delinquenza e malattie, che c’è un business enorme sugli immigrati che, per esempio, si manifesta in una miriade di corsi scolastici che per come sono impostati, hanno una efficacia tutta da dimostrare; allora possiamo vedere come stiamo scivolando su crinali pericolosi per la nostra democrazia e per quel senso etico che dovrebbe connotarci.
Nella chiesa non ci sono stranieri, non ci sono non – cittadini.
Credo che sempre di meno ci viene facile riconoscerci in istituzioni che pretendono il nostro rispetto “per principio” e non alla luce dei fatti che pongono.
Per quanto ci riguarda, la nostra casa era e rimane aperta a tutti a cominciare da chi è stato spogliato dei diritti fondamentali e non è altro che un semplice essere umano. Prendiamo assolutamente le distanza da persone ed istituzioni che di moderno hanno solo il telefonino e il computer e per il resto hanno la clava, il perizoma e una protuberanza sul collo.
Padre Carlo
Parrocchia di Bosco Minniti - Siracusa

e ancora:
Cari amici
Vi invito a partecipare al Convegno "Sacro è lo straniero"
promosso dall'Associazione Pubblic/azione, che si terrà a
Siracusa nei giorni 22, 23, 24 maggio.
Sebastiano Anastasi

Il nome che abbiamo scelto per la nostra associazione e per
i Quaderni (le monografie in cui sono pubblicati gli atti
dei convegni, i dibattiti e l'esito delle nostre
ricerche), richiama il termine public-ation (col trattino)
con il quale lo psicoanalista inglese W. R. Bion indica
l'atto del rendere pubblica un'idea o un emozione, che
considera l'operazione fondamentale dell'attività
scientifica senza la quale non è dato, per l'individuo o
per l'umanità, progredire nella conoscenza. La
pubblic-azione è quindi l'esito felice della
pensabilità e l'inizio delle vicissitudini dei pensieri.
La pensabilità, dapprima motivo di riflessione di un
gruppo di studio costituito soprattutto da psicoanalisti di
gruppo, è diventata dal 2002 con la fondazione
dell'associazione l'oggetto di studio anche per i
filosofi, i sociologi, i giuristi, gli artisti, i
matematici, gli urbanisti ecc., che hanno condiviso il
nostro programma di ricerca, cosicchè, pur restando la
psicoanalisi custode del metodo, la nostra concezione della
pensabilità si è allargata fino ad interessare tutte le
forme della conoscenza.

Il titolo scelto per il convegno "Sacro è lo
straniero" trae motivazione da più stimoli . Intanto
dalla sintesi dei temi dello straniero che l'INDA ha
scelto per il ciclo delle rappresentazioni del 2009, e del
sacro, che è un argomento di ricerca avviato da
Pubblic/azione ed anche dalla richiesta di approfondimento
proveniente dall'attualità dei movimenti migratori. Da
una parte si vuole confrontare il principio culturale della
tradizione classica dell'area mediterranea per cui lo
straniero era sacro, e colpevole di empietà colui il quale
non lo trattasse come tale, con l'attuale cultura della
clandestinità; dall'altra considerare da un'ottica
psicoanalitica il sacro, che è anche l'orrifico, e lo
straniero che è presente in ognuno di noi e che è
rappresentabile con il perturbante. Il metodo è quello
consolidato dell'interdisciplinarietà, con contributi di
studiosi di varia provenienza: psicoanalisti, filosofi,
artisti, giuristi, storici, mitologi.

Si allega la locandina del Convegno e il programma delle tre
giornate



[Allegato : locandina_sacro_straniero.pdf]
[Allegato : programma_sacro_straniero.pdf]
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Re: Immigrati soccorsi e rimpatriati.Vergogna tutta italiana

Messaggiodi cariap il 14 mag 2009 12:44

Dal balcone di casa nostra a Siracusa si vede il mare che dallo Ionio diventa canale di Sicilia, un mare che odora di africa vicina, di fruscii di vele antiche, un mare dove un grande siciliano di altri tempi, Tomasi di Lampedusa, sentiva ancora le sirene cantare in greco antico, dove oggi, allo sciacquio delle onde, si mischiano le voci dei sogni, delle speranze, delle paure incrostate di sale di tanti miei fratelli. Passano da casa nostra i fratelli, da una casa dove si mischiano lingue, dove l’italiano crea armonie con il mongolo, il francese, l’arabo, il tamashek dei tuareg, il dioulà della Costa d’Avorio, e preghiere cristiane, musulmane, bahai, diventano una sola musica al dio comune, e dove si raccontano ancora storie come sotto i grandi alberi dei villaggi burkinabè o nelle gher sperdute fra il mare d’erba nelle notti di stelle e lupi lontani. Sono storie di vite fra l’orrore e il gusto giovane dell’avventura, così simili a quelle che leggevamo nei libri di Conrad in lontanissime notti da adolescenti e che pagina dopo pagina facevano nascere la consapevolezza di essere tutti cittadini di uno stesso mondo, dalle oasi del Niger profumate di menta, ai deserti di fuoco dell’Eritrea, dalle umidità delle giungle di Ceylon al grande cuore d’erba delle steppe asiatiche, e che il fiume della vita è una corrente unica in cui può essere dolce lasciarsi andare senza avere paura del proprio amore.

Questa è, per quello che vale, una piccola testimonianza di solidarietà che ho mandato, qualche giorno fa, al sito http://www.mongolia.it cui collaboro, lo giro anche al vostro per ricordarci che c'è anche un'altra Italia oltre quella becera e razzista che oggi sembra prevalere.
ciao, Carmelo Iapichino
cariap
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Re: Immigrati soccorsi e rimpatriati.Vergogna tutta italiana

Messaggiodi antoniorandazzo il 14 mag 2009 15:38

cariap ha scritto:Dal balcone di casa nostra a Siracusa si vede il mare che dallo Ionio diventa canale di Sicilia, un mare che odora di africa vicina, di fruscii di vele antiche, un mare dove un grande siciliano di altri tempi, Tomasi di Lampedusa, sentiva ancora le sirene cantare in greco antico, dove oggi, allo sciacquio delle onde, si mischiano le voci dei sogni, delle speranze, delle paure incrostate di sale di tanti miei fratelli. Passano da casa nostra i fratelli, da una casa dove si mischiano lingue, dove l’italiano crea armonie con il mongolo, il francese, l’arabo, il tamashek dei tuareg, il dioulà della Costa d’Avorio, e preghiere cristiane, musulmane, bahai, diventano una sola musica al dio comune, e dove si raccontano ancora storie come sotto i grandi alberi dei villaggi burkinabè o nelle gher sperdute fra il mare d’erba nelle notti di stelle e lupi lontani. Sono storie di vite fra l’orrore e il gusto giovane dell’avventura, così simili a quelle che leggevamo nei libri di Conrad in lontanissime notti da adolescenti e che pagina dopo pagina facevano nascere la consapevolezza di essere tutti cittadini di uno stesso mondo, dalle oasi del Niger profumate di menta, ai deserti di fuoco dell’Eritrea, dalle umidità delle giungle di Ceylon al grande cuore d’erba delle steppe asiatiche, e che il fiume della vita è una corrente unica in cui può essere dolce lasciarsi andare senza avere paura del proprio amore.

Questa è, per quello che vale, una piccola testimonianza di solidarietà che ho mandato, qualche giorno fa, al sito http://www.mongolia.it cui collaboro, lo giro anche al vostro per ricordarci che c'è anche un'altra Italia oltre quella becera e razzista che oggi sembra prevalere.
ciao, Carmelo Iapichino

Quoto e ti ringrazio anche a nome di tanti che non riescono ad esprimere i propri sentimenti.
Grazie Carmelo, grazie a te per le splendide parole di speranza per coloro che soffrono.
Ciao e benvento in questo forum
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