Fra tre giorni parte l’orario estivo di Trenitalia, un vero capolavoro umoristico.
C’è infatti una novità sconvolgente: la puntualità. Un obiettivo che Trenitalia, con insuperabile senso della commedia, ha deciso di raggiungere così: non saranno i treni ad adattarsi all’orario, ma l'orario si adeguerà ai ritardi.
Un viaggio che il vecchio orario prevedeva di un’ora, il nuovo orario lo prevede di un quarto d’ora in più. Geniale.
Siamo al medico che al malato terminale cui resta poco da vivere infonde ottimismo suggerendo di calcolare settimane di tre giorni. Difficile ridere se si pensa al resto.
Le ferrovie italiane sono l'immagine di come il mondo sarebbe dopo un disastro nucleare. Non che i treni non partano, è che spesso non arrivano, si rompono, si sciolgono, talvolta si smaterializzano.
Le carrozze si chiamano così perché ricordano le diligenze del Far West, vai in bagno, dove la carta è di cuoio, e pare sempre che prima di te sia entrata a evacuare una vacca impazzita, mentre i tramezzini al bar, deleteri per il patrimonio genetico, sono buoni come segatura riciclata.
Quanto ai ritardi c’è gente che da un mese sta ancora aspettando una coincidenza, visto che in Trenitalia hanno una diversa percezione della dimensione temporale.
Viaggiare in treno in Italia non è una scelta. E’una punizione. Pare che Trenitalia voglia anche combattere la sporcizia sui sedili eliminandoli e rendere le toilette frequentabili sradicando water e lavabo. Rivoluzioni che presto arriveranno, intanto godiamoci il nuovo orario, col quale Trenitalia ha sostituito l’alta velocità con l’alta comicità.
Eppure a me piace viaggiare in treno