Tumori/ In Sicilia allarme per il petrolchimico di Gela
Casi di tumore superiori alla media, bimbi malformati e cittadini accusati di subire tutto questo, in silenzio, senza ribellarsi. Questi i drammi che colpiscono da anni le popolazioni di Gela, Augusta, Priolo, Melilli, quadrilatero industriale della Sicilia, salito agli onori della cronaca per una protesta, svoltasi a Gela, con i leaders del movimento autonomista regionale. Ma i danni, nel territorio colonizzato dai “giganti” della petrolchimica, si contano già dai primi anni 80. Storia, annosa, dunque, che agli inizi della colonizzazione industriale, vede la nascita di comitati spontanei pronti a smentire le accuse ed a ribellarsi, presentando esposti alla Magistratura.
Nel 2002 la Procura sequestrò un impianto Agip di Gela perché produceva un rifiuto del petrolio, il pet -coke, senza autorizzazioni. L’impianto venne riaperto, dopo sfilate per il suo dissequestro, imposizione di limiti rigorosi alla produzione di pet-coke e nuove regole fissate dal decreto Ronchi, che annoverò questa sostanza tra i combustibili e non tra i rifiuti. Nel 2005 i cittadini di Priolo, Melilli e Augusta presentarono un esposto alla Procure della Repubblica di Catania e Siracusa per verificare la legittimità di nuovi insediamenti industriali, tra cui un termovalorizzatore ad Augusta, il cui provvedimento viene sospeso dal Ministero agli inizi di quest’anno, ma ancora resta in piedi la vertenza della riconversione degli impianti per consentire di dare lavoro agli addetti ( 120). Lavoratori, così, doppiamente vittime, della paura di morire e di perdere il lavoro. Un altro dramma che si aggiunge agli effetti dell’inquinamento, che tra Gela ed i centri del comprensorio siracusano ha prodotto risultati inquietanti, confermati anche dall’OMS.
“I dati del Centro nascite di Augusta- si legge nell’esposto- dimostrano un aumento progressivo del numero di nati con difetti congeniti; si passa dall’1,5% del 1980… fino ad un picco del 5,6% nell’anno 2000”. I dati sulle malformazioni congenite nei nuovi nati restano allarmanti anche a Gela, confermati anche da uno studio condotto dalla Sezione di epidemiologia dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, sede di Pisa: dal 1991 al 2002 nell'area sono stati accertati 520 casi di malformazioni su 13.060 nuovi nati. Nell’area del Comune di Gela si registrano anche casi di tumore allo stomaco, tumore al colon retto e al fegato, con una mortalità che risulta per tutti i tumori, superiore alla media regionale. Ad Augusta la mortalità tumorale sale persino al 30%, mentre l’esposizione al cancro è del 60%, contro il 25% dell’Italia. Un dato è certo: a Gela non ci saranno ulteriori colonizzazioni industriali e nemmeno chiusure indiscriminate che potrebbero avere ripercussioni occupazionali, ma solo interventi decisi e concreti per garantire la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini.
Lo sostiene il sindaco della città, Rosario Crocetta. “La vertenza della nostra zona- afferma Crocetta- dura da 40 anni e da tre anni abbiamo ottenuto un programma di investimenti orientati alla sicurezza ambientale: 150 milioni di euro. Di concerto con 5 Ministeri ( Salute, Ambiente, Lavoro, Economia,Infrastrutture) abbiamo anche aperto, dopo 40 anni, una vertenza nazionale per intervenire nella sicurezza degli impianti, per evitare fughe di sostanze, per incentivare l’utilizzo di acqua potabile, per usare più metano e meno petrolio. Ci vuole concretezza e non manifestazioni dal sapore propagandistico, come quella organizzata nei giorni scorsi dai politici palermitani e catanesi. E’ incomprensibile, è come se noi di Gela andassimo a fare la protesta per il termovalorizzatore che sarà attivato Catania e che, tra l’altro, inquina molto di più”.
Rosalba Mancuso
fonte: http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/tumori0503.html?pg=2