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Riflessioni e Racconti del Cuore : Poesia, lettura e altre forme di arte - 6
 
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Riflessioni e Racconti del Cuore

Angolo della letteratura dedicato ai "divoratori" di libri, amanti di poesie, composizioni e altre forme d'arte e cultura

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Messaggiodi acid il 15 mag 2007 23:43

In una notte fredda e tempestosa un grosso volatile non ben identificato si trovava nella jungla, lontano dal proprio nido per una sopraggiunta tempesta che gli aveva fatto perdere l’orientamento.
Il volatile se ne stava rannicchiato in mezzo all’erba, quando un elefante di passaggio, anche lui lontano dal gruppo, lasciò cadere una mastodontica cacca, che imprigionò il volatile, ma lo tenne almeno al riparo dalle intemperie.
Il volatile si lamentava della situazione piagnucolando perché lui nel suo gruppo aveva un certo peso sociale e chissà cosa avrebbero detto gli altri se lo avessero visto così.
Il tempo non migliorava ed il volatile continuava le sue lamentazioni.
Dopo poco tempo passò di lì un jaguaro che lo sentì piagnucolare, guardò seccato il volatile prigioniero ma decise di toglierlo da quella posizione sconcertante.
Con grande attenzione tirò fuori gli artigli e lo liberò dalla sgradevole posizione e, mentre quest’ultimo si profondeva in ringraziamenti, lo sollevò in alto senza che il volatile avesse subito nemmeno un graffietto, lo guardò attentamente, lo vide pulito e molto grasso e se lo mangiò.

Morale della favola: Non sempre chi ti mette in difficoltà…..vuole farti del male e non sempre chi ti toglie dalla difficoltà……vuole farti del bene e soprattutto, quando sei nella M...... stai zitto! 8O :lol:
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Messaggiodi blanche il 16 mag 2007 13:25

molto molto carina... :lol:

ma che c'entra con il tema del topic? 8O

:wink: [.risata.]
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Messaggiodi acid il 16 mag 2007 15:55

Bè, è pur sempre una riflessione del Cuore....o no? :) :lol:
Cuore è da intendersi a 360°....e poi, non tutti hanno la stessa visione di cuore... :roll: 8) :P
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Messaggiodi Evaluna il 26 lug 2007 11:05

La leggenda dei Girasoli : Bella e il suo Signore.

Splendono a luglio i girasoli, col volto eternamente girato verso la luce, inebriati di sole. "Impazziti di luce", come li ha descritti un nostro grande poeta.

I botanici ci insegnano che questi giganti bonari sono giunti a noi dall'Ovest degli Stati Uniti d'America, ma una vecchia storia racconta di come, molti secoli fa, i girasoli illuminassero col loro colore dorato anche i prati delle terre d'Europa. Essi crescevano allora in gran numero specie in Italia, paese del sole.

In quei tempi, dopo che il fatidico anno 1000 era passato senza che il mondo andasse distrutto, i popoli della grande pianura padana avevano trovato finalmente un poco di pace, sia pur nell'avvilimento del servaggio.
A narrare di questo periodo è uscito da poco un libretto intitolato "Il Medioevo nella Valsesia dei Conti di Biandrate", autore Albino Roma, dove vengono narrati, con pagine scorrevoli e di piacevole lettura, i costumi di quei periodi lontani.

Restavano comunque sempre tempi e mondi crudeli: i nuovi padroni avevano portato con loro le loro usanze, talvolta umilianti, alcune spietate. Una delle più difficili da accettare era quella che riconosceva al Signore padrone delle terre, il diritto di possedere per primo, prima ancora del legittimo marito, durante la prima notte di nozze, la sposa di qualsiasi villaggio si trovasse nelle sue terre.

E' anche vero che, molto spesso, si riusciva ad aggirare quell'uso crudele, ne fosse o no consapevole il padrone del luogo, celebrando le nozze di nascosto, rinunciando così gli abitanti del villaggio a quel poco di festa che un matrimonio di poveri avrebbe consentito.... ed il loro Signore al dubbio piacere di un amore consumato con la violenza, soprattutto se la sposa non era una bellezza, e comunque spesso odorosa di letame.

Di questa usanza si narra nel libro che ho citato, e pare sia stata causa di una ribellione del popolo della Valsesia agli odiati Conti di Biandrate.
Ma io voglio raccontare una storia diversa, dalla quale ha origine la leggenda dei girasoli.

Dunque, in uno di questi villaggi viveva una giovinetta che si chiamava Bella, e faceva onore al suo nome, poiché possedeva la bellezza di una mattina d'estate, ma anche la natura mutevole e pericolosa del fuoco; i suoi occhi luminosi non erano mai rivolti umilmente verso la terra: perché Bella era della razza dei servi, ma aveva nel cuore la fierezza dei padroni.

Quando giunse anche per lei il tempo dell'amore, venne dai parenti promessa in isposa al contadino di un villaggio vicino. Anche per il giovane era tempo di nozze, e così acconsentì di buon grado, rassegnato anche ad accettare, se non si fosse riusciti ad eluderla, la barbara usanza dei padroni. Contrastarla apertamente, del resto, era impossibile: significava condannarsi a morte.

Alla festa del fidanzamento, quando i due si incontrarono per la prima volta, gli occhi di lui caddero finalmente sulla giovane promessa sposa ed in petto prese ad ardergli una fiamma finora sconosciuta. Bella vide quella fiamma negli occhi dell'uomo che gli era stato promesso e scambiò quell'ardore per lo stesso orgoglio che animava lei, pronta alla morte, ma non al disonore.

Giunse infine il giorno delle nozze, che si sperava restassero segrete. Ma troppo bella era la sposa, troppa invidia avevano suscitato lei con la sua bellezza e lui per essere stato il prescelto. E notizia di ciò giunse anche al loro Signore, ed il Signore arrivò non invitato alle nozze, curioso di vedere se era il caso di esigere ciò che la legge gli riconosceva come diritto.

Pronta a tutto, Bella levò gli occhi fieri verso quell'uomo che pretendeva di possederla e qualcosa, negli occhi chiari di lui, spalancati a leggerle sul viso quella sua bellezza di fuoco, per un attimo le fece sognare un mondo diverso, credere che esistessero anche per lei diverse possibilità......

Affascinato, il Signore si immobilizzò, tentato di rispettare quell'intatta bellezza. Per un attimo, persino il tempo parve arrestarsi, e le foglie degli alberi cessarono di stormire, e si quietò il cinguettio degli uccelli e tacquero gli abitanti del villaggio, stupiti, in attesa.

Ancora esitante, il Padrone volse intorno lo sguardo, e vide accanto a Bella, lo sposo che le era destinato, il contadino col capo chino, pronto alla rinuncia e al disonore. "Per essere di costui, puoi anche esserlo dopo che ti avrò preso" sogghignò, dimentico di quel suo breve istinto di nobiltà e trascinò con sé Bella in un vicino campo di girasoli per farla sua.
La fanciulla però riuscì ad impadronirsi del pugnale che l'uomo portava sempre con sé, e rapida come una lingua di fiamma lo diresse verso colui che voleva disonorarla.

Ucciderlo, e poi uccidersi, e andarsene per sempre, ma intatta. Questo Bella aveva nel cuore.

Eppure....quegli occhi chiari che per un interminabile momento l'avevano guardata come una donna, quella ardente, spavalda giovinezza di lui cui tanto prometteva la vita....lei invece, lei era comunque condannata: ad essere di quell'uomo, e poi di quell'altro, che ancora immobile, a capo chino, aspettava.

Così Bella, in un istante, decise, e deviò il corso della lama, e rapida se la conficcò nel cuore.

Bella cadde tra i grandi fiori, che si piegarono su di lei, nascondendola. Il Signore, sconvolto, spronò il suo cavallo, lontano da quel luogo di morte.

Si racconta che, ossessionato dai fieri occhi di lei, e dalla generosità che gli aveva risparmiato la vita, cominciasse a vagare per le sue terre, ovunque ordinando che venissero abbattuti i girasoli, sicché neppure un campo restasse a ricordargli l'episodio di cui ormai si vergognava.

Si dice che egli vagasse per tutta la vita che gli rimase da vivere, spingendosi sempre più lontano, sempre distruggendo i grandi fiori che incontrava al suo passaggio.

Fu così che i grandi fiori del sole scomparvero dalle terre d'Europa, per ritornarvi poi provenendo dagli Stati Uniti d'America.
In luglio, la strada statale che da Parma conduce a Mantova, è un'unica, solare, bellissima distesa di questi fiori inondati di luce, a motivo di quella storia lontana condannati a piegare il capo nella direzione del sole, a ricordo della viltà degli abitanti del villaggio.

Sempre, però, tra la gran massa, per lo meno una coppia di girasoli si erge diritta nei campi, ed entrambi levano il capo superbo verso il cielo, a ricordo della triste storia di Bella e del Signore che non ebbe il coraggio di amarla.


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Messaggiodi Siracusana il 27 lug 2007 01:25

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Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che camminavo sulla sabbia accompagnato dal Signore, e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita proiettato nel film apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.


Così sono andato avanti,
finchè‚ tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita: i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore...


Ho domandato allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con Te, ma perché‚ mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?".


Ed il Signore mi ha risposto:
"Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te
durante tutta la camminata e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo, ebbene non ti ho lasciato...
I giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui io ti ho portato in braccio".
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Messaggiodi Siracusana il 27 lug 2007 01:32

    UN AMICO

Un giorno, un giovane volle consultare un anziano su un problema che gli stava a cuore."Mio signore", gli disse, "voglio confessarti una cosa: non riesco ad avere un amico. Mi sapresti dare un consiglio?"
L'anziano sorrise e rispose:"Posso solo dirti di me. Quand'ero ragazzo fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico. Fu una cosa bellissima che diede i suoi frutti e poi terminò. Quando divenni adulto fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico. Fu una cosa bellissima, ma l'amico morì ed anch'io mi sentii morire. Ora che sono diventato anziano fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico e ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno e ogni ora, di qualcuno che non so chi sia e non so dove sia".

"Non deve essere facile...", mormorò il giovane.

"Forse non lo è, perché cercare di essere amico significa, prima di tutto, rinunciare ad averne uno. Ma forse lo è, perché proprio rinunciando ad averne uno se ne possono avere tanti".

"Non si saprà mai chi saranno?", domandò il giovane.

"Mai. Tenere il cuore spalancato perché tutti vi possano entrare, dare sempre fiducia perché tutti ne possano attingere, rispettare ognuno perché ognuno si senta se stesso ti rende, insieme, amato ed odiato, incomprensibile ed imprendibile. Chi cerca di essere amico, è un po' come il mare, fatto di tenera acqua, ma acqua salata. Chi ha come amico il mare, me lo sai dire?"

"Il cielo", rispose il giovane

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Messaggiodi Siracusana il 27 ago 2007 21:09

Si racconta che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini. Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia come sempre un po' folle propose: "giochiamo a nascondino!". L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese: "a nascondino? di che si tratta?" "é un gioco -spiegò la pazzia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete, quando avrò terminato di contare il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco". L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l'apatia, alla quale non interessava mai niente.... però non tutti vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi. Perché se poi tutti alla fine la scoprono? La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arricchirsi. "UNO,DUE,TRE..." -cominciò a contare la pazzia. La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sull'albero più alto. La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole. L'egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé. La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non e' vero, si nascose dietro l'arcobaleno!). La passione e il desiderio al centro dei vulcani. L'oblio....non mi ricordo...dove? Quando la pazzia arrivò a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poiché li trovava tutti occupati; finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori. "un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare. La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe. Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino. Solo l'amore non le appariva da nessuna parte. La Pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muovere i rami. Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'amore! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida. Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore e' cieco e la pazzia sempre lo accompagna....
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Messaggiodi blanche il 28 ago 2007 11:33

Una mamma e un bambino stanno camminando sulla spiaggia.
Ad un certo punto il bambino dice: "Come si fa a mantenere un amore?"
La mamma guarda il figlio e poi gli risponde: "Raccogli un po' di sabbia e stringi il pugno...."


Il bambino stringe la mano attorno alla sabbia e vede che più stringe più la sabbia gli esce dalla mano. "Mamma, ma la sabbia scappa!!!"
"Lo so, ora tieni la mano completamente aperta..."


Il bambino ubbidisce, ma una folata di vento porta via la sabbia rimanente. "Anche così non riesco a tenerla!"
La mamma, sempre sorridendo: "Adesso raccogline un altro po' e tienila nella mano aperta come se fosse un cucchiaio... abbastanza chiusa per custodirla e abbastanza aperta per la libertà."


Il bambino riprova e la sabbia non sfugge dalla mano ed e protetta dal vento.
"Ecco come far durare un amore..."
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Messaggiodi Siracusana il 16 set 2007 11:25

C’era una volta il mare, era caldo e limpido, come mai prima di allora. Un giorno vide lo scoglio e se ne innamorò, ma lo scoglio era rigido, pieno di spigoli e, quando gli si avvicinò, il cuore del mare fu ferito e sbriciolato in mille pezzi e i pezzi furono assorbiti dallo scoglio. Il mare pianse perché il suo amore non fu ricambiato. Un giorno il mare vide il vento e se ne innamorò, ma il vento era freddo e frenetico e, quando gli si avvicinò, il cuore del mare venne frantumato in mille pezzi e i pezzi furono rapiti dal vento. Il mare pianse perché il suo amore non fu ricambiato. Il mare vide il sole e se ne innamorò, ma il sole era troppo grande e ardente e, quando gli si avvicinò, il cuore del mare fu sciolto in mille gocce e le gocce evaporarono verso il sole. Il mare pianse perché il suo amore non fu ricambiato. Il mare, ormai stanco di tanti fallimenti, guardò il suo cuore consumato e si convinse di non riuscire ad amare più. Così si infreddolì, si incupì e si agitò come mai prima di allora. Lo scoglio si frantumò, il vento sparì e il sole si oscurò. Ma un giorno il mare vide la spiaggia, era splendente, morbida e calda e il mare si spaventò. Si scagliò su di lei con rabbia, ma lei era più bella e splendente e disse:"Grazie! Puoi rinfrescarmi con la tua onda ogni tanto?" - E il mare malinconico:"Non so se posso!" - "Non temere, rischio quanto te perché ogni volta che ti ritiri porti con te un po’ di me". Il mare sorrise e tornò caldo e limpido. Ora, quando il mare è agitato, sorrido:"avranno litigato
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Messaggiodi Aretusea il 16 set 2007 15:56

Un bambino voleva conoscere Dio.
Sapeva che era un lungo viaggio arrivare dove abita Dio,
ed è per questo che un giorno mise dentro al suo cestino
dei dolci, marmellata e bibite e cominciò la sua ricerca.

Dopo aver camminato per trecento metri circa,
vide una donna anziana seduta su una panchina nel parco.
Era sola e stava osservando alcune colombe.
Il bambino gli si sedette vicino ed aprì il suo cestino.
Stava per bere la sua bibita quando gli sembrò
che la vecchietta avesse fame,
ed allora le offrì uno dei suoi dolci.

La vecchietta riconoscente accettò e sorrise al bambino.
Il suo sorriso era molto bello, tanto bello
che il bambino gli offrì un altro dolce
per vedere di nuovo questo suo sorriso.

Il bambino era incantato!
Si fermò molto tempo mangiando e sorridendo,
senza che nessuno dei due dicesse una sola parola.
Al tramonto il bambino, stanco, si alzò per andarsene,
però prima si volse indietro,
corse verso la vecchietta e la abbracciò.
Ella, dopo averlo abbracciato,
gli dette il più bel sorriso della sua vita.

Quando il bambino arrivò a casa sua ed aprì la porta,
la sua mamma fu sorpresa nel vedere la sua faccia
piena di felicità, e gli chiese:
"Figlio, cosa hai fatto che sei tanto felice?"
Il bambino rispose: "Oggi ho fatto colazione con Dio!"

E prima che sua mamma gli dicesse qualche cosa aggiunse:
"E sai cosa, ha il sorriso più bello che ho mai visto!"

Anche la vecchietta arrivò a casa raggiante di felicità.
Suo figlio restò sorpreso per l'espressione di pace
stampata sul suo volto e le domandò:
"Mamma, cosa hai fatto oggi che ti ha reso tanto felice?"
La vecchietta rispose:
"Oggi ho fatto colazione con Dio, nel parco!"
E prima che suo figlio rispondesse, aggiunse:
"E sai? E' più giovane di quel che pensavo!"


Noi non diamo molta importanza
al potere che ha un abbraccio,
una pacca sulla spalla,
un sorriso,
una parola di incoraggiamento,
tutte piccole cose
che hanno il potere
di CAMBIARE LA VITA !!!

Le persone entrano nella nostra vita
o per un periodo
o per tutta la vita.

ACCOGLIAMOLE TUTTE, UGUALMENTE!!!

(Traduzione dallo Spagnolo di un racconto di "Te-La Gitana)
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Messaggiodi Evaluna il 18 set 2007 18:32

Un giorno, il giovane re Artù fu catturato ed imprigionato dal sovrano

di un regno vicino.

Mosso a compassione dalla gioia di vivere del giovane, piuttosto che

ucciderlo, il sovrano gli offrì la liberta, a patto che rispondesse ad

un quesito molto difficile: "Cosa vogliono veramente le donne?"


Artù avrebbe avuto a disposizione un anno, trascorso il quale, nel caso

in cui non avesse trovato una risposta, sarebbe stato ucciso.


Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche il più

saggio fra gli uomini e sembrò al giovane Artù una sfida impossibile,

tuttavia,avendo come unica alternativa la morte, Artù accettò la

proposta, e fece ritorno al suo regno.


Ivi giunto, iniziò a interrogare chiunque: la principessa, le

prostitute, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte e via dicendo,

ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente.


Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare

una vecchia strega, poiché solo lei avrebbe potuto fornire la risposta,

ma a caro prezzo, dato che la strega era famosa in tutto il regno per

gli esorbitanti compensi che chiedeva per i suoi consulti.


Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, così

che Artù non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia

strega, che accettò di rispondere alla domanda, solo a patto di

ottenere la mano di Gawain, il più nobile dei Cavalieri della Tavola

Rotonda, nonché migliore amico di Artù!


Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva... la strega aveva

una gobba ad uncino, era orrenda, aveva un solo dente, puzzava di

acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni!

Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante. Perciò si

rifiutò di accettare di pagare quel prezzo e condannare l'amico a

sobbarcarsi un fardello simile!



Gawain,venuto al corrente della proposta, volle parlare ad Artù

dicendogli che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita

del suo re e la tavola rotonda, e che quindi avrebbe accettato di

sposare la strega di buon grado.

Il loro matrimonio fu pertanto proclamato, e la strega finalmente

rispose alla domanda: "Ciò che una donna vuole veramente è essere

padrona della propria vita".


Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita

senz'altro una grande verità e che sicuramente la vita di Artù sarebbe

stata risparmiata.

Infatti il sovrano del regno vicino risparmiò la vita ad Artù, e gli

garantì piena libertà.


Ma che matrimonio avrebbero avuto Gawain e la strega?


Artù si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia, mentre Gawain si

comportava come sempre, gentile e cortese.

La strega al contrario esibì le peggiori maniere... mangiava con le

mani, ruttava e petava, mettendo tutti a disagio.


La prima notte di nozze era vicina, e Gawain si preparava a trascorrere

una nottata orribile, ma alla fine prese il coraggio a due mani, ed

entrò nella camera da letto e... che razza di vista lo attendeva!

Dinnanzi a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la

più bella donna che avesse mai visto! Gawain rimase allibito, e non

appena ritrovò l'uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti),

chiese alla strega cosa le fosse accaduto.


La strega rispose che era stato talmente galante con lei quando si

trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarglisi nel

suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così,

mentre per l'altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima.

Chiese quindi a Gawain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella

assumesse di giorno, e quale di notte.


Che scelta crudele! Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si

prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno,

quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte?

O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla

incantevole di notte con cui dividere i momenti di intimità?



Voi cosa avreste fatto? La scelta di Gawain è distante solo un paio di

righe... ma non leggete, finché non avrete fatto la vostra scelta!























Il nobile Gawain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la

possibilità di decidere per se stessa. Sentendo ciò, la strega gli

sorrise, e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il

tempo, proprio perchè Gawain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata

essere padrona di se stessa!



La morale di questa storia?

Non importa se la tua donna è bella o brutta, se è intelligente o stupida..

in fondo in fondo è sempre una strega!!! :roll: :wink:
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Messaggiodi blanche il 19 set 2007 12:50

...
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