Vasco all'Olimpico, parla il GiganteSi prova una ben strana sensazione nell'imbattersi in Vasco Rossi nella quiete degli spogliatoi dello Stadio Olimpico di Roma, dove da poco si è concluso il suo concerto. Tranquillo, sorridente, un po' stanco certo, ma pronto a stringere mani e a incontrare gli amici, viene addirittura il dubbio che il Vasco che hai davanti non sia la stessa persona di cui poco prima ti era rimasta impressa un'immagine accecante.
Vasco, un uomo, un piccolo essere, sa fronteggiare l'enormità di uno stadio trasformandosi in un gigante.
Come in una "science fiction", il palco diventa per lui un corpo di metallo e fibre, qualcuno lo definirebbe tecnicamente un "eso-scheletro". I grandi schermi elettronici sono i suoi occhi, le gigantesche casse sono la sua voce ma anche le braccia con cui avvolge la sua gente, le assi dell'ampia pedana sono le sue gambe. Nessuno in Italia è capace di fondersi così in profondità con la dimensione del concerto e con le sue componenti, anche fisiche.
Quando i fari si spengono e l'uomo si libera del "corpo artificiale", nei suoi occhi azzurri non c'è più traccia di quel lampo indefinibile che li attraversa quando è in scena. Prevale ora la serenità di chi sa di aver dato ancora una volta tutto e di aver risposto alle enormi attese. La consapevolezza che la gente ha accolto bene anche le canzoni di Buoni o cattivi, il nuovo album, cantate in coro da tutti, proprio tutti, al pari dei classici. Classici tra cui, per la prima volta, Vasco non ha riproposto Vita spericolata, una scelta di certo non facile.
Di questo parla Vasco, raccontando a caldo le sue sensazioni, e di una emblematica coincidenza. Vasco ha portato a Roma la sua musica il giorno successivo alla visita del presidente americano George Bush. Impossibile non ragionare sul particolare passaggio del testimone. Tra gli 80mila dell'Olimpico sicuramente qualcuno 24 ore prima era sceso in strada per dire "no" alle armi come strumento di pace. Sugli spalti dell'Olimpico ci sarà stato anche qualcuno che, al contrario, rifiuta l'idealismo e condivide il realismo.
Risuonano le parole dell'ultimo successo di Vasco: "Buoni o cattivi non è la fine/ prima c'è il giusto e sbagliato/ da sopportare/ che di per sé è maledetto/ perché divide/ mentre qui tutto/ dovrebbe solo unire...".
LInkPer capire gli alti livelli del concerto, gustatevi questo
Video Medley(consigliato volume a palla)
Non c'è artisti del genere in Italia che possano equipararlo!
Vasco dal vivo è il re del rock!