Il Consiglio dei Ministri ha approvato il riconoscimento dello stesso stato giuridico ai figli nati fuori dal letto matrimoniale
Erano i “bastardini” o, nel migliore dei casi, venivano definiti figli “illegittimi” o “figliastri”, costretti per lunghi anni a portare le stimmate dell’essere nati al di fuori del letto coniugale, con pesanti ripercussioni a livello affettivo, sociale ed economico (essendo tagliati fuori dall''asse ereditario).
Nel 1975 il primo passo avanti, con la riforma del diritto di famiglia in vigore fino a oggi, che introduce il concetto di figli naturali, con diritti "quasi" uguali a quelli dei figli nati all’interno del matrimonio.
Ed ecco la svolta. Un disegno di legge presentato dal ministro delle politiche per la Famiglia, Rosy Bindi, e approvato ieri dal Consiglio dei Ministri sancisce uguali diritti per i figli nati naturali e i figli legittimi, adeguando la normativa italiana a quanto già stabiliva la Costituzione e la legislazione europea.
Il ddl Bindi riscuote un consenso unanime: sia maggioranza che opposizione esprimono giudizi assolutamente favorevoli, che lasciano presagire un passaggio rapido e indolore in Parlamento.
Con il provvedimento del governo si cancellerà ogni traccia di distinzione tra le due forme di filiazione, sia nella sfera patrimoniale, sia nella sfera affettiva che in quella dei diritti. Esisterà dunque un unico stato di figlio basato su due aspetti: verità biologica e assunzione delle responsabilità rispetto al minore.
La modifica più importante introdotta prevede che i figli naturali finalmente “acquistino una famiglia”. Ovvero, spiega il ministro Bindi: «Con le modifiche previste dalla delega, il figlio, dal momento del riconoscimento, diventa parente dei suoi genitori e perciò acquisirà nonni, zii, cugini, fratelli e tutto ciò che ne deriva in termini affettivi e anche patrimoniali».
Anche il figlio nato fuori dal matrimonio, in pratica, avrà diritto alle quote di successione senza che i figli legittimi possano soddisfare in denaro o altri beni la porzione di eredità spettante ai figli naturali, come invece avveniva fino a oggi.
Oltre al diritto a partecipare a pieno titolo all'eredità, viene precisato il significato della figura della potestà: con il provvedimento infatti si vuole sottolineare la valorizzazione del ruolo del figlio e l’assunzione di responsabilità del genitore. E' previsto come "necessario e doveroso" l'ascolto del minore in tutte le questioni e i procedimenti che lo riguardano.
La legge delega, in questo caso, rimuove lo strascico di ineguaglianze e di connotazioni negative, che vecchie discriminazioni ancora riversavano sulla pelle dei bambini, e dimostra di saper adeguare il quadro normativo del Paese ai tempi correnti. Dieci anni fa, infatti, i figli naturali erano l'otto per cento. Secondo le indagini dell’Istat, oggi i bambini nati fuori dal matrimonio sono circa il 15 per cento, per un numero complessivo di circa 80mila in un anno.
Era ora !!!