Già.. le donne.. così inafferrabili ed enigmatiche, troppo complicate per poterle comprendere, un vero rompicapo per il mondo maschile. Esse sono il sesso debole, che la cultura patriarcale ha relegato al ruolo di angelo del focolare, attribuendo al femminile un destino di moglie e madre devota, negando identità ed autonomia.
Ma le donne detengono un vero punto di forza: la sovranità nella sfera della sensibilità, dei sentimenti, dell’emotività. Emozioni: una parola chiave in cui l’uomo si trova ancora impreparato, non è abituato a gestirle ed esprimerle, è impacciato, meglio perciò attribuirle all’universo femminile. L’identità maschile è ben altro: lo status professionale, il successo, il potere, cose che non hanno niente a che vedere con la sfera del sentimento. Ma questo è il vero tallone d’Achille, il punto debole dell’uomo, il maschile si trova a perseguire una realizzazione materiale anziché spirituale, ad agire secondo bisogni non propri, ma del collettivo, cioè "fatica" per diventare ciò che la società si aspetta che lui sia.
Forse la donna ha proprio questo compito,questo messaggio di fondo da riportare:l’importanza di vivere in modo autentico prestando ascolto alla voce della nostra anima, attraverso un cammino introspettivo che ci fa entrare in contatto con le parti più inconsce di noi stessi. Un invito, dunque, ad assecondare le nostre inclinazioni personali, i nostri bisogni, ciò che è a noi congeniale, per poterci esprimere nelle molteplici dimensioni della nostra personalità.
Il sacrificio è infatti una dimensione nella quale il femminile si è espresso per secoli e fa parte della stessa mitologia, Alcesti arriva ad immolare la sua vita per salvare il marito.Sembrerebbero utopie avventuristiche,adesso....Non pensatelo. Il binomio sacrificio-donna è insito purtroppo nel pensare collettivo. In particolare, sembra diffusa l’opinione secondo la quale, nell’ambito del matrimonio, la donna debba sacrificare se stessa, per il bene dei figli e del marito. I suoi più autentici bisogni sembrano dunque posti in secondo piano…non lo si ammette,ma è implicito in ogni tentativo di relazione.
Dovremmo allora esortare noi stesse a ripristinare un "sano egoismo", perché annullare se stesse è fonte di sofferenza e insoddisfazione che porta ai mali dell’anima; finché il femminile segue le regole imposte dal collettivo non potrà intraprendere un percorso trasformativo, poiché il concetto di "vittima sacrificale" è inconciliabile con una donna attiva e in continua evoluzione.
E allora prendiamole in mano queste redini,facciamo emergere quello strumento formidabile che possediamo:la competenza nella relazione. La donna conosce in modo profondo la dimensione del rapporto, fulcro della sua esistenza, ne capisce il linguaggio ed il senso. Mentre il maschile affronta la relazione in modo più fugace e superficiale perché catturato costantemente dall’esterno, il femminile vive un coinvolgimento profondo a livello emotivo. "Se volessimo cercare di comprendere le ragioni di questa diversità, dovremmo anzitutto sottolineare il fatto che il femminile sosta nell’abbraccio materno molto più a lungo di quanto non faccia il maschile".
E' la donna, quindi, che può insegnare all’uomo il significato autentico del rapporto, perché vivere in coppia non significa far parte di una semplice diade, ma di un interscambio costruttivo, poiché la relazione amorosa è "energia in movimento".
Il legame con l’altro ci trascina in un impeto emozionale aprendoci nuovi orizzonti e modi di percepire la realtà, ci consente di dare significato alla nostra esistenza e di affrontare le difficoltà della vita. Spesso la presenza femminile opera in modo "nascosto", "silenzioso", ma induce l’uomo ad esprimere le sue parti migliori, attingendo nel profondo della sua psiche quell’anima femminile che lui stesso possiede. Non è infrequente, che dietro all’uomo di successo vi sia una donna forte e rassicurante ed anche nei miti è presente quest’aspetto. Vi ricordate Teseo e Arianna? Egli riesce a percorrere i cunicoli del labirinto per affrontare una creatura mostruosa (il Minotauro) legato ad un filo sorretto dalla sua compagna, che rappresenta la forza del sentimento che li unisce e che lo mette in contatto con le parti più femminili della sua personalità.
Come il maschile possiede una parte femminile inconscia (Anima), che deve integrare per raggiungere la propria individualità, allo stesso modo la donna ha una controparte maschile (Animus). Più l’uomo incontrando "l’altra metà del cielo" lascerà emergere la sua anima femminile e più sarà in grado di avvicinarsi alla sua compagna e di comprenderla.
Un universo in bilico tra conoscenza e fusione dei due status mentali e fisici?
Dove finisce" l'uomo" e inizia la "donna"....o qual'è la direzione verso cui queste due parti indissolubili devono necessariamente dirigersi x ritrovare se stessi?
Certezza di essere,certezza di esistere,certezza di valere....dogmi che vanno oltre i bisogni materiali,sociali e costituzionali.Il nostro posto è stato dettato dalla natura,dall'evolversi del cosmo e non può essere assoggettato alla dispoticità e al volere dei nostri simili.