Ragazzi vi comunico che sono felice.
Forse perchè non desidero di più di quello che ho?
O perchè mi autostimo e mi sento realizzato?
O forse perchè anche adesso ho vinto la sfida con me stesso riuscendo a realizzare qualcosa che non sapevo fare?
La ragione prima di questo mio sentirmi felice risiede nell'aver premesso Dio all'io, non solo nell'uso del pronome ma nella vita di tutti i giorni. Lettera D+io uguale Dio che vuole dire realizzazione del programma del Creatore che ci lascia liberi di fare e disfare.
Credo fermamente che il nocciolo della questione sia nell'uso che si fa della propria vita.
In conclusione credo che la felicità sia un luogo aperto a tutti, uomini e donne, che realizzano in piena libertà i loro sogni che debbono essere realizzabili in relazione al proprio stato.
Non accontentarsi mai e sforzarsi di fare con passione e amore che consente di salire gradino dopo gradino quella scala ideale per raggiungere il massimo desiderato.
Attenzione però, ad ogni rampa c'è un pianerottolo che serve a fermarsi, riflettere, riposarsi e, poi, ricominciare a salire per riprendere con nuova lena fino a raggiungere la nuova tappa, pianerottolo e, così via fino a sentirsi realizzati.
Io non credo ad un destino prefissato, anzi credo che ognuno di noi con le scelte fondamentali sia artefice primo del proprio.
Cosa ne pensate ?
Vogliamo esprimere la nostra opinione sul nostro essere persone che vivono tra i tanti problemi quotidiani ?
Forza a voi la parola, anzi, la scrittura.
p.s. i pianerottoli servono anche a capire se la strada che percorriamo e sbagliata e quindi ricercarne altra per cambiare direzione. Auguri a tutti di felicità.