di mariarosa il 31 mar 2008 17:22
IL CARCERE BORBONICO
Vi ringrazio di avere accettato la mia iscrizione e vi invio le mie riflessioni sulla destinazione del Carcere Borbonico.
Prima di tutto, a mio parere, è utile sapere la storia di questo edificio e delle sue peculiarità, dal momento che, guardando il sito, capisco che molti sono interessati alla storia di Siracusa, soprattutto a quella meno nota.
All’inizio dell’800 l’insufficienza di locali per contenere un grande numero di detenuti rese necessaria la costruzione di un carcere a Siracusa. Il Governo Borbonico era orientato alla costruzione di Carceri Centrali in tutto il regno delle Due Sicilie poiché si diffondevano i movimenti rivoluzionari con aumento di persone che
erano portate a delinquere.
Dopo una estenuante diatriba per stabilire il luogo adatto si decise di costruire il carcere in via Gelone ( oggi via Vittorio Veneto), ma in attesa fu usata la Casa Cardona al n° 1 di piazza San Giuseppe.
L’ingegnere Alì ricevette l’incarico di progettare la costruzione nel 1827, ma passarono 26 anni prima che si desse inizio ai lavori perché ci furono eventi infausti che rallentarono l’esecuzione degli stessi. Nel 1837, oltre ai moti liberali che portarono alla perdita del titolo di Capoluogo di Provincia che passò a Noto, ci fu un’epidemia di peste e nel 1848 ancora i moti. Questi ultimi diedero la spinta finale all’esecuzione dei lavori per il grande numero di detenuti. Nel 1849 l’incarico di seguire i lavori passò all’ing. Luigi Spagna che redasse un nuovo progetto, partendo comunque da quello dell’Alì. La costruzione è rettangolare all’esterno e ottagonale all’interno per permettere di abbracciare simultaneamente la vista di tutto il complesso.
Particolare è l’occhio in rilievo scolpito nella chiave architettonica dell’arco d’ingresso che valse all’edificio la denominazione di “ a casa cu n’occhiu”.
Ma non ci è stata lasciata alcuna spiegazione per interpretare questo simbolo e quindi si possono fare tre supposizioni. La prima riguarda la presenza del tribunale all’interno dell’istituto, prima di essere trasferito altrove, per cui simboleggia l’occhio vigile della giustizia. La seconda rappresenta l’occhio del detenuto che guarda la libertà. La terza riporta alla raffigurazione dell’occhio apotropaico scaramantico che troviamo anche sul buzzetto siracusano, messo dai pescatori-marinai a protezione dalla loro incolumità.
Poteva ospitare 250 detenuti che fecero il loro ingresso nel 1856 ed era stato concepito con teorie avanzate per quel periodo. Dall’anno della inaugurazione alla chiusura del 1991 sono cambiate le teorie sulla redenzione e sulla rieducazione dei detenuti e per questo molte sono state le modifiche dei locali interni.
La prima fisionomia rispecchiava l’idea di un carcere rigido ed inflessibile che rieducava con il lavoro interno e la pratica del culto. C’erano due cappelle ( una per gli uomini e l’altra per le donne), locali adibiti per il lavoro dei detenuti, aule scolastiche, lavanderie, docce e bagni. Poi di volta in volta vennero adeguati gli spazi ai nuovi dettami della psicologia carceraria, anche se la struttura era poco modificabile.
Dopo la legge sulla riforma penitenziaria del 1975 venne destinato uno spazio per i detenuti in regime di semilibertà.
Sono stati detenuti,tra l’altro i terroristi palestinesi che dirottarono la nave da crociera Achille Lauro negli anni ’80, controllati a vista da dieci agenti ciascuno.
I detenuti lavoravano prevalentemente alla fabbricazione di cappelli di paglia.
Come in molte altre storie il destino appare uguale per l’inizio e per la fine,
infatti il carcere è sorto nella stessa area del Castello di Casanova, un carcere demolito dal terremoto del 1693, e viene chiuso nel 1991 dopo il terremoto del 13 dicembre del1990 che lo aveva reso inagibile.
Come si può valorizzarlo? Ricordando che è uno dei pochi edifici di epoca borbonica e che è una solida costruzione penso che sarebbe opportuno valorizzarlo come sede di Archivio di stato, pinacoteca, museo del mare, centro studi archimedeo…..Data la mancanza di strutture pubbliche non c’è che l’imbarazzo della scelta..
Io dissento dall’idea di farne un albergo a quattro stelle ( perderemmo la proprietà di un simile bene) o alloggio per studenti universitari poiché la sua struttura non è facilmente modificabile.
Meditate sul fatto che Siracusa è già stata “scippata” del Porto, del traghetto per Malta, delle poste, fra poco anche della ferrovia, del teatro greco…abbiamo lasciato piano piano che gli stranieri ricchi comprassero i negozi e le case più belle di Ortigia, non sarà nostro nemmeno il porto turistico… che tristezza per una città unica al mondo. Ci svendono in nome della modernità. Ma alla città e ai suoi cittadini che cosa viene in cambio?