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Laika 50 anni dopo: un giallo nel cosmo

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Laika 50 anni dopo: un giallo nel cosmo

Messaggiodi Barbaradasr il 31 ott 2007 13:46

IL SOLE 24 ORE
30 OTTOBRE 2007

Laika 50 anni dopo: un giallo nel cosmo

di Nino Gorio

Il 3 novembre 1957 l'Urss lanciò in orbita la famosa cagnetta, destinata a passare alla storia come "primo essere vivente nello spazio". Ma almeno altri sette cani l'avevano preceduta, sia pure solo con lanci sub-orbitali. E recenti rivelazioni dicono che forse l'animale, quando uscì dall'atmosfera, era già morto. Ecco la storia vera (o probabile) di un esperimento crudele che suscitò proteste ma segnò la storia del ‘900, inaugurando la fase più intensa della gara spaziale fra Mosca e Washington.
È passata alla storia col nome di Laika: era una cagnetta meticcia, pelo pezzato, età circa tre anni, che il 3 novembre 1957 fu lanciata dal poligono sovietico di Baikonur (ora in Kazakistan). Laika era a bordo della capsula spaziale Sputnik 2, che compì 2.570 orbite intorno alla Terra e bruciò poi al rientro nell'atmosfera, mesi dopo. "Il primo essere vivente è nello spazio" annunciò la Pravda. Tutti i giornali del mondo seguirono a ruota, senza rendersi conto che mentre andavano in edicola l'"essere vivente" era probabilmente già morto.
Accadde esattamente 50 anni fa. Fu un esperimento crudele, ma forse inevitabile, che segnò la storia del ‘900, scrivendo un capitolo della guerra fredda e gettando le basi dell'avventura umana nel cosmo. Fu Laika a inaugurare, o almeno ad accelerare, la corsa spaziale, che nel 1961 portò in orbita Jurij Gagarin, primo cosmonauta della storia. E fu per rincorrere Gagarin, simbolo del vantaggio tecnologico dell'Urss, che l'America reagì col programma Apollo, facendo sbarcare il primo uomo sulla Luna, Neil Armstrong, nel 1969.
Così Laika è diventata un mito: a lei sono stati dedicati francobolli, monumenti, anche sigarette e cioccolatini. Ma come tutti i miti ha poco di vero. A partire dal nome: infatti l'accalappiacani che raccolse la cagnetta per le vie di Mosca la chiamò Kudrjavka ("Ricciolina"). Il nomignolo Laika ("Colei che abbaia"), più simpatico e più pronunciabile per i non-russi, fu inventato a posteriori per motivi di marketing: motivi speculari a quelli che portarono poi gli americani a chiamare spregiativamente la cagnetta Muttnik ("Bastarda dello Sputnik").
Ma di falso, nella storia di Laika, c'è ben più che il nome: anche il titolo di "primo essere vivente nello spazio" è una pura convenzione, che non corrisponde a verità. Infatti negli Anni '50 e '60 l'Urss preparò per gli esperimenti spaziali una vasta "équipe" di animali, arrivando a lanciare da Baikonur una cinquantina di roditori e quasi 60 cani. Di questi ultimi, almeno sette finirono nello spazio diversi anni prima di Laika (vedi box): l'unica differenza è che i precursori di "Ricciolina" si limitarono a voli sub-orbitali, poco spettacolari.
Dunque, al di là del mito, Laika non fu affatto il primo cane a conoscere l'assenza di gravità: al massimo fu il primo a orbitare intorno alla Terra. Ma oggi anche questo primato vacilla, perché recenti rivelazioni hanno incrinato la ricostruzione tradizionale della storia dello Sputnik 2. In dubbio non è di certo il fatto che il lancio sia avvenuto, ma la durata della sopravvivenza di Laika: infatti la cagnetta potrebbe essere deceduta nella fase di lancio; dunque nello spazio potrebbe essere giunto non un essere vivente, ma un cane già morto.
Per capire i termini del problema occorre fare un passo indietro. Che Laika fosse condannata, era certo già prima della partenza, perché lo Sputnik 2, privo di scudo termico, non poteva rientrare nell'atmosfera senza bruciare. Inoltre le batterie di bordo, che permettevano la vita dell'animale, erano programmate per durare soltanto sei giorni. Perciò, per evitare alla cagnetta un'atroce agonia, era prevista la somministrazione, entro una settimana, di una pasta avvelenata, che in teoria avrebbe soppresso l'ex-Ricciolina "senza farla soffrire".
È naturale chiedersi perché Mosca lanciò Laika in queste condizioni, visto che la morte della cagnetta avrebbe attutito l'effetto propagandistico dell'operazione. L'Urss aveva in cantiere due satelliti più sofisticati dello Sputnik 2: bastava aspettare. Ma era alle porte il quarantesimo anniversario della rivoluzione di ottobre e, in clima di guerra fredda, il Cremlino volle celebrarlo dimostrando al mondo la superiorità sull'America in campo spaziale: a costo di lanciare un satellite approssimativo, privo di scudo termico e dotato di veleno.
Comunque quella pasta mortale non servì: il Cremlino ammise subito che Laika era sopravvissuta nello spazio "solo quattro giorni". La morte fu attribuita alle escursioni termiche troppo forti; ma la tesi non convinceva, perché l'interno dello Sputnik 2 doveva avere una temperatura costante (16 gradi), regolata da un termostato. Tuttavia questa ricostruzione non trovò contraddittori seri fino al 2002, quando durante un convegno a Huston uno studioso russo diede una nuova versione: Laika sarebbe sopravvissuta solo 5-7 ore.
La fonte era più che autorevole: si trattava di Dimitri Malashenkov, dell'Istituto per i problemi biologici di Mosca, un prestigioso ente di cui un tempo era direttore Oleg Gazenko, già responsabile del "piano animali spaziali" dell'Urss (ved box). Secondo Malashenokov le cause della morte di Laika furono due: ci fu davvero un difetto del termostato, che determinò il surriscaldamento dell'abitacolo; ma la causa principale del decesso fu lo stress. In altre parole: Laika, sola e chiusa in una celletta, sarebbe morta di umanissima paura.
Ma forse non andò neppure così: infatti pochi mesi fa da Mosca è trapelata una terza versione (ufficiosa) che accorcia ulteriormente la vita di Laika. Secondo questa tesi, la cagnetta sarebbe deceduta subito dopo il lancio per un guasto all'impianto di ossigenazione. Se la verità fosse questa, la storia dell'esplorazione spaziale andrebbe completamente riscritta: come si diceva, infatti, l'ex-Ricciolina sarebbe morta prima di entrare in orbita. E quindi il primato tradizionalmente attribuito alla cagnetta andrebbe girato ad altri animali.
Ma girato a chi? A un'Arca di Noè. Esclusa Laika, infatti, i primi animali lanciati intorno alla Terra furono 44, tutti in contemporanea: due cagnette. due topi e 40 ratti. L'eterogeneo equipaggio era a bordo dello Sputnik 5, partito da Baikonur il 19 agosto 1960 e rientrato a terra dopo un giorno con tutti i suoi animali sani e salvi. Le due cagnette si chiamavano Belka ("Scoiattolo") e Strelka ("Freccetta"). La seconda somigliava in modo impressionante a Laika, vittima innocente di una guerra fredda combattuta anche a suon di azzardi spaziali.
Gli altri cani spaziali: eroi, caduti e "disertori"
Li ricordano pochi, ma prima di Laika da Baikponur erano già stati lanciati altri sette cani. I primi erano stati Dezik e Tsygan ("Zingara"), nel lontano luglio 1951. Nei tre anni seguenti li avevano imitati due Lisa ("Volpe"), un Ryzhic ("Zenzero"), una Malyshka ("Piccolina") e uno Zib. Tutti questi cani-pionieri si erano però limitati a voli sub-orbitali: le loro capsule erano salite alla cosiddetta mesopausa (il confine convenzionale fra Terra e spazio, a oltre 100 km di altezza) e dopo una lunga parabola erano tornate senza entrare in orbita.
Già in questa prima fase il programma spaziale dell'Urss aveva avuto i suoi eroi, i suoi caduti e persino un paio di "disertori", tutti protagonisti di storie poco note in Occidente, ma conosciutissime in Russia. I caduti erano stati Dezik e la prima delle due Lisa, morti insieme nel settembre 1951 per un lancio fallito. Lisa era al suo battesimo del cosmo; invece Dezik, come si diceva, un paio di mesi prima aveva partecipato con Tsygan alla prima avventura di un animale nello spazio: un'esperienza finita bene, a differenza della seconda.
Proprio Tsygan, che dopo aver conquistato il primato non tentò mai il bis, divenne – più e ben prima di Laika - un'eroina negli ambienti scientifici comunisti: una volta rientrata sulla Terra, visse il resto dei suoi anni facendo il cane da compagnia in una dacia del Kazakistan, adottata da un fisico russo, Anatoli Blagonrarov, noto in Occidente per essere stato a lungo il rappresentante dell'Urss nel Copuos, il comitato delle Nazioni Unite che ai tempi della guerra fredda tentava di indirizzare l'esplorazione del cosmo verso scopi pacifici.
Assai meno eroi, ma certamente più scafati dei loro compagni, furono altri due cani della squadra: Smalaya ("Coraggiosa") e Bolik ("Poco Più"), che dopo aver seguito l'addestramento, forse intuendo che si stava preparando qualcosa di strano, se la svignarono poche ore prima del lancio, rispettivamente nel 1954 e nel 1951. "Devono averla mangiata i lupi" si giustificarono i guardiani di Smalaya. Ma la "Coraggiosa" riapparve poco dopo la partenza del razzo, dove era stata sostituita in extremis dalla "compagna di scuola" Malyshka.
Lo scienziato che la lanciò oggi è diventato animalista
Il "caso Laika" non rappresentò una svolta solo per le scienze spaziali, ma anche per quella che oggi chiameremmo cultura animalista. Per la prima volta, infatti, ampi settori dell'opinione pubblica mondiale si chiesero se è giusto infliggere a un animale sofferenze o morte certa senza una reale e urgente necessità, solo per raggiungere obiettivi scientifici, spesso più presunti che reali. Nel 1957 varie manifestazioni di protesta per la morte della cagnetta-cosmonauta furono organizzate davanti alle ambasciate sovietiche.
La "bestia nera" degli animalisti era soprattutto Oleg Gazenko, lo scienziato che coordinava l'addestramento dei cani destinati agli Sputnik. Il "metodo Gazenko", che precedeva la partenza, era un'autentica tortura: per abituare gli animali agli angusti abitacoli dei satelliti, un mese prima del lancio li si chiudeva in gabbie strettissime, imbottite alla meno peggio, che di fatto impedivano ogni movimento; e per allenarli al rumore e all'accelerazione dei razzi vettori li si sottoponeva a trattamenti in centrifughe simili a quelle di una lavatrice.
Gazenko vive ancora: oggi ha 90 anni. Nel 1998, dopo il crollo dell'Urss, fu insignito del Premio Demidov, un riconoscimento che fin dall'epoca zarista decora i più importanti scienziati russi. Ma nel frattempo ha fatto autocritica: "Gli esperimenti su animali – ha dichiarato recentemente – è fonte di dolore per tutti noi. Noi trattiamo loro come bambini che non possono parlare. Più passa il tempo e più questo mi dispiace: non lo farei più". E su Laika: "Dalla missione non ricavammo abbastanza per giustificare la morte di quel cane".
E sui razzi americani fu strage di scimmie
L'Unione Sovietica non è stata a sola a usare animali per esperimenti spaziali. Anzi, a cominciare furono gli Stati Uniti, addirittura negli Anni '40, ma collezionarono una serie di insuccessi. A quell'epoca l'America non aveva ancora elaborato una vera tecnologia spaziale propria: i razzi che venivano lanciati erano semplici derivati delle V2 tedesche, che compivano parabole sub-orbitali a un'altezza variante fra i 30 e i 100 km, quindi (nell'ipotesi massima) ai limiti superiori della stratosfera, ma non nel cosmo strettamente inteso.
La differenza principale tra Urss e Usa è che nel primo caso si "privilegiarono" i cani, nell'altro le scimmie e in particolare i macachi. Il primo dei 32 primati coinvolti nell'operazione, battezzato Albert, fu lanciato nel 1948: raggiunse i 63 km di altezza e morì per soffocamento. Nei tre anni successivi seguirono altre cinque scimmie, tutte chiamate come la prima con l'aggiunta di un numero. Nessuna ebbe sorte felice: una (Albert 3) morì per lo scoppio del razzo in partenza, altre tre (Albert 2, 4 e 5) si schiantarono al suolo al rientro.
Il primo macaco americano che tornò vivo a terra fu Albert 6, nel 1951. Ma l'entusiasmo degli scienziati fu di breve durata, perché la scimmietta morì due ore dopo, probabilmente per lo stress. Miglior sorte ebbe una coppia di primati di un'altra specie: Patricia e Mike, due scimmie filippine lanciate nel 1952 e tornate salve alla base. Ma in quel caso l'"impresa" era stata un gioco facile: il razzo era salito solo a 26 km, cioè a una quota poi toccata anche da certi aerei, vedi il Lockeed SR-71, alias Blackbird. Il cosmo era molto più in alto.[/b]
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