IL MATTINO
24 OTTOBRE 2007
Disabili, arriva il cane-badante
Sono un piccolo esercito servizievole e paziente. Un corpo speciale a quattrozampe il cui unico obiettivo è migliorare la qualità di vita alle persone disabili. Vengono chiamati «cani sociali», e oggi, oltre a rappresentare un valido ausilio nella vita quotidiana dei portatori di handicap, con il loro modo spontaneo e naturale di avvicinarsi all’uomo riescono facilmente ad abbattere quel muro di silenzio dietro il quale una persona in difficoltà può nascondersi. Il termine «cane sociale» è usato in generale per differenziare due categorie: i «cani d’assistenza», addestrati per aiutare non vedenti, non udenti e disabili motori, che vivono con l’assistito per aumentarne l’indipendenza. Sono in grado di svolgere i compiti più incredibili: aprono il frigorifero, prendono la cornetta del telefono, accendono la luce, aiutano il padrone a rialzarsi se cade o a vestirsi, così come sono capaci di attivare un salvavita (tipo quelli che si appendono al collo). Tra i cani d’assistenza ricordiamo i nuovissimi «hearing dogs» per gli audiolesi, già diffusi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, che hanno il compito di riconoscere e segnalare la presenza di suoni abituali nella vita quotidiana. Nella seconda categoria troviamo i cani impiegati nei progetti di pet-therapy. Sempre più spesso li incontriamo nelle case di riposo e di cura, negli ospedali, nei centri di riabilitazione, comunità terapeutiche, ma anche in reparti per malati di Aids, cliniche psichiatriche, per non parlare di asili e da pochi anni addirittura nei penitenziari. In genere vivono con il proprietario e con lui si recano nelle strutture sanitarie per visitare gli assistiti, ma in alcuni casi abitano all’interno dei centri e vengono accuditi con costanza e amore dallo stesso personale socio-sanitario, come ad esempio al «Piccolo rifugio» di Ferentino in provincia di Frosinone. I cani impiegati nei progetti di pet therapy sono di taglie e razze le più svariate, anche meticci. Alcuni vengono preparati fin da cuccioli, altri, se selezionati da professionisti, possono essere recuperati dai canili e dopo un lungo periodo di training non coercitivo e numerosi test, possono essere impiegati in progetti ritenuti idonei. Sulla preparazione di questi animali e dei loro proprietari ecco tre interessanti iniziative: il 24 e 25 novembre e il 15 e 16 dicembre presso la «Stazione climatica Bianchi» di Portici, in via Libertà 342, si terranno il «corso di formazione Fondazione Pet-Therapy» e il «corso di specializzazione-progetti con i cani». Mentre sabato prossimo, dalle 10 alle 13, presso la stessa sede si svolge un seminario gratuito sui progetti di pet therapy in Campania e sulle modalità di partecipazione al «Percorso formativo» dell’Associazione interdisciplinare Coterapie. http://www.aicote.org. Dott.ssa Alessandra Maltese