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http://www.lasicilia.it SIRACUSA - Cinque arresti e altre 36 persone indagate: è il bilancio di un'operazione contro la pedofilia on line e il turismo sessuale eseguita in 14 regioni italiane dal nucleo investigativo telematico della Procura distrettuale di Siracusa.
Quarantuno perquisizioni sono in corso con la collaborazione di 150 appartenenti alle forze dell'ordine, tra carabinieri, guardia di finanza e polizia postale.
L'inchiesta della Procura di Siracusa, avviata lo scorso anno dopo una segnalazione di Telefono arcobaleno, ha fatto luce su un vasto traffico di video pedofili la cui individuazione ha permesso di risalire a 41 italiani che diffondevano su Internet materiale illegale. Il reato ipotizzato è associazione per delinquere per la divulgazione di materiale pedopornografico.
Gli indagati hanno un'età media di 45 anni e appartengono a tutte le categorie: operai, professionisti, militari, fotografi, impiegati statali, imprenditori e commercianti. L'inchiesta riguarda anche centinaia di residenti dell'Est Europa, e per questo investigatori di quei Paesi saranno a Siracusa nei prossimi giorni per un incontro con il procuratore capo, Ugo Rossi.
C'è anche uno specialista addetto alla gestione informatica della Procura distrettuale di Catania tra i cinque arrestati nell'ambito dell'inchiesta 'Anime bianche' della magistratura di Siracusa contro la pedopornografia. È accusato di avere diffuso in rete oltre 800 video pedofili, alcuni dei quali sarebbero riconducibili a circuiti del turismo sessuale.
Le regioni in cui sono state eseguite le perquisizioni sono: Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Lombardia, Sicilia, Piemonte, Puglia, Campania, Calabria, Toscana, Umbria, Marche, Liguria e Abruzzo. I controlli eseguiti con la collaborazione del compartimento di Polizia Postale di Palermo, hanno impegnato tre pattuglie del Compartimento del Molise per un totale di 6 unità, ed hanno permesso di sequestrare due computer.
Per la seconda operazione svolta in Molise, le perquisizioni disposte dalla Procura di Campobasso, sono state effettuate nel domicilio di un 60enne professionista di Isernia e sul luogo di lavoro ed hanno portato, per l'ingente quantitativo di materiale pedopornografico individuato, all'arresto dell'indagato.
Le indagini sono partite dalle informazioni acquisite in via confidenziale da un cittadino di Isernia che svolge attività di vendita e riparazione di computer. L'arrestato si era rivolto al riparatore, lamentando un problema tecnico e chiedendo un intervento urgente; nel procedere alla riparazione, però, il tecnico notava alcune cartelle contenute nel Pc il cui titolo lasciava trasparire un contenuto particolare ed inequivocabile.
"Il tecnico informatico arrestato dalla polizia postale etnea nell'ambito dell'inchiesta contro pedopornografia "Anime bianche" non è un dipendente dell'amministrazione giudiziaria, ma di una ditta privata che ha una convenzione con il ministero". Lo precisa la Procura della Repubblica di Catania. "L'indagato - si spiega dalla Procura di Catania - prestava assistenza informatica a tutti gli uffici giudiziari. Assieme ad altri dipendenti della stessa ditta aveva prestato servizio negli anni scorsi nella Procura di Catania, ma era stato allontanato dopo un breve lasso di tempo perché era stato accertato che aveva precedenti penali".