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Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti : Accade a Siracusa... - 5
 
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Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

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Re: Comunità di Bosco Minniti: L'appello del parroco

Messaggiodi antoniorandazzo il 17 mar 2010 07:10

I Comitati Solidali Antirazzisti
e StopRazzismo hanno organizzato dei presidi
di solidarietà
Intellettuali da tutta Italia si mobilitano per don Carlo D'Antoni e Antonio Pasquale Pedace
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di Damiano Chiaramonte
Martedì 16 Marzo 2010 - 14:20

Siracusa - Continuano a moltiplicarsi i gesti di solidarietà nei confronti di padre Carlo D'Antoni e Antonio Pasquale Pedace, rispettivamente parroco della chiesa di Bosco Minniti arrestato per presunte irregolarità sull'accoglienza degli immigrati e attivista per i diritti umani accusato di avere aggredito alcuni poliziotti durante un'operazione in cui erano coinvolti alcuni immigrati. Il 19 marzo si terrà a Siracusa l’udienza processuale in cui verranno sentiti Antonio Pasquale Pedace e i testimoni della difesa. Il processo è riferito al 24 agosto 2008 quando, trovandosi per caso alla stazione ferroviaria di Siracusa, Antonio Pasquale Pedace – dirigente nazionale di Socialismo rivoluzionario e attivista dei diritti umani – chiese agli agenti di trattare dignitosamente degli immigrati durante un’operazione di polizia. Per i rappresentanti dell'associazionismo, "l'attivista deve rispondere delle accuse infondate di “lesioni e resistenza a pubblico ufficiale” e il processo si inscrive in un clima sempre più ostile verso le persone solidali come nel caso di don Carlo D’Antoni, mentre è evidente la corruzione materiale e morale che attraversa le istituzioni di questo paese e il razzismo e l’intolleranza dilaganti in una società lacerata e in crisi".

Per questi motivi, i Comitati Solidali Antirazzisti e StopRazzismo hanno organizzato dei presidi di solidarietà nei cofronti di Pedace e di Carlo D'Antoni. Il primo si terrà a Siracusa giovedì prossimo alle 16.30 in largo XXV luglio (davanti al Tempio di Apollo). Il giorno dopo i presidi si terranno a Roma (ore 16 piazza Vittorio), Milano (ore 17.30 piazza Oberdan ang. corso Buenos Aires), Vicenza (ore 18 piazza Castello), Torino (ore 16 via Po, davanti alla chiesa), Genova (ore 17 piazza Banchi), Bologna (ore 17 piazza Re Enzo), Firenze (ore 17 piazza dei Ciompi), Napoli (ore 17 piazza del Gesù) e Brescia (volantinaggio nelle scuole, sabato 20 ore 15.30 presidio in piazza Rovetta).

Un appello intanto è stato firmato da alcuni intelletuali italiani a sostegno di Antonio Pasquale Pedace e Carlo D'Antoni:

In Italia sta crescendo un clima di razzismo e di intolleranza. La legislazione razzista ha compiuto un salto di qualità con l’approvazione del “Pacchetto sicurezza” che introduce una serie infinita di vessazioni e discriminazioni che ledono i diritti e le libertà più elementari e la stessa dignità umana.
Oggi purtroppo viviamo in una società attraversata da pericolose espressioni di egoismo e di razzismo dove per tante persone è certamente più difficile svolgere un’iniziativa di solidarietà.
Prendiamo atto che si va esprimendo uno speciale accanimento verso persone che fanno del bene mentre viceversa godono di una larga impunità esponenti del potere politico ed economico responsabili di una corruzione materiale e morale senza limiti.
Siamo infatti preoccupati dell’intensificarsi di vessazioni e attacchi verso il mondo della solidarietà e del volontariato, sia laico e sia religioso, e intendiamo reagire.
Tra questi ci colpisce la vicenda che ha coinvolto Antonio Pasquale Pedace, dirigente nazionale di Socialismo rivoluzionario ed attivista dei diritti umani impegnato nella solidarietà antirazzista, che è tuttora sotto processo con le pesanti e gravi accuse di “lesioni e resistenza a pubblico ufficiale” che sono del tutto infondate, perché il 24 agosto 2008, trovandosi per caso nella stazione di Siracusa, ha verbalmente chiesto un comportamento rispettoso da parte della polizia che stava maltrattando un gruppo di immigrati durante un’operazione di fermo e di identificazione.
Un altro caso emblematico riguarda la vicenda di don Carlo D’Antoni che – sempre a Siracusa – è sottoposto da alcune settimane agli arresti domiciliari con l’accusa di aver violato le norme del “Pacchetto sicurezza” solo perché si è sempre impegnato alla luce del sole nella solidarietà umana accogliendo tante persone immigrate bisognose di aiuto. Non è certo un caso che don Carlo D’Antoni abbia espresso la sua vicinanza ad Antonio Pasquale Pedace e sia stato presente personalmente alle udienze del processo.
Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza umana a Pasquale Pedace – che il 19 marzo sarà a Siracusa per una nuova udienza del processo – di cui auspichiamo il totale proscioglimento, e nello stesso tempo a tutte le persone di buona volontà colpite da ingiuste accuse perché vogliono affermare il valore universale della dignità umana.
Primi firmatari:
Prof. Giuseppe Prestipino; Prof. Giacomo Marramao (Fondazione Basso); Prof. Raul Mordenti; Prof.ssa Annamaria Rivera; Afra Mannocchi; Elisabetta Orsini; Gilda Salvati; Claudio Cambini (Roma); Luisella Lucarelli (Roma); Sandra Dugo; Piero Soldini (resp. nazionale immigrazione CGIL); Stefano D’Errico (segretario generale CIB Unicobas); Prof. Giovanni Leone; Prof. Pietro Angelini (Università Orientale Napoli); Alex Zanotelli (padre comboniano).
Quando una menzogna ha già fatto il giro del mondo, la verità deve ancora calzare gli scarponi, ma prima o poi trionfa
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Padre Carlo D'antoni finalmente scarcerato e libero

Messaggiodi antoniorandazzo il 18 mar 2010 08:01

Annuncio Vobis gaudio magnum: il nostro parroco, grazie a Dio, è tornato a noi. Eooco quanto scrive lui stesso su facebook:
Carlo D'Antoni Stasera è venuta la polizia penitenziaria a notificarmi l'ordine di scarcerazione. Si chiude il primo tempo di una partita tutta da giocare e che voglio giocarmi ! Un profondo grazie a chi mi ha tenuto a galla in giorni davvero tristi. Venerdì alle ore 9,30 ci sarà una conferenza stampa in cui penso di avere qualcosa d...a dire. Vi abbraccio tutti ! Vi abbraccio forte. Carlo
ALLELUIAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
e a facci re cucchi
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Re: Padre Carlo D'antoni finalmente scarcerato e libero

Messaggiodi antoniorandazzo il 18 mar 2010 12:48

Carlo D'antoni riconosciuto estraneo ai fatti rischia di non essere processato.
La notizia del suo arresto venne sbattuta in prima pagina e sbandierata ai quattro venti.
Oggi relegata nella cronaca locale i giornalisti( poco informati) la ignorano e dimostrano disinformazione carente e lacunosa, arretrata e non serena:
Nussuna doccia fredda per gli ottimi avvocati, ma per qualche giornalista e i tanti detrattori ai quali una doccia fredda farebbe bene.
Ecco un esempio di notizia sulla Sicilia di oggi 18 Marzo 2010, pagina 40 - cronaca di Siracusa.
Complimenti.
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PADRE CARLO E' STATO RICONOSCIUTO ESTRANEO AI FATTI ed estraneo agli eventuali altri reati commessi da altri.
La comunità di Bosco Minniti e la parte più sana di questa nostra città gioisce, si complimenta ed apprezza le decisioni del Tribunale del riesame di Napoli e dell'ottimo lavoro dell'avvocato SOFIA AMODDIO. Grazie avvocato Sofia
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Re: Padre Carlo D'antoni finalmente scarcerato e libero

Messaggiodi acid il 18 mar 2010 17:36

Trovata la notizia: http://www.ucuntu.org/Padre-Carlo-D-Ant ... ibero.html
:wink:

Su Facebook: "Chiuso il primo tempo di una partita tutta da giocare e che voglio giocarmi!"

Anche se a mio avviso, il problema non è chi viene liberato o chi rimane (vedi Avv. Valtimora), bensì il fatto che purtroppo questo sfruttamento e giro esisteva realmente a Siracusa.
Bene che Padre Carlo sia risultato estraneo, premiato il suo impegno e la sua bene fede.
Mah...dovrà stare attento agli sciacalli in futuro e agli approfittatori.

Così come a Cassibile:
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Eh...sono cose brutte.

Non è che chi oggi viene tacciato subito d'esser razzista, poichè invoca regole più sicure e maggior selezione all'ingresso e accoglienza, in realtà lo sia meno di chi invece li sfrutta per prorio tornaconto? Bella riflessione questa, spero venga sviluppata. :)

Buon rientro cmq a Padre Carlo. :wink:
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Re: Comunità di Bosco Minniti: L'appello del parroco

Messaggiodi Evaluna il 18 mar 2010 18:57

Da : http://www.giornaledisiracusa.it/rss/69 ... eanno.html

Revocati gli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame di Napoli
Padre Carlo D'Antoni è stato rimesso in libertà. Un atteso “regalo” per il suo compleanno

di Sergio Molino
Giovedì 18 Marzo 2010 - 17:37

Siracusa – La 12° sezione del Tribunale della Libertà di Napoli ha accolto integralmente l’istanza di riesame avanzata dai legali, Marzia Capodieci e Sofia Amoddio, avverso la misura cautelare nei confronti di padre Carlo D’Antoni, emessa dal Gip della locale procura che aveva convalidato quanto già deciso dai colleghi di Catania. Il sacerdote, agli arresti domiciliari perché coinvolto in un presunto giro di permessi di soggiorno facili, è da ieri sera alle 22.00 nuovamente libero. La notizia è pervenuta appena in tempo per festeggiare con maggiore intensità la ricorrenza del suo compleanno.

E’ stato un lavoro certosino quello dei legali che hanno raccolto una consistente documentazione, composta da centinaia di atti e osservazioni, che stava per essere inoltrata ai giudici catanesi, i primi ad avviare l’inchiesta, prima che questi decidessero di trasmettere l’inchiesta alla procura di Napoli per competenza territoriale. I difensori hanno continuato a lavorare al proprio dossier che proprio ieri avevano presentato al tribunale del riesame partenopeo. Andando via avevano ricevuto rassicurazioni che la decisione sarebbe intervenuta in giornata. E così, effettivamente, è stato. “Non ci sono più esigenze – avrebbero comunicato da Napoli – per mantenere lo stato di restrizione”. Annullata la carcerazione, padre Carlo affronterà il processo da uomo libero.

E’ grande la soddisfazione dei due legali, ma ovviamente di tutti coloro che conoscono il sacerdote e ne apprezzano l’impegno nel sociale e di tutte le associazioni che, in questo periodo, non hanno fatto mancare solidarietà e conforto con numerose manifestazioni. La notizia è rimbalzata oggi pomeriggio, a piazza XXV Luglio, dove si è tenuta una manifestazione a sostegno di Antonio Pedace, un giovane accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale nel corso di un episodio avvenuto nell’agosto del 2008 presso la stazione ferroviaria di Siracusa, quando era intervenuto per invitare alcuni agenti a trattare con maggiore dignità alcuni immigrati. Nei confronti di Pedace si terrà domani mattina un’udienza presso il tribunale di Siracusa. Lo stesso padre Carlo, che domattina alle ore 9 terrà una conferenza stampa presso la chiesa di Bosco Minniti, aveva mostrato solidarietà per il giovane accusato partecipando ad alcune udienze.


8)
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Re: Comunità di Bosco Minniti: L'appello del parroco

Messaggiodi antoniorandazzo il 18 mar 2010 19:30

Grazie evaluna, come volevasi dimostrare.
In proposito non ho mai avuto dubbi perchè credo fermamente nella giustizia Divina e, un po meno, in quella degli uomini a volte lenta e incespicante, ma sono certo che alla fine trionfa anch'essa.
Alleluia per gli uomini di buona volontà
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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi acid il 19 mar 2010 18:13

Delle otto misure coercitive firmate dal Giudice delle indagini preliminari, dai giudici del Riesame di Napoli ne sono state annullate solo due: quella applicata contro il parroco della Chiesa di Bosco Minniti, padre Carlo D’Antoni, e quella emessa a carico della cinese Zhang Lingqn.
Le restanti sei sono state integralmente confermate.

La vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa tuttavia, neanche per Padre Carlo.
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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi Evaluna il 19 mar 2010 18:41

Nonostante le "palate di fango"... 8) la verità prima o poi salta sempre fuori e lo fa a dispetto di tutti e tutto. 8) Si vedrà... :roll:
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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi antoniorandazzo il 19 mar 2010 18:54

acid ha scritto:Delle otto misure coercitive firmate dal Giudice delle indagini preliminari, dai giudici del Riesame di Napoli ne sono state annullate solo due: quella applicata contro il parroco della Chiesa di Bosco Minniti, padre Carlo D’Antoni, e quella emessa a carico della cinese Zhang Lingqn.
Le restanti sei sono state integralmente confermate.

La vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa tuttavia, neanche per Padre Carlo.

E' vero che non si è conclusa ma è anche vero che Carlo d'Antoni risulta, sin dal primo momento, indagato per aver concesso di utilizzare la sua casa-parrocchia quale domicilio per gli immigrati. Niente di tutto il fango a lui attribuito dai mass media che riguarda gli altri imputati e non la persona del parroco.
Vogliamo finalmente rileggere i capi d'accusa e smetterla di fare di tutta l'erba un fascio ?
Come si è potuto affermare che la parrocchia sia stata il covo di sfruttamento della prostituzione e varie?
La verità, per fortuna, è negli atti processuali serenamente esaminati dai giudici di Napoli.
Aspettiamo i capi d'accusa iniziali e le motivazioni della sentenza di scarcerazione del tribunale del riesame.
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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi acid il 19 mar 2010 20:16

le motivazioni della sentenza di scarcerazione del tribunale del riesame

Aggiornaci. :wink:
Personalmente, nè godo nè tifo per alcun imputato, forse perchè non ho rapporti di conoscenza o amicizia, mi limito semplicemente ad apprendere le notizie.

Noto però molto spesso, due pesi e due misure, nell'esaminare le notizie, questo mi si consenta:
il primo estraneo che leggiamo sul giornale (o il politico che detestiamo...), appena lo schiaffano in prima pagina, o per un semplice avviso di garanzia, subito la società lo bolla come delinquente (che importa se poi lo rilasciano....i giornali non ne parlano e a noi non ci frega nulla...) o raramente ci atteniamo (i primi certi media-spazzatura), prima di esprimere un giudizio, alla "sacra" costituzione che afferma la presunzione d'innocenza fino al III grado d'appello.

Cosa che ho sempre sostenuto, persino con Padre Carlo.

Adesso invece si mobilitano associazioni (alcuni che prendono la palla al balzo, inserendo per visibilità la storia di un tal PEDACE, mente che ci sono...), la gente s'indigna, scende in piazza,etc etc.
Anzichè seguire serenamente i fatti come accadono, i processi, etc.

Mi spiace invece di quanti subìscono ingiustizie (ed errati giudizi) e nessuno li prende in considerazione perchè non sono..nessuno.
Che importa se poi sono innocenti: Nessun Media si preoccuperà di loro. I pregiudizi della gente rimarranno tali nei suoi confronti e il suo reinserimento in società, difficile...

(Spero si apprezzi questo mio intervento, che non vuole essere nè una critica, nè fango, etc etc)
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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi Laila il 19 mar 2010 20:35

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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi antoniorandazzo il 19 mar 2010 20:44

acid ha scritto:
le motivazioni della sentenza di scarcerazione del tribunale del riesame

Aggiornaci. :wink:
Personalmente, nè godo nè tifo per alcun imputato, forse perchè non ho rapporti di conoscenza o amicizia, mi limito semplicemente ad apprendere le notizie.

Noto però molto spesso, due pesi e due misure, nell'esaminare le notizie, questo mi si consenta:
il primo estraneo che leggiamo sul giornale (o il politico che detestiamo...), appena lo schiaffano in prima pagina, o per un semplice avviso di garanzia, subito la società lo bolla come delinquente (che importa se poi lo rilasciano....i giornali non ne parlano e a noi non ci frega nulla...) o raramente ci atteniamo (i primi certi media-spazzatura), prima di esprimere un giudizio, alla "sacra" costituzione che afferma la presunzione d'innocenza fino al III grado d'appello.

Cosa che ho sempre sostenuto, persino con Padre Carlo.

Adesso invece si mobilitano associazioni (alcuni che prendono la palla al balzo, inserendo per visibilità la storia di un tal PEDACE, mente che ci sono...), la gente s'indigna, scende in piazza,etc etc.
Anzichè seguire serenamente i fatti come accadono, i processi, etc.

Mi spiace invece di quanti subìscono ingiustizie (ed errati giudizi) e nessuno li prende in considerazione perchè non sono..nessuno.
Che importa se poi sono innocenti: Nessun Media si preoccuperà di loro. I pregiudizi della gente rimarranno tali nei suoi confronti e il suo reinserimento in società, difficile...

(Spero si apprezzi questo mio intervento, che non vuole essere nè una critica, nè fango, etc etc)

Infatti è una serena analisi di come vanno le cose specialmente nel campo dell'informazione.
Come tu stesso hai scritto troppo spesso si sbattono mostri in prima pagina e poi anche se innocenti nessuno ne parla più perchè non fanno più notizia.
Per le motivazioni del tribunale bisogna attendere.
Domani su tutti i giornali e sulle tv locali penso ci sarà un ampio resoconto a seguito della conferenza stampa di stamane.
I fatti addebitati a padre Carlo sono quelli che ho già più volte scritto " sottoscriveva dichiarazioni attestanti l'elezione di domicilio presso la parrocchia a favore di immigrati che in effetti non erano presenti.
Credo che sui giornali si potrà leggere domani una relazione esaustiva.
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Re: Comunità di Bosco Minniti:appello del parroco e altri fatti

Messaggiodi antoniorandazzo il 20 mar 2010 13:08

Ecco un resoconto completo sul giornale di Siracusa one line
http://www.giornaledisiracusa.it/cronac ... cchia.html
Siracusa – “Ho fornito un indirizzo e accoglienza, un domicilio a quanti, altrimenti, sarebbero stati costretti a rimanere nella clandestinità”. Fermo e deciso nella strenua difesa dei principi umanitari ispirati all’accoglienza e all’assistenza dei poveri e degli immigrati in particolare, padre Carlo D’Antoni, all’indomani della sua scarcerazione, ha incontrato i giornalisti in un’affollata conferenza stampa che si è tenuta nella parrocchia di Bosco Minniti.

Dal punto di vista strettamente giudiziario, hanno precisato i legali che lo affiancavano durante l’incontro, il sacerdote rimane indagato perché ritenuto membro di un’associazione finalizzata al favoreggiamento della permanenza di stranieri extracomunitari nel nostro territorio al fine di fare ottenere loro il permesso di asilo politico. Niente riduzione in schiavitù e tantomeno sfruttamento della prostituzione, hanno precisato gli avvocati, Sofia Amoddio e Marzia Capodieci che, nei giorni scorsi, hanno presentato un voluminoso dossier al tribunale per il riesame di Napoli per chiedere la revoca della misura cautelare, poi concessa.

Per l’accusa, padre Carlo avrebbe costruito storie e prodotto carte, allo scopo di fornire false attestazioni di ospitalità che gli immigrati utilizzavano per ottenere lo status di rifugiato politico. “Sarei stato il regista - ha detto il parroco - di una trama perversa di sfruttamento e prostituzione, fornitore di una base logistica essenziali alla realizzazione di piani criminosi finalizzati al degrado fisico e morale di persone”.

“Mi accusano, in sostanza, di aver favorito ciò che ho sempre combattuto e che ho ritenuto il cancro della società civile e lo avrei fatto per acquisire prestigio sociale occupandomi degli ultimi. I poveri sono i padri di casa nella chiesa – ha aggiunto - e io, nel rispetto delle leggi dello Stato, sono il loro portinaio. Se non hanno dove dormire, i banchi della chiesa diventano il loro letto. Se non hanno dove e di che mangiare, la chiesa diventa mensa pubblica. E credo che Dio sia molto contento se spesso, invece di odore d’incenso, sente puzza di piedi o profumo di pasta con la salsa”.

Manca in realtà la condotta del reato, hanno sostenuto i difensori, perché, al contrario di quanto avviene per la richiesta di un permesso di soggiorno, la documentazione necessaria per ottenere l’asilo politico, oggi denominato protezione internazionale, non prevede obbligatoriamente la disponibilità di un alloggio. Lo stabilisce l’art.9 del testo unico sull’immigrazione su cui hanno fatto leva i legali di padre Carlo per ottenere il giudizio favorevole dei magistrati napoletani.
Risibile, hanno continuato i difensori, il numero di stranieri che è passato per la parrocchia di Bosco Minniti rispetto ai quattro milioni di individui che vivono in Italia come regolari e i 400.000 clandestini che le statistiche stimano in circolazione nel nostro paese. In venti anni, a Siracusa hanno trovato ricovero circa 15.000 persone e attualmente sono in 800 quelli domiciliati in parrocchia, ma nessuno risiedeva stabilmente nella parrocchia. “Fino a due giorni prima del mio arresto – ha dichiarato padre Carlo – personale della polizia di stato, assistenti sociali, impiegati della prefettura, qualche assessore, mi hanno inviato stranieri perché mi occupassi di loro. Lo hanno fatto fino all’altra sera gli agenti della polizia penitenziaria quando, nel notificarmi la revoca degli arresti domiciliari, mi hanno chiesto se avevo intenzione di proseguire in questa attività prendendomi cura di detenuti extracomunitari al termine del periodo carcerario”.
C’è stato un periodo in cui erano sorti dei dubbi sulla liceità della procedura adottata dal prete siracusano, soprattutto sulla scorta delle obiezioni sollevate dall’ufficio immigrazione della Questura di Siracusa che aveva fatto osservare la necessità di far risiedere materialmente in parrocchia le persone indicate come ospiti. Ed è diventato questo uno dei punti centrali della vicenda giudiziaria chiamata a fare chiarezza sull’interpretazione di quello che padre Carlo definisce il legale domicilio. Chiedendo lumi al ministero degli Interni e al dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, il sacerdote avrebbe comunque ricevuto conforto sulla sua interpretazione della disponibilità ad ospitare. La presenza degli stranieri, ha confermato don Carlo, era saltuaria in quanto legata alla stabilizzazione delle condizioni di vita individuali fino a quando essi non riuscivano ad ottenere una stabilità lavorativa e abitativa. La chiesa, intanto, diveniva un sicuro punto di riferimento non solo sulla carta ma un luogo fisico dove trovare un tetto e un pasto caldo. “Senza questo supporto – ha precisato – queste persone sarebbero state destinate alla clandestinità, possibili bersagli di sfruttamento e facile manovalanza per le organizzazioni criminali”. La Questura, comunque, poteva sempre contare sulla parrocchia di Bosco Minniti per rintracciare gli immigrati e regolarizzare la loro posizione.
A Bosco Minniti, hanno affermato gli avvocati Amoddio e Capodieci, si operava come in altre simili realtà, quali il centro Astalli dei Gesuiti a Roma o la comunità di S. Egidio.
“Mi sono dispiaciuto per la mia comunità parrocchiale – ha detto il sacerdote – dove, senza stanze segrete e alla luce del sole, abbiamo praticato l’accoglienza di tanta gente in difficoltà. Se non avessi ricevuto l’incredibile sostegno che mi è pervenuto da ogni parte d’Italia sarei probabilmente sprofondato in un gorgo di solitudine nera”. Ha così ringraziato quanti hanno fatto pervenire in maniera spontanea le innumerevoli attestazioni di stima per l’opera svolta.
“Non ci sono indizi probatori, tra le carte processuali e le intercettazioni agli atti – hanno ancora precisato i difensori – che possano confermare che padre Carlo era a conoscenza di eventuali secondi fini da parte degli altri personaggi coinvolti in questa inchiesta”. Al contrario di quanto sospettato dai magistrati catanesi, Padre Carlo quindi non sapeva. Lo stesso sacerdote ha commentato con amarezza le dichiarazioni rese dagli inquirenti in occasione del suo arresto. Abbandonandosi ad alcune riflessioni sull’intera vicenda ha evidenziato come l’Italia stia scivolando verso forse sempre più marcate di xenofobia. C’è un evidente clima di sospetto e di rigetto, ha affermato, nei confronti degli stranieri, sostenuto dalle dichiarazioni di autorevoli esponenti del governo italiano, come in occasione dei fatti di Rosarno. Si guarda agli stranieri solo come forza-lavoro, schiavi da soggiogare e da monitorare esclusivamente dal punto di vista dell’ordine pubblico. In tanti violano i valori sanciti dalla Carta dei diritti dell’uomo e la convenzione di Ginevra.


“Purtroppo – ha concluso padre Carlo – non siamo in molti ad operare in Italia per gli stranieri ed è difficilissimo procurare a questi poveracci un semplice indirizzo. La mia parrocchia era, fino a pochi giorni fa, uno di questi luoghi che apriva le proprie porte a chi oggi sembra colpevole solo per essere apparso sulla terra”.
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