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E’ stato presentato a fine Dicembre, il progetto per la istituzione del Museo del Risorgimento.
Il Museo Provinciale del Risorgimento diventerà un polo di attrazione per studiosi e per i turisti che troveranno un ulteriore motivo per visitare la nostra provincia....
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In questo quadro esposto al Museo del Risorgimento al Vittoriano è ben espresso cosa succedeva durante gli attacchi....
Re Ferdinando II di Napoli - Risorgimento in Sicilia
Le città di Siracusa di Catania, di Penne e dell'Aquila furono brullamente contaminate di sangue.
I Siciliani erano sopratutti ardentissimi nell'odio del napoletano tiranno.
La rivoluzione francese del 1830 fece un grande effetto sulle rapide immaginazioni di quei bravi isolani, i quali ne concepirono altissime speranze, e si dettero con ogni sforzo a preparare il loro paese a rispondere ai moti d' Europa...
Quegli animi bollenti tentavano tutti i modi per conseguire l'intento bramato.
Si adoperavano cogli scritti, con le congiure.
Mandarono alcuni dei loro nelle altre province d'Italia ad investigare le tendenze degli animi, a prender
concerti con tutti i patriotti italiani.
Al tempo stesso emissari secreti percorrevano l'isola, ordinavano le forze di ogni paese, si legavano strettamente, si facevano promesse d'insorgere tutti concordi quando giungesse il momento.
II segnale doveva darsi dalla città di Palermo, che aveva autorità maggiore nell'isola, perché più popolosa d'ogni altra, e perché ivi gli amici di libertà erano in numero grande.
Fra preparativi e speranze si pervenne all'estate del 1837, quando scoppiò in Palermo il colera, e vi fece orribile strage: morivano gli uomini a migliaia ogni giorno...
Nel popolo siciliano invase la credenza che il malore si producesse per mezzo di avvelenamenti mandati dal governo di Napoli.
Quindi fierissimi divenivano gli animi contro quell' iniquo governo, e i liberali pensarono di usare a
stimolo di rivoluzione gli odii nuovi del popolo.
Ma a Palermo non fu possibile il moto, perché il governo si mise in difesa, e la città per tanto numero di morti era rimasta sbigottita e quasi deserta. Non riuscì neppure a Messina....
Intanto a Catania e a Siracusa la rivoluzione accadeva di fatto: s'inalberò la tricolorata bandiera Italia, si proclamò la costituzione del 1812!
Il re Ferdinando mandò subito con pieni poteri in Sicilia lo sbirro Delcarretto, il quale recatosi con navi da guerra, minacciò di bombardare le citta sollevate.
Potè entrare facilmente in Catania perché gli amici del dispotismo gliene aprirono la strada....
I cadaveri furono lungamente lasciati sul terreno perché li divorassero i cani :
poi furono sepolti senza croce o segno alcuno sopra la fossa, affinchè si perdesse la memoria del luogo ove ne giacciono le ossa...
Dopo avere spaventata e insanguinata Catania, il Delcarretto si presentò a Siracusa, e ordinò alla città di arrendersi con la minaccia di bombardarla; condannò molte persone a morte o ai ferri.
Fra gli uccisi furuno: Argento, Correnti, Greco Curto, Li voli, Migliaccio, Miceli, e due fratelli Sollecito, Concetto Lanza, Giuseppe Scarlata, l'avvocato Mario Adorno e suo figlio Carmelo giovinetto di 18 anni.
Il padre chiese in grazia fosse moschettato prima il figlio, e ottenutala lo confortò a morire da uomo, poi comandò il fuoco contro il proprio figliuolo, e cadde dopo di lui.
Le estreme parole che pronunziò prima di morire furono : Viva la libertà! Viva l' Italia!"
I martiri della Libertà di Atto Vannucci
