Aretusea ha scritto:ho appena finito di vedere manuale d'amore (1)..
mi è piaciuto moltissimo..innanzitutto mi ha fatto ridere; poi c'è il mio attore preferito..carlo verdone.
e lo trovo vero..ha analizzato i vari cicli dell'amore e ne ha dato un disegno reale..
nell'episodio della crisi hanno messo il tipico uomo che non solo ti fa passare l'amore che provi..ma cosa peggiore ti fa passare la voglia di risolvere le cose.
la fase dell'innamoramento è stata bellissima..quando non si sa nemmeno parlare di fronte alla persona che ti piace, quando pur di regalarle la luna rimedi invece solo brutte figure..
bello veramente..1 escursione fra le sensazioni e le emozioni che spesso accantoniamo..
Eh si, anche io avevo amato molto la 'densa leggerezza' di "Manuale d'amore 1", per questo forse un pizzico di delusione dopo aver visto l'altra sera i quattro capitoli successivi è stata più cocente...
Cmq, da vedere, tutto sommato molto ironico nell'insieme...
MANUALE D'AMORE II
Nel primo capitolo, Eros, il regista sperimenta la comicità amara di Dario Bandiera (da tenere d'occhio) e mette il sempre bravo Scamarcio nelle mani di una Bellucci straripante...che solo lui sa come abbia fatto a "resistere" in certe scene....
Nel secondo e terzo capitolo, la Maternità e il Matrimonio, rischia su temi attuali e controversi come la fecondazione assistita e i PACS, ma se nobile è l'intento di far capire argomenti importanti e sollevare la discussione, i tormenti ormonali della Bobulova, affiancata da un pressoché invisibile Volo, sono cinematograficamente un colpo duro da sopportare...
Ci si riprende a stento con la coppia gay formata da Albanese e Rubini. A parte qualche bella invenzione (da Rubini che fa il verso ad E.T., Albanese che s'immerge nella fontana sulle note di 'Sei nell'anima' della Nannini), si crede con difficoltà a un loro rapporto. Albanese con quella maglietta di due taglie in meno e una recitazione misurata ci stà dentro, Rubini indossa i panni di Fosco con divertimento ma trasuda testosterone...
Finalmente si arriva all'ultimo capitolo, AMORE ESTREMO , e l'animo si risolleva.
Questo è stato il mio capitolo preferito, molto significativo, che vale secondo me tutto il film.
Merito di un Verdone in stato di grazia che con la luminosa e dolcissima Elsa Pataky ritrova la comicità romantica di "Acqua e sapone" cui aggiunge un velo di melanconia. Da antologia la chiusura dell'episodio con Verdone coperto da un lenzuolo che cerca conforto all'opaco quotidiano nel ricordo della sua travolgente passione.
Il risultato finale è tuttavia un film discontinuo, cui non mancano punti di forza ma che a tratti si siede, facendo scivolare l'attenzione...