Sono felice ma cos'è la felicità?

[antoniorandazzo]

Ragazzi vi comunico che sono felice.
Forse perchè non desidero di più di quello che ho?
O perchè mi autostimo e mi sento realizzato?
O forse perchè anche adesso ho vinto la sfida con me stesso riuscendo a realizzare qualcosa che non sapevo fare?
La ragione prima di questo mio sentirmi felice risiede nell'aver premesso Dio all'io, non solo nell'uso del pronome ma nella vita di tutti i giorni. Lettera D+io uguale Dio che vuole dire realizzazione del programma del Creatore che ci lascia liberi di fare e disfare.
Credo fermamente che il nocciolo della questione sia nell'uso che si fa della propria vita.
In conclusione credo che la felicità sia un luogo aperto a tutti, uomini e donne, che realizzano in piena libertà i loro sogni che debbono essere realizzabili in relazione al proprio stato.
Non accontentarsi mai e sforzarsi di fare con passione e amore che consente di salire gradino dopo gradino quella scala ideale per raggiungere il massimo desiderato.
Attenzione però, ad ogni rampa c'è un pianerottolo che serve a fermarsi, riflettere, riposarsi e, poi, ricominciare a salire per riprendere con nuova lena fino a raggiungere la nuova tappa, pianerottolo e, così via fino a sentirsi realizzati.
Io non credo ad un destino prefissato, anzi credo che ognuno di noi con le scelte fondamentali sia artefice primo del proprio.
Cosa ne pensate ?
Vogliamo esprimere la nostra opinione sul nostro essere persone che vivono tra i tanti problemi quotidiani ?
Forza a voi la parola, anzi, la scrittura.
p.s. i pianerottoli servono anche a capire se la strada che percorriamo e sbagliata e quindi ricercarne altra per cambiare direzione. Auguri a tutti di felicità.

[blanche]

mi fa molto piacere per te

a proposito di quanto ho letto, mi è subito venuta in mente una discussione scolastica avuta tempo fa con due docenti e una delle due era la mia insegnante di psicologia...

la mia insegnante asseriva che per essere felice basta avere ciò che si desidera, la cosiddetta vita perfetta...
mentre l'altra che non si può mai essere felici troppo a lungo per un solo semplice motivo:
è nella natura dell'uomo essere perennemente alla ricerca di qualcosa, desiderare qualcosa di più, di nuovo, porsi nuove mete e obiettivi...

personalmente sono stata veramente Felice in pochissime circostanze e quando lo sono stata non l'ho mai detto perchè sapevo serebbe passata presto proprio per la tesi della seconda docente...
ma devo ammettere che, tra le volte in cui mi son sentita così, ci son stati un paio di casi in cui quella sensazione derivava dal non desiderare nient'altro, ma son passate anche quelle


io credo che la vera felicità non consista nell'ottenere ciò che si desidera, ma nel desiderare in se...
perchè quando ottieni ciò che desideri stai bene si, ma è un istante...il tempo di porti nuove mete, mentre quando si desidera ci si sente davvero vivi e si ha la forza e il coraggio di lottare

[acid]

Esattamente ragazzi. E' bello avere gratificazioni, mettersi in gioco, raggiungere piccole e grande mète, sentirsi vivi insomma...

Poi dipende dall'indole di ognuno di noi: la felicità dipende dal trovare il giusto equilibrio nelle cose.

Non appagamento, non pace, ma il continuo mettersi in gioco, inseguire sempre l'orizzonte e tentare di raggiungerlo (impossibile...eterni infelici?), superare le resistenze che si incontrano durante il "cammino"...salire sempre più su...la Volontà è la strada verso la Felicità...

[antoniorandazzo]

Complimenti a Voi ragazzi che avete dato alcune delle tante possibili risposte che condivido.
In un certo senso la felicità viene immediatamente dopo una fatica che ha portato a raggiungere una metà.
Se ricevi qualcosa gratuitamente sicuramente ti fa contento ma non come se quella cosa la raggiungi con sacrifici.
Particolarmente d'accordo con blanche quando afferma che è solo un attimo e che immediatamente dopo si ricomincia a prefissarsi un'altra meta, raggiunta la quale, altro momento di felicità, in un ciclo continuo che ti rende vivo e capace di affrontare qualunque cosa.
Oserei dire che quell'attimo di felicità è ancora più intenso quando scopri che la meta raggiunta è molto di più di quello che ti aspettassi e, quindi, aggiungerei la meraviviglia dello scoprire cose sempre più grandi o, se volete, quelle possibilità che l'uomo non riesce a sfruttare ma che sono insite in ognuno di noi.
E' proprio vero che sfruttiamo solo un decimo delle nostre capacità.
Buona riflessione a tutti.