Home arrow Forum

Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Qui potete discutere di tutto ciò che non rientra negli argomenti precedenti e, in generale, di tutto ciò che vi pare e piace. Libero sfogo alla vostra fantasia...

Moderatori: archimede, Evaluna, acid

Regole del forum
Qui potete discutere di tutto ciò che non rientra negli argomenti precedenti e, in generale, di tutto ciò che vi pare e piace. Libero sfogo alla vostra fantasia...

Si raccomanda di leggere e rispettare il regolamento ufficiale del forum

Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Messaggiodi acid il 02 lug 2008 00:41

Ho trovato un interessante articolo..ditemi, che ne pensate? Fu davvero così nel passato e...qualcosa è ancora rimasto oggi, o i tempi sono cambiati? :P
Hanno ancora la loro validità quei proverbi storici? E il codice DI-DO-Di, ritenete sia ancora in "vigore"?! :mrgreen:


Le donne siciliane e il codice del DI-DO-DI

Articolo di Santi Correnti


Se è vero (ed è vero) che i proverbi costituiscono la cultura di un popolo, perché, più che dalla sua saggezza, essi derivano dalla sua esperienza di vita – il che spiega i numerosi proverbi contraddittori, per cui quando un proverbio, per esempio, afferma che «Il buon giorno si vede dal mattino», vi si contrappone subito quello che, al contrario, e più saggiamente, avverte di «Non lodare il giorno, prima che faccia buio»; ed al proverbio che dice che «Chi tace, acconsente», si contrappone immediatamente quello che ammonisce «Quando l'amico non ti risponde immediatamente, vuol dire che il discorso non gli piace!»; e così via di seguito.

Quindi, acclarato il principio che i proverbi derivano dall'esperienza di vita di un popolo, non ci meraviglieremo se i proverbi siciliani, nei riguardi delle donne siciliane, siano decisamente a loro favore, giungendone ad affermare apertamente la loro superiorità sugli uomini; e non si nota, in questo caso, alcun proverbio contraddittorio, perfino quando si parla dell'episodio più drammatico, e spesso più devastante, della vita di una famiglia, qual è quello della morte di uno dei due genitori.

Ebbene, in questa tragica eventualità, l'esperienza di vita dei siciliani indica il suo pensiero con un proverbio inequivocabile, e che non ammette contraddizione, perché suona lapidariamente: «Urfanità, urfanità, tostu di pa', ca no di ma'»: cioè, se uno dei genitori debba morire, è meglio che muoia il padre, che non la madre!

Infatti, l'esperienza di vita insegna che, in caso di morte della madre, il marito superstite, specie se ci sono bambini piccoli, è costretto a risposarsi, e ad affrontare i gravi problemi dei figli e dei figliastri (e, comunque, quello dei rapporti dei figli con la matrigna); mentre invece, se è il padre a morire, la madre superstite conserva e garantisce l'unità e la compattezza del nucleo familiare, spesso rinunziando ad un nuovo matrimonio.

E l’effettiva superiorità delle donne è affermata, ancor più clamorosamente, dal proverbio siciliano che afferma che «A fìmmina fà, o disfà, la casa», mettendo risolutamente la guida del ménage domestico soltanto nelle mani della donna, e non dell'uomo, perché, com'è noto, è «La buona moglie che fa il buon marito»: e il caso contrario non si è mai verificato.

Altro proverbio siciliano sulla superiorità della donna, anche dal punto di vista sociale, e non soltanto da quello familiare, è quello che afferma che «Bastano una donna e un tamburo, per fare scoppiare una rivoluzione»: il che è storicamente vero, perché, nelle vicende plurisecolari dell'isola, le più notevoli e le più decisive sommosse popolari hanno avuto sempre le donne come protagoniste!

Così è stato, infatti, col Vespro siciliano, che fu iniziato a Palermo il 30 marzo 1282, dal grido di «Mora, mora!» lanciato da una donna contro gli odiati oppressori francesi; e così è avvenuto nell'agosto del 1283 a Messina, quando Dina e Clarenza salvarono la loro città dall'attacco notturno dei francesi, svegliando con le loro grida e col suono delle campane i difensori, che dormivano, stanchi dal lungo assedio; così è avvenuto a Palermo il 12 gennaio 1848, quando fu una donna, Santa Miloro, a sparare il primo colpo di fucile in quella rivoluzione che durò sedici mesi, ed espulse i Borboni dalla Sicilia; così avvenne a Catania il 31 maggio 1860, quando «Peppa la cannoniera» scacciò a colpi di cannone dalla città gli ultimi satelliti della cadente dinastia borbonica, prima ancora che venisse Garibaldi nella città etnea; e così è avvenuto a Ragusa il 4 gennaio 1945, quando la coraggiosa Maria Occhipinti, sebbene fosse incinta di cinque mesi, si sdraiò dinnanzi alle ruote di un autocarro militare, impedendo la partenza delle reclute ragusane, che non volevano più sentir parlare di guerra, dopo averla subìta per quattro lunghi e dolorosi anni.

Ma il proverbio che esprime e caratterizza la definitiva superiorità delle donne sugli uomini, è quello che significativamente afferma che «Sono gli uomini a fare i fatti, ma sono le donne a fare gli uomini!»; e per questo proverbio non c’è, e non ci può essere, un proverbio contraddittorio.

Accertata quindi l’effettiva superiorità delle donne sugli uomini, sbaglierebbe chi pensasse che esse esercitino spavaldamente ed oltraggiosamente questa loro evidente supremazia: perché esse hanno saputo esprimerla in maniera intelligente e raffinata, da loro sempre attuata da che mondo è mondo con quella intelligente tattica, che io definisco come il «Codice del DI-DO-DI».

Non è un gioco di parole, perché si tratta di un acronimo: e sono gli acronimi che «fanno la storia», se pensiamo all’acronimo cristiano, che da venti secoli domina spiritualmente il mondo civile, e che suona «INRI» (che significa «Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum», e fu scritto sulla Croce del Golgota); oppure se pensiamo all’acronimo «SPQR», che unificò politicamente il mondo antico, e che significa «Il Senato ed il Popolo di Roma» (e quindi non vuol dire affatto, come vorrebbero i burloni «Sono porci questi romani»!); e in Sicilia abbiamo il glorioso acronimo «ANTUDO», che si riferisce al Vespro siciliano del 30 marzo 1282, e che solo recentemente è stato da me spiegato nel suo autentico significato storico di «ANimus TUus DOminus», cioè «Il coraggio è il tuo signore, non i Francesi!»; e quindi costituì l’incitamento alla gloriosa rivolta, che è passata alla storia con il nome di «Vespro siciliano». Pertanto, l’acronimo «DI-DO-DI» indica la DIscrezione, la DOlcezza e la DIplomazia, di cui le donne sanno servirsi in maniera esemplare; e con la loro DIscrezione sanno comandare, senza atteggiarsi ad oltraggiose dominatrici; con la loro DOlcezza sanno conquistare gli uomini, facendo loro credere di essere «i conquistatori», mentre sono dei «conquistati»; e con la loro DIplomazia sanno risolvere, senza violenze e senza imposizioni, e con una abilità talora stupefacente, anche le più scabrose ed intricate situazioni familiari o sociali; sicché anche i poeti hanno cantato la potenza eccezionale del sorriso di una donna, scrivendo che «La violenza, alla fine, – soggiace alla dolcezza – perché “Lei” sempre vince – dell’uom la debolezza. – Per cui, l’uomo più duro, – più burbero e deciso – finisce per arrendersi – dinnanzi al “suo” sorriso!».

Pertanto, il celebre poeta siciliano Nino Martoglio, nella sua Centona, parlando di Orlando e di Rinaldo rivali in amore per la bella Angelica, ha fatto notare la potenza anche di «un solo pelo di una donna», riecheggiando il proverbio popolare siciliano che afferma che «Tira chiù un capiddu di fìmmina, ca ‘na paricchia di vôi!» (Tira più un capello di donna, che una coppia di buoi!); e la loro discrezione e la loro dolcezza sono tali che quando ad una brava madre di famiglia viene fatta la proposta di un affare, lei non perde tempo a prendere la sua decisione; e si farà certamente come lei dice; ma ha sempre il tatto e la discrezione di dire: «Quantu ci ni parru a mé maritu!» (Vediamo cosa ne pensa mio marito!); e le stesse doti di pratica saggezza dimostra dinnanzi alle richieste dei figli e delle figlie, perché lei prende immediatamente la sua decisione, ma non la palesa, trincerandosi dietro il prudente avvertimento di «Videmu chi ni dici u papà!».

Ma dove il «Codice del DI-DO-DI» aveva la sua più geniale affermazione, era quando, nei tempi andati, si doveva combinare un matrimonio. Una volta i ragazzi e le ragazze non avevano la libertà di frequentarsi, come avviene oggi; e quando un giovane si innamorava di una ragazza, e voleva sposarla, si confidava con la propria madre; e se essa approvava la scelta, era lei che si recava dalla eventuale futura consuocera; però, il loro colloquio non sfiorava – apparentemente – per nulla l’argomento del matrimonio, perché non si parlava né di dote, né di corredo, né di casa, né di cerimonia, perché le due donne parlavano, incredibile ma vero, soltanto di… pettini!

Con un linguaggio figurato, infatti, la madre del giovane chiedeva alla sua «comare»: «Cummaruzza, chi l’aviti un péttini di sìdici?». Sembrerebbe l’innocente richiesta di un «pettine a sedici denti»: ma, in lingua siciliana, «sìdici» significa in realtà «Siete disposta a dire di sì ad una proposta di matrimonio per la vostra figliola?».

Se la comare era disposta favorevolmente, rispondeva gioiosa che aveva un bel pettine di «sì-dici»; ma se la proposta non era gradita, rispondeva compunta: «No, cummaruzza, mi dispiaci, l’haiu sulu di No-vi»; che non indicava un «pettine a nove denti», come potrebbe sembrare, ma significava un diplomatico «No», chiaro e tondo. E la cosa finiva lì: tanto, le due donne non avevano parlato di matrimoni, ma soltanto di… pettini!

Se questa non è diplomazia, anzi DIPLOMAZIA in tutte maiuscole, ditemi voi che cosa sia la diplomazia: e così le donne siciliane applicavano in pieno il loro meraviglioso «Codice del DI-DO-DI», che ancor oggi vige nella vita familiare e sociale della nostra terra.

Immagine Immagine Immagine
Avatar utente
acid
Supervisore
Supervisore
 
Messaggi: 7275
Iscritto il: 14 apr 2006
Località: SIRACUSA

Re: Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Messaggiodi antoniorandazzo il 02 lug 2008 05:05

Non posso far altro che approvare quanto scritto e riportato da Francesco e, non solo lo approvo, ma ho verificato e verifico ciò nella mia vita.(mia moglie è proprio una di quelle donne siciliane eccezionali), e scusate se è poco.
Ho avuto modo di conoscere Santi correnti, che anni fa presentò il mio libretto in vernacolo insieme a Paolo Giansiracusa nel salone della chiesa di Bosco Minniti.
Un siciliano doc e sicilianista illustre che anche in questo articolo presenta verità sacrosante sul carattere, sugli usi e costumi nostrani.
Anche in quest'articolo ha scritto incontestabili realtà di vita pratica.
Sicuramente lo avrà scritto da qualche parte anche lui, a me pervenne da un contadino della nostra provincia: rarreri a 'na palla, c'è sempri 'mpiciriddu; rarreri a du palli c'è sempri 'na fimmina.(dietro una palla c'è sempre un bambino, dietro due PALLE c'è sempre una donna).
Per completare aggiungo che una donna pù portare un uomo dalle stalle alle stelle e viceversa.
Onore a tutte le donne che fanno grandi gli uomini e, grazie a Dio che li ha create, ma attenzione alle serpenti.
p.s. la considerazione sorge spontanea, a giudicare dell'operato di tanti amministratori locali e nazionali, in fatto di donne, non c'è, evidentemente molto da scialare.
Mi permetto di aggiungere che Dio fece gli uomini e fra di loro si accoppiano, oppure: nun ti pigghiu se nun t'assimigghiu (non ti prendo se non ti somiglio) ecc. ecc.......
E siccome mi sento in vena di "randazzate" aggiungo altro p.s.-Le donne alla fine sono superiori perchè, a differenza degli uomini, si fermano a pensare mentre gli uomini si lasciano distrarre dal loro fare, brigare, arrampicarsi, a come fare per prevaricare l'altro ecc. ecc., riflettendo poco e, "'n cucchiunu minchiati e fanu 'nquacchi" (collezzionano cavolate e combinano guai)[.educato.] [.educato.] [.educato.]
Quando una menzogna ha già fatto il giro del mondo, la verità deve ancora calzare gli scarponi, ma prima o poi trionfa
http://www.antoniorandazzo.it/
http://www.associazionenazionalecarabin ... racusa.it/
Avatar utente
antoniorandazzo
Capitano di Fregata
Capitano di Fregata
 
Messaggi: 2236
Iscritto il: 03 ott 2007
Località: siracusa

Re: Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Messaggiodi mima il 02 lug 2008 11:20

acid ha scritto:l’acronimo «DI-DO-DI» indica la DIscrezione, la DOlcezza e la DIplomazia, di cui le donne sanno servirsi in maniera esemplare; e con la loro DIscrezione sanno comandare, senza atteggiarsi ad oltraggiose dominatrici; con la loro DOlcezza sanno conquistare gli uomini, facendo loro credere di essere «i conquistatori», mentre sono dei «conquistati»; e con la loro DIplomazia sanno risolvere, senza violenze e senza imposizioni, e con una abilità talora stupefacente, anche le più scabrose ed intricate situazioni familiari o sociali;


felice di essere una donna [.ovazione] [.forzuto.] [.sorrisosplendente.]

...... ma credo che farò leggere questo post alla mia preside....... :roll: :roll: ........... magari capisce [.gongolo.] [.fischiettare.]
Anche se il denaro non compra la felicità,
certamente ti permette di sceglierti
la tua forma di tristezza.

Avatar utente
mima
Mozzo
Mozzo
 
Messaggi: 228
Iscritto il: 30 nov 2007
Località: napoli

Re: Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Messaggiodi Evaluna il 02 lug 2008 15:29

Sicuramente le donne siciliane ( come quelle di tutto il sud del mondo ) sono state abituate presto alla vita e alle sue responsabilità.Sono donne di carattere, a volte forse, non facili da gestire ma, sinceramente, non so se si possa parlare di vera supremazia.

Il ruolo della donna nella società è totale e fondamentale ma, soprattutto oggi, è la personalità di ognuna che va valutato e non un "carattere generale" che potrebbe dar adito a classificazioni fin troppo semplicistiche.

E' vero che in molti casi della vita ci dimostriamo più forti nel sopportare gli stress e i dolori, sia fisici che morali, degli uomini ma sarebbe ingiusto dire che è sempre cosi.

Le cose inoltre, vanno valutate anche nel corso dei tempi che cambiano.

Mia nonna ad esempio, ha avuto una vita durissima : sposata non convinta a 14 anni ad un uomo di quasi quarantanni più grande di lei, con il tempo ha imparato ad amare quel marito-padre, ci ha fatto sei figli e quando questo è morto e lei ancora giovanissima e avvenente, avrebbe potuto rifarsi una vita accanto ad un altro uomo...ha rifiutato di accostare a se e ai figli una figura maschile che non fosse il marito e ha continuato a crescere i suoi figli da sola.

Oggi sicuramente... :roll: la vita, le cognizioni, i desideri, le possibilità ecc...sono ben diverse. :roll:

In quanto alla spiccata diplomazia femminile... :roll: dipende sempre dal carattere di ogni donna ma chissà... :roll: se fossimo state sempre ai "posti di comando" forse certi conflitti sarebbero stati risolti diversamente che con le armi. :roll: :roll: :roll:

Una cosa è certa, :roll: sono sicuramente orgogliosa di esser donna e siciliana ! :wink:
    Immagine
Avatar utente
Evaluna
Moderatore
Moderatore
 
Messaggi: 5532
Iscritto il: 19 lug 2006
Località: Siracusa

Re: Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Messaggiodi antoniorandazzo il 02 lug 2008 16:03

Eva mi anticipi sempre, caspitina!
Non so se certe cose sono avvenute perchè erano altri tempi ho conosciuto una donna matura, per me una vecchietta già negli anni 40-50. Per grandi linee mi veniva raccontata la sua storia per educarmi, non da lei ma dalle persone che la conoscevano.
Nel 1905, Maria Moscuzza, età ventiquattr'anni, era incinta e già madre di una bambina di due anni. Il marito, Midolo Concetto, navigante, era partito per emigrare in america in cerca di miglior fortuna.
Premetto, a proposito che i Moscuzza, i Midolo, i Zanchì, come tante altre famiglie, erano tutti imparentate, naviganti o marinai in genere.
Il giovane Concetto morì mentre era in navigazione sulla nave che poco dopo attraccò nel porto di New York, lasciando la vedova inconsolabile a doversi sbracciare per portare avanti la famiglia. Lei era brava sarta camiciaia, conosciuta col nomignolo "ranna Maricchia",(nell'annuario del 1936 è indicata al primo posto per quella categoria) e serviva le più importanti famiglie di Siracusa, (allora si lavorava in casa dei clienti).
Fece i corredi ai cavalieri Pupillo, alla Contessa Grandi, agli Impellizzeri, a dottori e professionisti vari, ecc. ecc. ecc., guadagnandosi da vivere con fatica ma decorosamente. Rifiutò ottime offerte di matrimonio e da sola crebbe le due bambine, l'altra nel frattempo era nata.
Le condusse al matrimonio felice per entrambe. La più piccola Concettina, anch'essa sarta camiciaia di buon livello, non come la madre, sposò Carmelo Randazzo, prima Regia Guardia, Vigile Urbano, dipendente S.P.E.R.O. e poi contadino, mio padre.
Mia nonna morì nel dicembre 1961.
Una particolarità fino a sessant'anni portava gli occhiali da vista per cucire, dopo stranamente non ne ebbe più bisogno.
Nella normalità questo modo di vivere è considerato oggi eccezionale, eroico,da Santi, ma allora erano altri tempi.
Oggi a quella normale eccezionalità si preferisce anteporre tutt'altra cosa.
Mi sta bene, ma guardiamo alle nostre grandi donne con ammirazione e ringraziamole per averci permesso di essere qui oggi.
Grazie nonna e mamma e tutte le nonne e madri, donne che avete allevato con sacrifici i vostri figli.A voi questi virtuali fiori [.fiori.] [.fiori.] [.fiori.] [.fiori.] [.fiori.]
Ultima modifica di antoniorandazzo su 03 lug 2008 04:39, modificato 1 volte in totale.
Quando una menzogna ha già fatto il giro del mondo, la verità deve ancora calzare gli scarponi, ma prima o poi trionfa
http://www.antoniorandazzo.it/
http://www.associazionenazionalecarabin ... racusa.it/
Avatar utente
antoniorandazzo
Capitano di Fregata
Capitano di Fregata
 
Messaggi: 2236
Iscritto il: 03 ott 2007
Località: siracusa

Re: Donne Siciliane: Codice del DI-DO-DI

Messaggiodi Evaluna il 02 lug 2008 16:11

Un altro esempio tipico della "solidità" di certe ( moltissime :wink: ) donne è dato appunto, dal momento tragico della vedovanza.

Le donne sopravvivono a lungo agli uomini dopo esser rimaste vedove e per la maggiorparte, decide di rimanere sola mentre, i vedovi, se soli o muoiono di crepacuore poco tempo dopo la moglie o cercano a breve altre "distrazioni"e/o moglie. :roll:
    Immagine
Avatar utente
Evaluna
Moderatore
Moderatore
 
Messaggi: 5532
Iscritto il: 19 lug 2006
Località: Siracusa


Torna a Off Topic - Di tutto, di più

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti

cron
Partner
Rodante Bricolegno

Rodante Bricolegno
Chi e' online
Abbiamo 2 visitatori online

Siracusaweb Chat
Nessun utente in chat

Siracusaweb Forum
Abbiamo 120 visitatori nel forum
Bacheca saluti
Ultime dal Forum
  Scricciolo\'s Personal Topic pubblicato da c2v il 04-08-2023
  bacheca saluti pubblicato da c2v il 02-01-2023
  E\' finita la ricreazione? pubblicato da c2v il 01-07-2021
  Siracusa città: Parchi e zone di verde attrezzate pubblicato da Sabatino il 29-10-2018
  p pubblicato da c2v il 21-10-2018