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Antiche triremi: fondale del porto grande

Discussioni sul patrimonio storico/culturale di questa importante provincia ricca d'arte

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Antiche triremi: fondale del porto grande

Messaggiodi Fid il 01 lug 2007 02:54

Gli antichi relitti nei fondali del Porto Grande di Siracusa

Nell'estate del 404 a.C con la distruzione delle fortificazioni della città e del suo porto, Atene capitolava sotto l'assedio di Sparta.
Si chiudeva così, con la disfatta della città più potente del Mediterraneo, la lunga guerra del Peloponneso, durata oltre 25 anni.Le mire espansionistche degli ateniesi, già da un decennio prima, avevano subito un pesante arresto con la disfatta della loro flotta all'interno del Porto Grande di Siracusa.Quattrocento navi tra trireme da guerra ateniesi, siracusane e spartane, oltre al naviglio mercantile e da trasporto, diedero vita ad un colossale, cruento spettacolo dentro lo scenario naturale del Porto Grande di Siracusa.Da sopra le mura di fortificazione della città i siracusani, dalla baia di Dascon e dalla costa del Plemmirion gli assedianti, come dalla cavea di un grande teatro, assistevano atterriti alla violenza degli scontri.Il fragore dello sfondamento delle fiancate delle triremi da guerra sotto l'urto dei rostri delle navi avversarie; le grida di incitamento alla battaglia, combattenti che si fronteggiavano con grande accanimento, i corpi dei morti in mare, i lamenti dei feriti, l'affondamento delle navi, nella dettagliata descrizione di Tucidide, assumono toni di altissima drammaticità.Una vera tragedia navale, non in mare aperto, ma nello spazio ristretto della cavea naturale del Porto Grande di Siracusa.
I fondali della stessa cavea, in epoche successive, per altri cruenti scontri tra navi da guerra siracusane, cartaginesi e romane si sono arricchiti di ulteriori relitti.Considerando ancora che il nostro porto è stato protagonista di tutte le vicende storiche europee, posizionato naturalmante e strategicamente nell'ombelico del Mediterraneo, si ritiene che altre chiglie eccellenti siano adagiate su quelle delle precedenti tragedie.
Fino ad oggi la ricostruzione di alcuni modelli du trireme, come la Olimpyas, si è basata su modelli deduttivi (bassorilievi, pitture vascolari, iscrizioni, etc.); non è stato mai rinvenuto un solo relitto della famosissima nave da guerra, terrore dei popoli del Mediterraneo.Non v'è dubbio che il luogo dove le probabilità di ritrovare il primo relitto di trireme, sia proprio il Porto Grande di Siracusa e quello dell'attiguo Porto Lakkios dove insistevano gli arsenali.Un nostro studio recente ha valutato in circa sei metri lo spessore dei detriti che conserverebbe i relitti, dalla storica battaglia del 415-412 a.C ai nostri giorni. Sofisticati rilevatori di masse metalliche (georadar), potrebbero risultare fondamentali per la ricerca.
Le triremi erano dotate tutte di rostro, ossia di quello sperone di bronzo del peso di circa duecento chili che serviva a sfondare le fiancate delle navi avversarie. Erano provviste di ancore con la barra di piombo di peso leggermente inferiore. Individuare un rostro significa individuare il relitto.
Difficoltose si presentano invece le operazione di rimozione dei sedimenti, data la inconsistenza dei materiali stessi, ma non mancano tecniche ingegneristiche simili al vecchio sistema Larsen per ottenere i risultati sperati.Operazioni certo costose per l'impiego di attrezzature particolari ma a rischio zero per gli operatori subacquei che lavorerebbero in condizioni ideali, in fondali relativamente bassi.C'è la ragionevole certezza di poter trovare i relitti più integri di quelli che è possibile trovare in mare aperto, proprio grazie alla funzione protettiva dei sedimenti che il fiume Anapo ha da sempre scaricato all'interno del Porto Grande.Ed è proprio con questa consapevolezza che nel 1998 si è costituita legalmente la nostra "Associazione Trireme" con l'intento di vigilare che eventuali nuove iniziative commerciali, anche se auspicabili, non vadano a distruggere il grosso patrimonio archeologico esistente e di affiancare la comunità scientifica nella redazione di un progetto di ricerca nei fondali del porto di Siracusa.La ricostruzione della Trireme "Olympias" alla quale hanno lavorato gli studiosi inglesi Morrison e Coates, a nostro parere, non è fedele al modello reale, proprio perchè restituita progettualmete sull'esperienza della nave punica di Marsala, sullo studio del bassorilievo "Lenormant" e sui disegni vascolari.L'incertezza maggiore risiede sulla disposizione dei banchi di manovra dei rematori e sul ponte di coperta, di quella parte dello scafo cioè che se trovata integra nei fondali del Porto Grande, potrebbe finalmente mettere gli esperti in condizioni tali da poter restituire progettualmente l'originale struttura.Sembra inoltre che la chiglia della Trireme fosse protetta da lastre di piombo per tutta la parte sommersa.C'è anche la curiosità storico-scientifica di scoprire come vennero modificate le prue delle triremi da guerra siracusane (dice Tucidide che furono accorciate e ai lati furono applicate delle strutture a forma di orecchie, con speroni di legno, per essere più efficaci nell'azione di sfondamento).Le stesse prue furono rivestite di cuoio per far scivolare le "mani di ferro" inventate dagli ateniesi per le manovre di abbordaggio.
Abbiamo già elaborato progettualmente la trireme secondo le nostre intuizioni ed entro il prossimo anno 2000, realizzeremo un modello in legno, in scala ridotta, preludio a quello in scala reale.
Tantissimo quindi l'interesse scientifico per i nostri relitti, tante le possibilità per la nostra città di Siracusa di suscitare l'interesse mondiale e di trarne profitto sia per l'incremento turistico che ne deriverebbe, sia perchè l'investimento verrebbe premiato da un grosso ritorno economico.
Parallelamente alla ricerca nei fondali, così come si fece per il "Vasa" a Stoccolma, opereremo affinchè il medievale Castello Maniace, che sorge sulla estrema punta di Ortigiae che ben si adatta come sede del tanto auspicato "Museo del Mare", con i suoi otto metri e mezzo di intercolumnio per l'intera lunghezza e larghezza, divenga il contenitore ideale per l'esposizione dei relitti e di tutti i reperti già recuperati e da recuperare.
Facilmente accessibile da terra, ha la possibilità di essere attrezzato anche per l'attracco di barchini che farebbero la spola tra le navi da crociera ed il museo stesso.La ricostruzione in scala reale delle macchine da guerra archimedee, con i famosi specchi ustori, da posizionare sul camminamento della cannoniera borbonica della stessa antica struttura, riporterebbe la fantasia dei turisti a rivivere le vicende storiche che hanno fatto grande la nostra città.Un grosso investimento con ritorno economico assicurato !
Un progetto audace il "progetto trireme" su cui lavora da tempo la nostra associazione che ritiene di aver azzeccato la strada giusta per la vera riqualificazione e valorizzazione del Porto Grande.L' "Associazione Trireme", nata con scopi propositivi di tutela e valorizzazione dei due porti - Porto Grande e Porto Piccolo (Lakkios), mette a disposizione degli Enti istituzionali i progetti già realizzati, i propri studi e la professionalità dei propri soci, responsabili dei vari settori operativi (geologi subacquei, biologi subacquei, progettisti, operatori per riprese subacquee, informatici, supporti logistici e quanto altro si renda necessario) per concretizzare la proposta progettuale più ambiziosa.L' "Associazione Trireme" lancia pertanto una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti coloro, tra studiosi e semplici appassionati che ne condividono le finalità, affinchè a fianco delle istituzioni preposte si possa concretizzare il progetto e si possa disporre degli strumenti tecnici ed economici che fino ad ora non hanno permesso la ricerca mirata con l'ausilio di tecnologie avanzate.
Apre contemporaneamente la campagna soci, a cui verrà inviato lo statuto e gli atti del I° convegno organizzato a Siracusa il 19/10/1998 "Antichi relitti nel Porto Grande di Siracusa".Ai soci, oltre alle normali pubblicazioni delle attività dell'associazione, qualora ne facessero richiesta, verranno anche offerte preventive informazioni per eventuali escursioni storico-ambientalistiche fuori dai siti convenzionali, nell'ambito del territorio della Provincia di Siracusa.

tratto da http://xoomer.alice.it/rtbos/Archimedia02.html
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Messaggiodi acid il 01 lug 2007 14:17

Interessante..... so che in passato hanno fatto mi pare delle esplorazioni nei fondali del porto grande, rinvenendo però nulla di interessante.
Hanno controllato anche con delle sonde, ma poca roba....

Che fine hanno fatto dunque questi relitti? Eppure non è tanto profondo (ma molto torbido, questo si)....
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Messaggiodi Fid il 01 lug 2007 16:35

Se l'argomento può interessare molto consiglio di reperire "contributo per lo studio della topografia di siracusa Antica" di V.Bongiovanni e A.Giunta ,l'opera è stata pubblicata e distribuita gratuitamente dall'Assessorato Risorse del mare del Comune di Siracusa e qualche giorno fa ne ho intravista una copia in vendita su ebay


Il porto di siracusa presenta delle caratteristiche che incidono sulle ricerche

1) la profondità: essendo al massimo di 20-25 metri è possibile effettuare agevolmente delle immersioni e dei sondaggi

2) Fondo melmoso: i sedimenti dell' Anapo rendono invisibile il fondale

3) Fondo melmoso: da un lato riduce la visibilità ma grazie ad esso tutte le testimonianze del passato sono protette a pochi metri dal fondo marino

4) Presenza di materiale esplosivo: siracusa e il suo porto fu soggetta a bombardamenti da parte degli inglesi e dei tedeschi durante la II guerra mondiale e molti ordigni giaciono in fondo al porto


Le prime ricerche sui fondali del porto grande di Siracusa furono effettuate dai sommozzatori della marina italiana sotto la stretta supervisione scientifica dei coniugi Warden e Baker negli anni 1954-1955-1956.Per effettuare queste ricerche furono utilizzati i racconti tucididei ma ben poco fu trovato sul melmoso fondale marino (anfore,ancore,oggetti in metallo..)
Successivamente altri sondaggi furono effettuati da subacquei e archeologi ,il Kapitan individuò un probabile cimitero di imbarcazioni presso lo scoglio Galera e intorno al 2002 il Geom.Bongiovanni rinvenne i resti di un relitto bizantino carico di anfore.

Nell'estate del 2004 ,grazie all'interessamento del Prof.Siringo del dipartimento di Fisica dell'università di Catania ,sono state effettuate delle scansioni del fondale ,mediante ecoscandaglio a taglio, per una profondità di 20 metri al di sotto del fondo marino, individuando ,entro uno spessore di massimo 4 metri, la presenza di oggetti in legno,metallo e ceramica e di alcuni manufatti di grandi dimensioni (di cui uno pari a 12metri al di sotto di quasi 1,5 m di fondale)

Avendo effettuato delle ricerche per oltre 20m al di sotto del fondale e non essendo stati riscontrati manufatti al di sotto dei 4m circa si è dedotto che ciò che rimane delle navi siracusane,ateniesi,cartaginesi etc etc sia in fondo ad un mare poco profondo,probabilmente in ottima conservazione,e non difficilmente recuparabile
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Messaggiodi webmanager07 il 17 lug 2007 13:05

presso Avola (al largo di Mare Vecchio) e Pachino (Stagno della Marza e Pantano Porto Ulisse) vi sono stati trovati resti di antiche navi greche.
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Messaggiodi acid il 18 set 2007 11:09

Mi pare siano iniziate le immersioni al porto Grande....come procedono le ricerche?
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Messaggiodi idefix il 21 set 2007 00:34

Si, ho letto anche io da qualche parte che in queste settimane, una speciale nave avrebbe monitorato il porto grande alla ricerca di relitti.
Se non sbaglio, terminato il monitoraggio, doveva esserci una conferenza stampa per presentare i risultati dell'operazione.

Oltretutto, in questi giorni, passeggiando alla Marina, mi chiedevo quale fosse la nave addetta all'operazione :?:
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Messaggiodi idefix il 04 nov 2007 01:23

Riporto un articolo pubblicato su "La Sicilia" con le dichiarazioni del soprintendente al mare riguardo le ricerche nel porto grande

Il nullaosta della Sovrintendenza al Mare
c’è. Nessun impedimento, dunque, di carattere
archeologico-storico per la realizzazione
del Porto turistico. Ma un chiaro patto
tra i responsabili della salvaguardia dei
fondali marini e l’impresa che costruirà
l’opera: costante dialogo tra le parti, e continua
comunicazione durante le operazioni.
Lo assicura il soprintendente al Mare,
Sebastiano Tusa. Che comunica anche quale
è oggi la situazione dei fondali del porto
Grande, dove sorgerà l’approdo turistico
«Marina di Archimede». «Abbiamo eseguito
un mese fa la ricognizione archeologica
dei fondali – spiega il professor Tusa –,
e appurato l’esistenza di emergenze interessanti.
Parliamo di resti un basolato (un
tratto stradale) ancora di incerta datazione,
ancore antiche e qualche macina. E ancora
tracce di strutture murarie, presumibilmente
banchine, e resti di materiale ceramico.
Abbiamo già eseguito i primi rilievi
fotografici e grafici, adesso dobbiamo
studiare questi reperti e proseguire le attività
di indagine e monitoraggio della zona
».
Nessuna statua bronzea, dunque, come
si è detto nei giorni scorsi. Ma reperti che
saranno tutelati e studiati dagli archeologi
della Soprintendenza, senza tuttavia che
ciò possa rappresentare un impedimento
per la realizzazione del Porto turistico.
«Abbiamo concesso parere favorevole alla
creazione di questa opera – prosegue Sebastiano
Tusa –, dopo le nostre intense fasi
di studio, a patto che, tuttavia, qualsiasi
posizionamento di oggetti o materiale che
possano danneggiare ciò che i fondali custodiscono
debba essere concordato insieme
». Il soprintendente al Mare spiega
poi che sono già state effettuate alcune
operazioni per spostare catene ed oggetti
presenti sui fondali, che avrebbero potuto
rappresentare un rischio per l’integrità dei
resti rinvenuti.
Nelle prossime settimane, dunque, gli
archeologi subacquei della Soprintendenza
continueranno le indagini. Lo stesso accadrà
al porto Piccolo, dove sono in atto le
ricognizioni archeologiche curate dall’archeologo
Nicola Bruno, che sta eseguendo
indagini magnetiche ed elettroniche.
ISABELLA DI BARTOLO


Tratto da "La Sicilia" del 3/11/07
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Messaggiodi Fid il 04 nov 2007 03:36

Grazie Seby,notizie molto interessanti,proverò a passare dai due porti per assistere alle operazioni
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