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Storia del papiro

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Storia del papiro

Messaggiodi corradom il 15 giu 2007 11:49

STORIA ED EVOLUZIONE DELLA SCRITTURA - di Antonio Zoppetti


IL LIBRO E I SUOI ANTENATI
Particolare dal Libro dei morti

Prima del libro:
papiri, pergamene, volumina

Il Libro dei morti degli Egizi è tra i più antichi reperti dell'attività letteraria dell'uomo; conteneva i riti e le formule sacre che dovevano guidare il defunto nel regno dell'oltretomba. Noi oggi lo chiamiamo "libro", ma la sua forma era molto diversa da quella dei nostri libri.

Gli Egizi scrivevano su rotoli ricavati dal papiro, che cresceva abbondantemente in Africa, soprattutto lungo le coste del Nilo. Dal fusto del papiro, opportunamente trattato, ottenevano dei lunghi fogli flessibili che rappresentavano a quel tempo un buon supporto per la scrittura. I rotoli potevano raggiungere anche molti metri di lunghezza e venivano avvolti intorno a un cilindro di avorio o di legno. Per poterli leggere era necessario svolgerli. Questo sistema di scrittura sui rotoli durò per molti secoli.

Le due più importanti biblioteche dell'antichità furono quella di Alessandria, in Egitto, e quella di Pergamo, in Grecia. Il papiro veniva importato dall'Africa e aveva dei costi elevati; per questo, a Pergamo, col tempo si sviluppò una nuova tecnica di produzione di fogli che impiegava come materiale la pelle di agnello, più resistente del papiro. Il nuovo supporto prese il nome di pergamena.

Intanto, già da tempo erano nati sistemi di scrittura alfabetici. L'invenzione è generalmente attribuita ai Fenici; è comunque ai Greci che si deve l'utilizzo della scrittura per la diffusione dei testi letterari e del pensiero filosofico da cui discende la nostra civiltà.

Lentamente, col passare dei secoli, al posto dei rotoli - che in epoca latina venivano chiamati volumina, da cui deriva il termine volume - si cominciarono ad affermare i codici, molto più simili ai nostri libri. Erano costituiti da fogli di pergamena tagliati in forma quadrata o rettangolare e rilegati. Questi "libri" non avevano una grande diffusione, sia per l'enorme tasso di analfabetismo che caratterizzava le società antiche, sia perché non esisteva la stampa: ogni copia veniva scritta a mano.
Per secoli i monaci trascrissero i manoscritti con minuziosa abilità, ricamandoli con miniature, decorazioni e illustrazioni che ne fanno delle vere e proprie opere d'arte. In questo periodo i libri avevano una funzione prevalentemente artistica ed estetica .
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Messaggiodi Evaluna il 15 giu 2007 12:36

Le prime notizie sull'uso del papiro risalgono alla prima dinastia dell'antico Egitto, ma il materiale conobbe una rapida diffusione in tutto il bacino del Mar Mediterraneo, in alcune regioni dell'Europa continentale e nel medio oriente.

Plinio il Vecchio riporta nella sua Naturalis Historia il procedimento per lavorare la pianta ed ottenere i fogli di papiro.

In Sicilia il papiro cresce lungo i fiumi Anapo e Ciane che sboccano nel porto di Siracusa a poca distanza uno dall'altro.

Uscendo da Siracusa e percorrendo la statale 115 per Ragusa incontriamo la foce dei fiumi Anapo e Ciane , da cui partono le escursioni in barca che risalgono il corso del Ciane, ricco di papiri, per giungere alle sorgenti del fiume stesso, dette Testa di Pisma. Qua si forma un laghetto circolare, originatosi, secondo il mito, dal carro di Plutone, inabissatosi in questo luogo per raggiungere l'Ade insieme a Proserpina.

Delle moltissime specie di papiro che si possono contare nel mondo, la varietà che cresce a Siracusa viene chiamata dagli studiosi "Cyperus Papyrus Linneo".

Qualcuno avanza l'ipotesi che la pianta sia stata importata dall'Egitto già verso il 250 a.c. (forse mandata da Tolomeo II Filadelfo a Ierone II), mentre altri sono dell'opinione che siano stati gli Arabi ad introdurre la pianta in Sicilia, ed altri ancora pensano che il papiro sia una pianta autoctona.



Tecnica di lavorazione

Il fusto della pianta viene tagliato in varie strisce sottili che sono poi immerse in acqua, anche se alcuni studiosi ritengono che il taglio avvenisse sul perimetro del fusto, fino a ricavare un unico foglio di grandi dimensioni. Dopo un certo numero di giorni che fa acquistare alle striscie un colorito bruno più o meno accentuato che dipende dalla maggiore o minore permanenza nell'acqua, le strisce sono intrecciate in strati ortogonali e le stesse sostanze naturali presenti nel fusto consentono un lento ma tenace incollaggio man mano che esse si asciugano mentre sono sottoposte a opportuna compressione. Il risultato dopo un periodo di tempo di alcuni giorni è quello di un foglio assai resistente su cui è possibile usare i vari tipi d'inchiostro.
Si scriveva in file orizzontali, generalmente su un solo lato del foglio, con un pennino. La pagina veniva quindi suddivisa in colonne: su un lato del foglio veniva poi fissato un bastoncino chiamato "ombelico", dove veniva avvolto il rotolo conservato poi in uno scaffale.



Il papiro e la carta

Un lacerto di papiro islamico egiziano del IX-X secoloIl termine greco khartès spiega il perché sia stata usata in Occidente la parola carta una volta che questa fu fabbricata dagli Arabi nelle cartiere di Samarcanda dapprima e di Baghdad poi (795), dopo che essi ne avevano appreso i processi di lavorazione dagli artigiani cinesi da loro fatti prigionieri dopo la battaglia del Talās (o Tarāz), nel sud del Khazakhstan, combattuta nel 751 da un esercito abbaside guidato da Ziyād b. Ṣāliḥ al-Khuzā'ī e uno comandato dal coreano Kao Hsien-chih, per conto della dinastia T'ang.

Il termine papiro tuttavia non fu dimenticato, malgrado la maggior diffusione della assai più conveniente carta prodotta con la lavorazione dei cascami della canapa e del lino. Esso rimane infatti nel francese papier e nell'inglese paper, come pure nel russo e nel tedesco.



Una delle bellezze della nostra città... :roll:
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Re: Storia del papiro

Messaggiodi Aretusea il 15 giu 2007 12:55

corradom ha scritto:Lentamente, col passare dei secoli, al posto dei rotoli - che in epoca latina venivano chiamati volumina, da cui deriva il termine volume - si cominciarono ad affermare i codici, molto più simili ai nostri libri. Erano costituiti da fogli di pergamena tagliati in forma quadrata o rettangolare e rilegati. Questi "libri" non avevano una grande diffusione, sia per l'enorme tasso di analfabetismo che caratterizzava le società antiche, sia perché non esisteva la stampa: ogni copia veniva scritta a mano.
Per secoli i monaci trascrissero i manoscritti con minuziosa abilità, ricamandoli con miniature, decorazioni e illustrazioni che ne fanno delle vere e proprie opere d'arte. In questo periodo i libri avevano una funzione prevalentemente artistica ed estetica .


rispetto al papiro, la pergamena presentava dei pro e dei contro.
un "foglio" di papiro poteva essere lungo anche 5 metri per cui per essere conservato doveva essere arrotolato e questo comportava una difficoltà per coloro che dovevano leggere un testo in quanto dovevano con una mano tenere un lato del rotolo e con l'altra arrotolare la parte già letta..
inoltre erano davvero pesanti e si dice che un uomo morì perchè un rotolo gli cadde sulla testa.

la pergamena ha reso alcune questioni più pratiche: la lettura, la conservazione ma per fabbricare alcuni fogli servivano molte pelli di animale e almeno tre settimane di lavoro.
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Messaggiodi acid il 15 giu 2007 14:46

Il dipinto, realizzato a mano su carta papiro, rappresenta la fonte da cui nasce il Fiume Ciane, luogo in cui cresce la colonia di piante di papiro più grande d'Europa.
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l dipinto, realizzato a mano su carta papiro, rappresenta la moneta siracusana realizzata dallo scultore Eveneto per commemorare la vittoria della flotta siracusana su quella ateniese all'Assinaros nel 413 a.C.. Su di essa è rappresentata la Ninfa Aretusa fra quattro delfini.
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Fonte: Istituto del Papiro di Siracusa


La prima notizia documentata di un papireto nel siracusano risale al 1674; la pianta era già nota cmq ai siracusani anche prima di questa data e veniva chiamata pappèra, pampera, parrucca, pilucca; le corde prodotte venivano utilizzate dai pescatori e dai contadini; i ciuffi abbellivano le chiese e le strade durante le feste.

Pare comunque che già nel 250 a.c. a Siracusa si producesse carta di papiro di qualità scadente poiché non si conoscevano i segreti delle tecniche egiziane, oggi adoperate dall’Istituto del Papiro di Siracusa.

Tutte le parti della pianta vengono utilizzate senza spreco: la parte del ciuffo utilizzato come base ornamentale per la composizione di fiori secchi; la parte superiore del fusto, scartato per la produzione della carta, viene utilizzato per cordami, mentre la parte inferiore è impiegata per la carta.

Siracusa fu terreno propizio alla sviluppo della produzione di carta papiro nel XVIII secolo ed il merito va a Saverio Landolina, il cui studio venne continuato dalla famiglia Politi e ripreso da Giuseppe Naro e figlie in un laboratorio artigianale sito in Via Capodieci tra fonte Aretusa e Museo Bellomo.

A Siracusa è presente anche il famosissimo MUSEO DEL PAPIRO in Viale Teocrito, 66 che offre un ampio panorama della storia del papiro e dei suoi usi

CURIOSITA':
Anticamente a Siracusa il succo della pianta serviva da bevanda e le ceneri da medicamento...
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Messaggiodi corradom il 15 giu 2007 17:35

La Carta Papiro a Siracusa dal 1781





L'invenzione della scrittura segna, nelle comunità umane, il passaggio dalla preistoria alla storia. In Egitto questo momento si colloca intorno al 3.000 a.C. e nasce dall'esigenza, in mancanza della moneta, di annotare la quantità di viveri che il faraone riscuoteva dai contadini e di contabilizzare le scorte di cereali che sarebbero servite nel periodo di carestia causati dalla scarsità di piogge.
Necessitando quindi operazioni complesse di tassazione, censimento e registrazioni da non potere eseguire a mente, nacque la scrittura che nei primi tempi si presentò con un tipo di segni chiamati geroglifici (decifrati dopo la scoperta della pietra di Rosetta, avvenuta nel 1798 durante la spedizione napoleonica in Egitto; la stele riproduceva lo stesso testo redatto nel 196 a.C. in tre scritture: geroglifica, demotica e greca).
Supporti scrittorei furono tavolette di legno, cuoio lavorato in fogli sottili, lastre di pietra oltre a rocce spianate, pareti e colonne di edifici, zoccoli di statue, obelischi, vasi di terracotta. Gli egiziani, mentre perfezionavano la scrittura lapidaria, riuscirono a creare un supporto leggero e pieghevole: la carta di papiro. Per scrivere venivano utilizzati un giunco nilotico a stelo pieno, appuntito e sfilacciato ad una estremità e una canna tagliata a punta. Inizialmente l'inchiostro era fatto con ocra rossa o nerofumo macinati e veniva utilizzatocon la tecnica dell'acquerello; successivamente, utilizzando polveri ottenute da materiali minerali, le tinte si arricchirono di altri colori (bianco, verde, giallo, azzurro). Gli accostamenti avevano un significato religioso e magico.
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In Sicilia pare che il papiro sia stato introdotto nel III sec. a.C. da Tolomeo Secondo Filadelfo quale regalo a Ierone Secondo in segno dei buoni rapporti commerciali esistenti. San Gregorio Magno parla di papiri a Palermo nel 599 d.C.; si hanno comunque notizie certe della fabbricazione di corde e carta nel X sec. d.C. Pare comunque che già nel 250 a.C. a Siracusa si lavorasse una carta ma di qualità scadente, non perché la pianta fosse diversa da quella egiziana, bensì perché non venivano usate le tecniche egiziane.
A Siracusa la produzione inizia nel 1781 per opera di Saverio Landolina e prosegue ininterrottamente fino ai giorni nostri.
L'Istituto del Papiro oggi produce carta di papiro seguendo alcuni metodi utilizzati nell’antichità, ottenendo così fogli morbidi e di colore naturale; con successive manipolazioni si possono ottenere fogli con tonalità più scure per dare un aspetto d’invecchiamento.
La carta papiro venne usata fino al XI-XII secolo d.C. e venne lentamente sostituita dalla pergamena (cuoio scrittorio perfezionato), sostituita a sua volta dalla carta comune (derivata da stracci o polpa di legno) inventata in Cina nel I secolo d.C., che era più economica e leggera e si prestava meglio alla preparazione di libri. In Europa la carta papiro resta la più apprezzata: la cancelleria vaticana e quella reale francese la utilizzano fino all'XI secolo, la Chiesa di Ravenna fino al X secolo; S. Agostino si scusava di dovere scrivere su pergamena perché sfornito di papiro.
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