ambaraba ha scritto:Ciao a tutti e scusate l'intromissione.
Per quel che so io il cosiddetto castello eurialo fu creato nel tardo 5° secolo a.C. come caposaldo strategico occidentale proprio per proteggere tutta la zona a nord di Siracusa (quella che allora e anche adesso è denominata "epipoli") che non era in età antica fittamente abitata (ora si, invece, eccome) ma circondata delle mura dionigiane (ormai in molti tratti molto danneggiate dall'espansione edilizia, già dall'800, ma anche gli spagnoli nel'500 hanno fatto una loro buona parte).
Si trattava della zona militarmente più vulnerabile di Siracusa e ricordate che anche gli inglesi sono entrati a Siracusa alla fine della seconda guerra mondiale proprio da Nord, cioè sbarcando alla Targia.
Il fatto che oggi l'istalazione militare antica sia chiamata "castello" secondo me è dovuto anche alla circostanza che gli studiosi (almeno dal 1600-1700 in poi) hanno fatto studi partendo dai testi degli storici greci e latini, quindi la denominazione è diventata un pò tradizionale e non avrebbe molto senso adesso tentare di cambiarla. Fino agli studi di Paolo Orsi si ponevano ancora dubbi sulla precisa identificazione dei vari punti strategici nominati dagli autori antichi (ad es, oltre all'Eurialo: Labdalon, Exapylon etc)
Ovviamente concordo con tutti voi quando dite che chi di dovere (soprintendenza in primo luogo e poi azienda del turismo e guide turistiche) deve mettere a disposozione dei visitatori (italiani o stranieri che siano) informazioni valide ed aggiornate dal punto di vista culturale.
A presto,
ambaraba

P.S.: scusatemi se ho fatto qualche piccola aggiunta al testo, per completezza. Se servono altre informazioni non avete che da chiedere...
Ad integrazione delle integrazioni, solo per chi nella vita non ha avuto occasione di leggere e visitare con attenzione una delle fortezze più antiche e complesse d'Europa, permettimi di allegare questo testo da me elaborato quando realizzai la scultura.(aggiungerò le foto appena possibile).Intanto in pdf ecco la copia integrale
http://www.antoniorandazzo.it/images/IL ... URIALO.pdfBUONA LETTURA A COLORO CHE PARLANO SENZA FARE, può essere un buon diversivo)per chi non è molto abituato a leggere ecco un filmino:
http://it.youtube.com/watch?v=hBDnBd0ZKe8CAPITOLO VI° LA FORTEZZA CHIAMATA EURIALO
(CASTELLO EURIALO)
33 - Rovine del castello Eurialo - foto collezione APIT-
http://www.antoniorandazzo.it contatti:
antoniorandazzo2206@virgilio.itpremessa
Così come sono le rovine del cosiddetto "castello Eurialo", (mura diroccate, pietre sparse, poche indicazioni, alcune peraltro errate, senza alcuna guida descrittiva chiara e accessibile), non lasciano spazio alla comprensione.
Questa scultura lignea non è un plastico e non voleva esserlo, sebbene realizzata tenendo conto del risultato degli studi di Luigi Mauceri, Lo Faso di Serradifalco e Francesco Saverio Cavallari in un corretto rapporto di misure, planimetria scala 1/200 circa.
é il compendio di un escursus storico-archeologico a scopo umanistico più che scientifico, nel tentativo di darne una visione d'insieme e contribuire a far conoscere meglio la genialità di chi progettò, la maestria e le fatiche di chi edificò, la gloria di chi difese, meritandosi l'onore delle armi, una delle più complesse opere d'ingegneria militare dell'antichità.
Da siracusano dello "scoglio", d'antica generazione innamorata della sua terra e da artista mi auguro e spero di suscitare emozioni con questa opera che dedico alla mia città e a tutti coloro che l'amano e si battono per la sua rinascita.
Insigni studiosi ne hanno esaminato i resti già ad inizio 800, e ampiamente ne hanno illustrato i risultati, Luigi Maceri, Lo Faso di Serradifalco e più compiutamente Francesco Saverio Cavallari del quale riportiamo integralmente le pagine 368 e 369 della sua:
TOPOGRAFIA ARCHEOLOGICA
PARTE SECONDA, N. 1.
CASTELLO EURIALO. TAVOLA X, XV.
A nessuno può sfuggire l'importanza strategica che doveva avere un'antica fortezza, sol che se ne osservino gli avanzi alla estremità occidentale dell'altopiano siracusano, e che sono segnati nella pianta topografica tavola VIII n. 160. Tale importanza do vette notarsi sin dall'epoca in cui fu abitata Siracusa da un popolo, che per i suoi possedimenti aveva molto a temere per la propria sicurezza. Dovette perciò essere una necessità servirsi di quel luogo, che era il più opportuno per prevenire qualsiasi sorpresa si fosse voluta fare da coloro che abitavano quelle contrade, invisibili dall'isola d'Ortigia e da tutta la costa orientale del rilievo siracusano.
L'importanza di quella località dovette accrescersi maggiormente colla venuta delle colonie greche, costrette a premunirsi contro ogni scorreria possibile da parte di quei Sicoli che furono discacciati da Siracusa, e di quegli altri che erano stanziati sui monti Iblei e sui contrafforti orientali del monte Lauro.
Con la venuta in seguito di una nuova colonia greca, che fondava Megera Iblea, poco distante da Siracusa e sua rivale, la località detta dell'Eurialo era l'unico punto strategico adatto alla circostanza.
Distrutta Megera-Iblea da Gelone, e dispersine gli abitanti, l'Eurialo dovette in qualche modo diminuire d'importanza, poiché, essendo venuta meno la potenza megarese e con essa quella dei loro alleati, Siracusa poco aveva a temere dei terrazzani Sicoli dissidenti dall'alleanza greca.
Nell'epoca dell'assedio Ateniese, l'Eurialo fu per la prima volta menzionato da Tucidide in occasione della disfatta di Demostene, e nel racconto di quel fatto rilevasi che in quella località esistevano delle fortificazioni, e che Demostene le prese d'assalto e cercò invano distruggerle.
La facilità che ebbero i Siracusani, durante quell' assedio, di comunicare con l'interno dell'isola, e l'insistenza colla quale Demostene cercò d'impossessarsi di quel luogo impiegandovi la più scelta truppa dell' esercito ateniese, non lascia più dubbio sulla importanza che aveva quel punto strategico, che fu cotanto vantaggioso ai Siracusani durante quella guerra.
Nulla si oppone a potere affermare che, dopo l'esperimento della guerra ateniese, i Siracusani riconobbero il bisogno di rendere quel luogo ancor più forte unendolo con le grosse muraglie che racchiusero la vasta terrazza.
Un si grande concetto fu attuato da Dionisio il vecchio, ma non sappiamo se tutte le muraglie che chiudono la terrazza fossero state da lui interamente costruite, o soltanto quelle che mancavano. Qui non s'intende parlare di quelle di Acradina e di Ortigia che al suo tempo già dovevano esistere. In questa occasione la fortezza dell'Eurialo dovette subire notevoli trasformazioni ed aggiunzioni, per divenire un formidabile baluardo a difesa di un vasto sistema di fortificazioni raro nell'antichità.
Nel periodo di tempo che passò dall'assedio ateniese a quello romano la storia cenna il castello Eurialo in varie occasioni, sia come luogo fortificato, sia come una delle importanti località siracusane.
Per il presente compito rileviamo soltanto che durante l'assedio dei Romani, dopo che furono occupate le città di Tica e la Neapoli, la fortezza Eurialo si rese con gli onori delle armi. Se i Romani, quasi vincitori della metà delle Siracuse, diedero tanto onore ai difensori di quel forte, ciò conferma che esso doveva avere una grande importanza.
Comune di Siracusa:Topografia ufficiale
Francesco Saverio Cavallari (1880-81) Tavola VIII :
topografia archeologica di Siracusa
36 - Tav. X, topografia archeologica di Siracusa: piano generale della fortezza
Planimetria di Francesco Saverio Cavallari (1880-81)
Francesco Saverio Cavallari (1880-81) Tavola XV :
topografia archeologica di Siracusa
Luigi Maceri: planimetria dela fortezza
Luigi Maceri: ricostruzione congetturale
PIANO GENERALE DELLE ROVINE
a) primo fossato - b) secondo fossato - c) opera avanzata - d) terzo fossato - e) primitiva fronte del mastio - f) recinto a nord del mastio - g) mastio con cinque torri sul fronte e alloggi sui lati -h) caserma degli arcieri - i) grande torre di fiancheggiamento contenente in basso la cucina -
k) recinto ad oriente del mastio - L) ingresso del castello dal lato della epipole - M) ingresso a tenaglia della epipole - N) forte a difesa di questo ingresso -1) tracce di strada antica - 2) gradini di una postierla - 3) passaggio aperto nel bordo della muraglia - 4) scala praticata nella roccia per accedere dal terzo fossato all'opera avanzata - 5) magazzini scavati in galleria - 6) cisterna- 7) piloni del ponte levatoio -

galleria scavata nella roccia parallela al terzo fossato - 9) strada coperta fra il mastio ed il ponte levatoio con alloggi sottostanti - 10) galleria di discesa al terzo fossato - 11) scala e galleria per scendere nel terzo fossato - 12) lunga galleria scavata nella roccia per la comunicazione tra il terzo fossato ed il forte N - 13) pozzi di lavorazione per lo scavo della galleria - 14) galleria di comunicazione fra la caserma ed il recinto K - 15 avanzi del camino della torre I - 16) porta di comunicazione fra il recinto K e la terrazza sovrastante la caserma - 17) grande torre con gli accessi alla caserma, alla cucina della torre I, ed al terzo fossato - 18) avanzi di alloggi nel recinto K - 19) torre angolare con terrazza e comunicazione con la fortificazione dell'ingresso M - 20) postierle sboccanti dalle gallerie contenute nelle grandi muraglie dell'ingresso a tenaglia - 21) porte della epipole - 22) avanzi dei due muri trasversali che mascheravano l'ingresso e permettevano fra di essi il passaggio dei veicoli - 23) tracce di antica strada - 24) muro di sbarramento del terzo fossato con postierla a sinistra - 25) grande torre terminale del castello con alloggi e cisterna per la guardia fissa - 26) muraglia meridionale della epipole - 27) muraglia settentrionale con gallerie all'interno e postierle - 28) cisterna - 29) grande torre del mastio con speroni - 30) pozzo di acqua potabile.
30 - Rovine del castello Eurialo - foto collezione APIT-
31 - Rovine del castello Eurialo - le cinque torri -
32 - Rovine del castello Eurialo - il secondo fossato -
33 - Rovine del castello Eurialo - il terzo fossato -
34 - Rovine del castello Eurialo - il terzo fossato e veduta dell'Etna -
35 - Due delle colossali teste leonine in pietra calcarea che costituivano i gocciolatoi delle 5 torri del mastio del castello Eurialo; ora al Museo archeologico Paolo Orsi ma non visibili
37 - Rovine del castello Eurialo - i piloni del così detto ponte levatoio -
38 e 39 - Rovine del castello Eurialo i piloni del così detto ponte levatoio da ponente - e il terzo fossato con i piloni del ponte levatoio da levante -
40 - Rovine del castello Eurialo - porta interna Epipoli da Sud -
41 - Rovine del castello Eurialo - porta interna Epipoli dal secondo cortile -
42 - Rovine del castello Eurialo - porta interna Epipoli da Nord Owest -
43 - Rovine del castello Eurialo - le cinque torri dal terzo fossato -
44 - Rovine del castello Eurialo - galleria sotterranea da levante -
45 - Rovine del castello Eurialo - galleria sotterranea da levante -
46 - Rovine del castello Eurialo - le cinque torri dalla porta interna -
47 - Rovine del castello Eurialo - le cinque torri dal cortile interno -
LA SCULTURA
È stata realizzata assemblando ed incollando essenze varie di legno Noce, Mogano, Castagno, Rovere, Frassino, Larice, Faggio, Ciliegio, Pino ed altre meno nobili, ridotti in blocchettini, non in scala per ragioni tecniche, per simulare i blocchi di pietra, distinguendo le parti esistenti e quelle mancanti con colorazione diversa per indicare le parti ricostruite e gli interventi di adattamento della fortezza alle esigenze difensive maturate nel tempo.
Il rosso Mogano di parte delle torri del mastio, delle mura perimetrali del 1° e 2° recinto, la parte inferiore del muro prospiciente le torri ed il muro di chiusura del terzo fossato, indicano le esistenti rovine.
Le altimetrie al piano di campagna sono realizzate in scala 1/100 per una migliore visione estetica.
Sovrapponendo blocchetti, non in scala per ragioni tecniche, simulando una possibile soluzione costruttiva, sono state ricostruite le mura a partire dai letti di posa indicati da Mauceri-Cavallari, raddoppiando le altimetrie della balza rocciosa per ragioni estetiche e tecniche costruttive. Gli spazi tra le torri del mastio, sicuramente di epoca successiva, sono in Ciliegio.
Per facilitarne la comprensione, i percorsi sotterranei sono stati illuminati, mentre i cunicoli e le scale sotterranee sono state realizzate aperte ed in scala maggiorata.
Non esistono riscontri per le altimetrie dei manufatti, salvo che per le torri del mastio, che secondo l'ipotesi Cavallari dovevano essere 15 metri.
Opera n. 118 anno 2004, veduta panoramica da Est -foto A Randazzo -
Veduta da Nord - foto A Randazzo -
Veduta da Est -foto A Randazzo -
Veduta da Nord - Nord Est - foto A Randazzo - ricostruzione congetturale -
Il tripylon, la porta dei tre passaggi
Il tripylon, la porta dei tre passaggi da Sud Est
Il tripylon, la porta dei tre passaggi da Sud
Il tripylon, la porta dei tre passaggi da Est
Le cinque torri e porta interna da Sud
Veduta dall'alto - il terzo fossato e le difese Nord - Nord Est -
Spaccato laterale - Le mura del Rivellino, il terzo fossato con i piloni del ponte levatoio e la galleria sotterranea
Spaccato laterale da Est - Le mura del Rivellino, il terzo fossato con i piloni del ponte levatoio e la galleria sotterranea
Panoramica delle mura del Rivellino, il secondo e terzo fossato e le cinque torri
Agevolato da un'esecuzione simile a quella degli antenati costruttori che spianavano a terrazza i tracciati (letti di posa), per base d'appoggio utile all'elevazione di manufatti, sono giunto alle seguenti plausibili conclusioni:
I gradini e i camminatoi intagliati nella roccia sul bordo del secondo fossato delle pareti ad angolo convergente, non potevano condurre sul fondo di quest'ultimo perché sopraelevati. Il livello del camminatoio è più basso di oltre 4 metri dal presumibile solaio o piano di calpestio superiore, e serviva, verosimilmente, per raggiungere i locali ricavati in quel punto per compensare il dislivello e forse per giungere alle torri ipotizzate da Mauceri a difesa dell'ingresso al 3° fossato, se esistevano e delle quali, in ogni modo, non vi sono tracce. ( In sito sono chiaramente visibili i terrazzamenti per mura e tramezzi presumibilmente edificati per sostenere i solai del piano superiore).
Anche in assenza d'elementi utili gli eminenti studiosi ipotizzano l'esistenza di un ponte levatoio. Scrive il Cavallari, pag. 379, ultimo capoverso: "Le dimensioni del ponte dentro il 3° fossato sono le seguenti: due luci di due metri ciascuna. Spessore della pila di mezzo due metri. Intera lunghezza comprese le due spalle 9 metri. Larghezza metri 6,80. L'altezza doveva essere maggiore di 9 metri"., ed il Mauceri al n. 7 della sua planimetria, "Piloni del ponte levatoio", ed ancora al n.9, "strada coperta fra il mastio ed il ponte levatoio con alloggi sottostanti". Quale necessità vi era di predisporre un ponte levatoio o a contrappesi in quella zona? Non vi sono tracce di strutture adatte a resistere alla forza di trazione. Conquistato il rivellino, vero punto di forza, si potevano facilmente superare i due metri che separano la spalletta dal pilone centrale, oltre naturalmente a rivolgere contro gli assediati le armi abbandonate. È più probabile che trattavasi di passaggio stabile per far accorrere celermente i difensori accasermati nella zona del mastio e nei recinti interni, per consentire un'idonea difesa in caso d'improvvisi attacchi. Se si considera poi giusta l'ipotesi che le difese a corona davanti al mastio, in origine erano le più avanzate, e l'andamento irregolare dei contorni del 3° fossato, si può supporre che i progettisti, com'era in uso a quel tempo, abbiano adattato alle loro esigenze di difesa un preesistente canalone naturale. La roccia di entrambe le pareti del fossato è particolarmente friabile e, quindi, le spallette laterali, una delle quali chiude l'ultima uscita, edificate dopo lo scavo delle gallerie sotterranee, siano servite a contenere possibili cedimenti e come basamento alla strada di collegamento ipotizzata dal Mauceri.
Siracusa aggiornamento al Luglio 2006
Antonio Randazzo
Dalla rivista "BELLA ITALIA" n.20 Dicembre 1995
40 - Rovine del castello Eurialo - porta interna da Sud -
IL BUNKER DEL TIRANNO DI SIRACUSA
Una escursione nel passato tra i ruderi del castello Eurialo, l'unica vera fortezza nell'Europa dei nostri progenitori
C'era una volta un re ed immancabilmente c'era pure un castello... Ogni storia che si rispetti comincia così. Nel nostro caso il re si chiamava Dionisio il Vecchio di Siracusa, per distinguerlo dal figlio Dionisio il Giovane, certo meno colto, meno stratega, meno guerriero e soprattutto meno lungimirante nella visione socio-politica complessiva del suo tempo. Dionisio I riusciva ad occuparsi di problemi d'ogni genere, dai piani di guerra agli spettacoli teatrali. Nel 407-406 avanti Cristo, quando i Cartaginesi distrussero Agrigento, Dionisio il Vecchio, che aveva appena 25 anni, fu eletto "stratego-autocratore, Assunto il potere assoluto di Siracusa, avviò immediatamente un programma ambizioso; protesse e favorì le lettere e le arti ma parallelamente creò acquedotti ed un arsenale per una temutissima marineria di difesa di cui esistevano soltanto pallidi precedenti. Inoltre, consolidò il suo potere trasformando quella sorta di sperone proteso sul mare ch'è l'isola d'Ortigia in una fortezza imprendibile con la rocca da dove dominare il mare verso Oriente e Africa. E da stratega avveduto, esaltò le difese della città attraverso una nuova, possente cerchia di mura dove seppe innestare il maestoso castello Eurialo, così chiamato dal nome del colle su cui sorgeva, simile a un chiodo, una borchia (euryalos): autentico capolavoro di ingegneria militare, considerato l'unica vera fortezza sorta in Europa ai tempi della dominazione greca.
Una cinta muraria di ben 27 chIlometri dalla "terrazza" di Eplpole, il punto più alto a 120 metri sul livello dei mare, sino ad Ortigia. Dionisio volle costruire questo suo bunker nella zona nord-orientale della città che riteneva la più esposta alle incursioni nemiche, segnatamente cartaginesi. E per questo scelse l'altopiano di Epipole, uno dei cinque quartieri che formavano la Siracusa dell'epoca, con Ortigia, Acradina, Tiche e Neapolis. Strategicamente, il castello sorse in una posizione nodale del sistema difensivo all'incrocio "tra le mura settentrionali e quelle meridionali, in località Belvedere: l'occhio spazia, da una parte verso il golfo di Augusta e dall'altra sino a Capo Passero.
Oggi una camminata tra le rovine offre suggestivi scorci di paesaggio, con le antiche pietre di calcare grigio che il sole rende di un abbagliante biancore tra fossati, piattaforme per catapulte, stretti passaggi di quella che rimane una ciclopica fortezza di quindicimila metri quadrati di superficie. Ad essa, per almeno cinque anni, dal 402 al 397 avanti Cristo, lavorarono migliaia di schiavi e qualificate maestranze sotto l'attenta guida personale di Dionisio. Completate le mura più alte e la lunga muraglia protettiva sino al mare, rimaneva da proteggere l'unico lato d'accesso pianeggiante, ad ovest: qui fu scavata una trappola mortale costituita da tre fossati, intercalati da mura di difesa avanzate. All'ultimo fossato arrivava una rete di gallerie che metteva in comunicazione i vari punti difensivi della fortezza: un ponte levatoio permetteva o inibiva l'accesso a questa prima fortificazione. Proprio in quel punto si protendeva la parte occidentale del muro di difesa, poi sostituito da cinque torri quadrate collegate da una cortina possente.
Per una ricostruzione del castello, di cui oggi rimangono mura massicce e bianche pietre sparse, si sono avvicendati nei secoli archeologi e studiosi. Purtroppo nel corso di circa duemilacinquecento anni l'Eurialo è stato oggetto di profonde trasformazioni e aggiunte secondo le esigenze dei vari dominatori sbarcati in questo pezzo d'isola. Ancora oggi, infatti, si stenta a individuare le varie fasi della sua costruzione. Si può soltanto affermare che il castello era tremendamente difficile da scalare e penetrare.
Rimane tuttavia, del castello Eurialo, il ricordo costante di un immenso, spettacolare, inespugnabile impianto fortificatorio.
Il tripylon, la porta dei tre passaggi
Nel disegno è la ricostruzione della triplice porta dell'Epipole (tripylon).
1) Le mura nord dell'Epipole in questo tratto hanno uno spessore di quattro metri, rendendo possibile la realizzazione di un passaggio interno su due livelli. 2) All'interno del forte trovavano posto gli alloggiamenti del corpo di guardia e qui sbucavano i passaggi sotterranei. 3) La porta dell'Epipole aveva in origine tre passaggi; in seguito ne vennero chiusi due. 4) Stretto passaggio nel quale si infilavano carri e cavalieri per un efficace controllo dell'ingresso. 5) Su entrambi i fianchi dell'opera "a tenaglia" c'erano due pusterle mascherate con sottili lastre di pietra. 6) Davanti alla porta si vedono ancora oggi pezzi di lavorazione della lunga galleria che, proveniente dal terzo fossato, sbucava nel recinto fortificato annesso alla porta. 7) La galleria interna alle mura usciva in questo punto attraverso una pusterla.

Un muro a gradoni collegava alla porta dell'Epipole la torre del lato nord del castello e dell'ingresso. 9) La torre, dotata di un terrazzo.
Tre fossati nella roccia
Il disegno mostra, in spaccato, il terzo fossato del castello Eurialo a Siracusa con lo sviluppo delle gallerie. La fronte occidentale è protetta da tre fossati che, diretti da nord a sud, scavati nella roccia e a pareti verticali, avevano lo scopo di rendere impossibile un assalto frontale con macchine da guerra dall'unico lato dove l'acceso al castello era pianeggiante.