Esiba Arte
PRESENTA
RITORNI
MERCOLEDI’ 8 AGOSTO 2007
Aula Magna Palazzo Impellizzeri
Via Maestranza 99
Ore 21:00
Ingresso con tessera 2007 (2€)
Il primo di due appuntamenti che Esiba Arte dedica alla politica raccontando storie che furono.
Una utile occasione contro l’oblio regalata a chi c’era ma anche un interessante occasione di riflessione sulle forme di partecipazione per chi, allora, non era ancora nato.
PROGRAMMA DELLA SERATA
Bella ciao, le silence des communistes
di Paolo Zagaglia, 2005.
In Italia da quando il P.C.I. è stato abolito nel 1991, nessuno osa più dichiararsi comunista. Perché non si sente più la voce di quei milioni d'Italiani che erano iscritti al P.C.I.? Come hanno accettato quello che è successo dopo la caduta del Muro di Berlino? Cosa nasconde questo silenzio? È per rispondere a queste domande e rompere questo silenzio che l'autore del film è tornato in Italia, dove sono le sue radici, alla ricerca di quelli che erano iscritti al P.C.I., che hanno tenuto dentro i loro conflitti senza mai poterne parlare. Il film risponde a delle domande ma, soprattutto ci da una visione non convenzionale di ciò che ha rappresentato il Partito Comunista per gli italiani.
La rivoluzione non è una cosa seria
di Marilena Moretti, 2006, produzione BIANCAFILM, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e Zenit Arti Audiovisive.
È la primavera del 1971. Un gruppetto di estremisti di buona famiglia e di buone letture, insieme con qualche giovane proletario incazzato, lascia Torino per stabilirsi a Ponte a Egola in Toscana, in un casale abbandonato. Di fatto, quella di Ponte a Egola diventa una comune, tra il modello hippy di quegli anni e quello di un "nucleo rivoluzionario". L'intenzione è di rompere con i vecchi schemi delle organizzazioni politiche, per praticare nel vissuto quotidiano la RIVOLUZIONE.
Vivono dell'aiuto economico dei genitori, di minime attività artigianali, di qualche furto. Si procurano gli stupefacenti in farmacia, fanno dei trip, sono protagonisti di azioni provocatorie… È il loro modo di praticare l'illegalità e il rifiuto del lavoro. Si definiscono comontisti (da comontismo, tentativo di traduzione del termine marxiano Gemeinwesen, ovvero comunità: "l'espressione dell'essenza umana, negatrice del capitale come dominio delle merci sugli uomini"). Dell'esperienza rimane traccia nei volantini, negli scritti, nella rivista "Comontismo. Per l'ultima Internazionale".
La comune di Ponte a Egola si scioglie dopo appena un anno, nella primavera del '72. La sua fine è accelerata dal crollo di una parte del casale, da dissidi ideologici e dal sopravvento della realtà. Il gruppo si divide tra Firenze, Torino e Milano. Chi finisce in carcere, chi si ritira nel privato, chi ha problemi con l'eroina… Nessuno di loro è mai più tornato a Ponte a Egola. I rapporti si sono interrotti. Qualcuno è morto. Di altri si sono perse le tracce.
L'autrice del film, realizzato nello stile del video-diario, era tra loro. In questi trent'anni ha pensato spesso di salire in macchina e andare a vedere che ne fosse stato di quel casale. E che ne fosse stato di loro… E finalmente ha deciso di farlo.